Come funziona una gara auto? I segreti del Ferrari Challenge

Il Ferrari Challenge è il programma sportivo dedicato ai clienti - e non solo - del marchio del Cavallino. Un campionato competitivo tutto da raccontare

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a cura di Tommaso Marcoli

Editor

Non esiste connessione più forte: Ferrari è il motorsport; il motorsport senza Ferrari non sarebbe la stessa cosa. Chiunque immagini una gara di automobili, visualizza una Ferrari rossa che corre lungo un circuito. Così è da sempre ed è difficile immaginare un futuro quando così non sarà. L'identità sportiva del marchio è troppo forte, troppo viva nella passione, troppo radicata nelle aspettative dei piloti stessi. Ferrari ne è consapevole, di questo suo patrimonio se ne prende cura e il Ferrari Challenge è uno degli esempi più efficaci e longevi di come continuare ad alimentare la voglia di Ferrari e delle corse in tutto il mondo. Maranello ha inaugurato l'inizio del campionato 2025 corse clienti a Monza: storico tempio della velocità. Il veicolo, derivato dalla Ferrari 296 GTB stradale, è stato concepito senza il sistema ibrido per ottimizzare i costi di gestione e semplificare gli interventi tecnici. La nuova vettura da competizione, che trae ispirazione aerodinamica dalle auto da corsa di categoria GT3, sostituisce la Ferrari 488 Challenge Evo nelle competizioni Challenge in giro per il mondo. Perché il campionato monomarca è, a tutti gli effetti, un mondiale.

Evoluzione storica del Ferrari Challenge

L'eredità del Ferrari Challenge affonda le proprie radici nel 1993, quando la prima edizione venne inaugurata utilizzando vetture derivate dalla Ferrari 348. Nel corso dei decenni, questo formato competitivo riservato al marchio di Maranello ha registrato un'espansione significativa, arrivando a comprendere quattro distinte serie internazionali e regionali: Europa, Nord America, Regno Unito, Giappone e la recentissima Australasia. Andrea Mladosic, responsabile del Ferrari Challenge e del programma Corso Pilota, evidenzia una crescita "decisamente esponenziale" del campionato, con la serie europea giunta alla sua trentatreesima edizione. La stagione corrente conta 71 partecipanti nel solo campionato europeo, con previsioni di incremento fino a 78 iscritti entro il termine della competizione. Dati analoghi caratterizzano anche le altre serie, per un totale complessivo di oltre 210 piloti clienti attivi nei cinque campionati. Si tratta di una quantità di iscritti formidabile e in continua crescita.

Caratteristiche tecniche dell'auto

La progettazione della Ferrari 296 Challenge riflette un'attenta considerazione verso i destinatari del campionato: non esclusivamente "gentleman driver", ma anche giovani talenti provenienti dal mondo del karting in cerca di visibilità nel motorsport. Gli ingegneri della casa di Maranello hanno sviluppato un'automobile che, nell'aspetto estetico, presenta significative similitudini con la Ferrari 296 GT3. Le soluzioni aerodinamiche adottate consentono alla vettura di generare 870 chilogrammi di deportanza a 250 km/h, rappresentando un miglioramento del 18% rispetto al modello precedente.

La motorizzazione si avvale del propulsore 3.0 V6 biturbo della versione stradale, opportunamente modificato con l'eliminazione del sistema ibrido e potenziato fino a raggiungere 700 CV con 740 Nm di coppia. Questa configurazione permette di ottenere un rapporto potenza/cilindrata estremamente elevato, pari a 234 CV per litro. Il sistema di trasmissione utilizza un cambio robotizzato a doppia frizione con sette rapporti, mentre l'impianto frenante carboceramico