Di fronte alla crescente minaccia dell'overtourism, il progetto Mobster propone un turismo più sostenibile e consapevole anche attraverso l'auto elettrica
In un’epoca in cui la sostenibilità ambientale e la decarbonizzazione rappresentano priorità strategiche, la mobilità elettrica si sta affermando come uno degli strumenti più efficaci per ridurre le emissioni di CO₂ e migliorare la qualità della vita, soprattutto in regioni caratterizzate da un alto flusso turistico. Nel contesto dell’Alto Adige, dove il trasporto privato e il turismo convergono in una realtà complessa e dinamica, il progetto Mobster si propone di promuovere l’elettrificazione della mobilità, integrando infrastrutture di ricarica avanzate e soluzioni innovative per veicoli elettrici ed e-bike.
Eurac Research, con sede a Bolzano e forte di oltre 30 anni di esperienza, ha dato vita a questo ambizioso progetto attraverso il proprio Istituto di Rinnovabili, nato nel 2005 e che oggi conta circa 150–160 collaboratori. La visione alla base di Mobster è duplice: da un lato, garantire una copertura capillare e strategica delle infrastrutture di ricarica, fondamentale per favorire la transizione dal combustibile fossile all’elettrico, e dall’altro, sensibilizzare turisti e residenti sulle potenzialità di una mobilità più sostenibile.
Per approfondire questi temi e comprendere le sfide e le opportunità legate a questa trasformazione, abbiamo intervistato Wolfram Sparber, Direttore del progetto Mobster. In un’intervista esclusiva, Sparber ha illustrato in dettaglio il percorso intrapreso, le collaborazioni con partner di eccellenza come Alpitronic e NeoG/Alperia, e le strategie messe in campo per diffondere la cultura dell’elettrificazione anche in ambiti apparentemente distanti, come il turismo su laghi e zone montane.
Un percorso dove l'iniziativa privata deve necessariamente confrontarsi con l'attività pubblica. "Abbiamo (con la provincia di Bolzano ndr.) lavorato sul documento ‘Piano Clima 2040’, che si propone l’obiettivo ambizioso di rendere l’Alto Adige climaticamente neutro entro il 2040, eliminando progressivamente l’utilizzo dei combustibili fossili. In anteprima, abbiamo sviluppato un documento con calcoli specifici per individuare i settori critici – in particolare il traffico – e realizzato un sito web chiamato ‘Clima Plan Monitoring’, una pagina dedicata sul sito dell’Eurac che monitora gli obiettivi della Provincia in termini di emissioni di CO₂, installazione di impianti fotovoltaici, diffusione delle infrastrutture di mobilità elettrica e altri indicatori. Questo strumento serve sia alla politica che a tutti gli interessati per verificare l’andamento della transizione energetica. In quest’ottica collaboriamo strettamente anche con l’ufficio della mobilità, ad esempio, nel progetto della Molle Gardena, per simulare scenari che permettano di incrementare il trasporto pubblico e gestire il traffico privato, migliorando così la fruibilità e l’esperienza turistica", ha spiegato Sparber.
Tommaso Marcoli
Vorrei che iniziasse facendo una panoramica del progetto. Di cosa si tratta?
Wolfram Sparber
Allora, inizio magari da un contesto più ampio per poi arrivare subito al punto. Noi siamo Eurac Research, un centro di ricerca applicato con sede a Bolzano, nato all’incirca 30 anni fa (nel 1992). All’interno di Eurac Research esiste il nostro dipartimento, l’Istituto di Rinnovabili, fondato nel 2005, che oggi conta circa 150–160 collaboratori impegnati in vari ambiti dell’efficienza energetica e delle rinnovabili.
Naturalmente, l’elettromobilità gioca un ruolo molto importante, soprattutto considerando che nel settore dei trasporti – responsabile di una parte rilevante delle emissioni di CO₂, in particolare in regioni come quella alpina (per esempio, la provincia di Bolzano) – è fondamentale intervenire per le strategie di decarbonizzazione dell’Alto Adige, dell’Italia e dell’Europa. La parte elettrica, a differenza di quella fossile, è strettamente integrata nel sistema energetico: da un lato i veicoli elettrici consumano energia, dall’altro lato la diffusione di batterie sul territorio può avere effetti positivi sulla transizione energetica.
Per questi motivi abbiamo deciso di occuparci sempre di più dell’elettromobilità, spingendo la transizione non solo da un punto di vista tecnologico, ma anche attraverso progetti specifici come Mobster. Quest’ultimo mira a favorire l’elettrificazione in un ambito particolarmente sensibile – due regioni ad alto influsso turistico – per analizzare difficoltà e opportunità. È importante, infatti, considerare che in Alto Adige si registrano oltre 30 milioni di permutazioni annue in una provincia di circa 500.000 abitanti e, contando i turisti, si parla di 7–9 milioni di visitatori, con l’80% dei quali che arriva in auto. Per questo, decarbonizzare il settore automobilistico e investire in infrastrutture di ricarica diventa essenziale, anche per attrarre un turista sensibile all’ambiente
Tommaso Marcoli
Sotto questo punto di vista, avete dei piani di collaborazione in atto, soprattutto con le eccellenze del comparto industriale locale, per esempio con realtà come Alpitronic, una delle principali fabbriche di colonnine in Europa?
Wolfram Sparber
Per lo sviluppo del progetto stiamo collaborando su più fronti. Lavoriamo, ad esempio, con Alpitronic, che è uno dei principali produttori di colonnine, e con NeoG/Alperia, che a livello nazionale è il terzo operatore nel campo dell’elettromobilità. NeoG è stato partner anche nel progetto Mobster, occupandosi della realizzazione operativa dell’infrastruttura. Con Alpitronic, nel progetto Mobster abbiamo sperimentato una prima versione di una colonnina di ricarica bidirezionale per applicazioni di emergenza destinata ai veicoli e, attualmente, siamo impegnati insieme a loro e a NeoG nello sviluppo di colonnine con funzionalità bidirezionali, destinate sia a stazioni pubbliche che private
Tommaso Marcoli
La vostra opera di installazione di infrastrutture di ricarica ha influenzato in qualche modo l’afflusso turistico e la sostenibilità ambientale nelle regioni dove operate? Inoltre, collaborando anche con la politica, per esempio nel contesto dell’overtourism (come nelle Tre Cime di Lavaredo, raggiungibili esclusivamente in auto), avete pensato a soluzioni per bloccare il traffico delle auto inquinanti e tutelare l’ambiente?
Wolfram Sparber
Certamente, la nostra infrastruttura ha avuto un impatto positivo. Ad esempio, nel Verbano-Cusio-Ossola, quando il progetto Mobster è iniziato, il Lago Maggiore era praticamente un ‘deserto’ dal punto di vista delle infrastrutture di ricarica. Successivamente, grazie al lavoro svolto da Enel X e al nostro intervento, sono state installate le prime stazioni, che – pur essendo in numero limitato a causa del budget disponibile – hanno fatto una grande differenza per l’automobilista. A Bolzano, dove già esisteva un’infrastruttura di base, il nostro contributo è stato quello di aumentare il numero di stazioni in punti strategici, ad esempio nelle vicinanze dell’ospedale, oppure in aree meno attrattive per un privato, ma fondamentali per garantire la copertura sul territorio (come in fondo alla Valle Aurina o in Val d’Ultimo). Inoltre, abbiamo sviluppato soluzioni per le e-bike, che non solo facilitano l’accesso alle zone remote, ma possono anche disincentivare l’uso dell’auto, offrendo alternative più sostenibili
Tommaso Marcoli
Quante stazioni di ricarica e BAG siete riusciti a installare? Avevo visto sul vostro sito il numero di 21, è corretto?
Wolfram Sparber
Esatto. Abbiamo installato complessivamente 21 stazioni: 8 di queste sono stazioni autonome, mentre le altre sono collegate alla rete elettrica
Tommaso Marcoli
Secondo lei, il progetto Mobster ha contribuito – o può contribuire – a sensibilizzare ed educare i turisti tradizionali verso pratiche di mobilità più sostenibili? Ad esempio, i turisti che attualmente usano veicoli a combustione potrebbero, grazie al vostro progetto, ripensare la propria idea di mobilità. Quali strategie ritenete più efficaci per agevolare questo cambio di mentalità?
Wolfram Sparber
Realizzare l’infrastruttura ha un duplice scopo. Da un lato, serve a far star bene chi possiede una bici o un veicolo elettrico, permettendo loro di muoversi in tranquillità. Dall’altro lato, la visibilità dell’infrastruttura ha un effetto persuasivo: chi oggi guida un veicolo a combustione e non vede stazioni di ricarica in zona è meno propenso a passare all’elettrico. All’inizio del progetto Mobster abbiamo condotto dei survey che hanno evidenziato proprio questo aspetto: la presenza regolare di infrastrutture ben distribuite – e posizionate in punti ben visibili e trafficati – rende il passaggio a tecnologie elettriche più appetibile, anche perché gli utenti vedono altri che già utilizzano queste soluzioni
Tommaso Marcoli
L’ultima domanda: considerando che nei territori montani la principale attrattività è rappresentata dalla montagna, ma che vi sono anche laghi (come il Lago Maggiore, il Lago d’Orta, ecc.), avete pensato a soluzioni alternative per rendere navigabile il Lago Maggiore con imbarcazioni elettriche – come motoscafi o barche a trazione elettrica –? Intendete, inoltre, sensibilizzare i grandi porti (come Stresa e Arona) ad adottare infrastrutture per accogliere navi di nuova generazione?
Wolfram Sparber
Il Presidente di Alpitronic ci ha proposto due iniziative interessanti. Da un lato, è stata acquistata una nave elettrica per effettuare visite guidate, rivolte soprattutto a scuole e gruppi di giovani, in una zona protetta (la riserva naturale di Fondotoce) dove le barche a motore tradizionali non possono operare senza disturbare flora e fauna. Dall’altro, abbiamo realizzato simulazioni teoriche per valutare le distanze, i pesi e la capacità di trasporto delle barche attualmente in uso, in particolare sul Lago d’Orta, per verificare la possibilità di elettrificare i traghetti. Sebbene, al momento dei nostri studi, le esperienze fossero ancora nascenti (con modelli operativi prevalentemente dalla parte tedesca), è emerso un potenziale concreto. Ad esempio, il gestore dei trasporti pubblici del Lago Maggiore ha richiesto l’avvio di un nuovo servizio, che in passato era stato dismesso, basato su barche elettriche. Anche se la decisione finale era ancora in sospeso, riteniamo che si tratti di una prospettiva promettente per ridurre sia l’inquinamento che il rumore nei laghi.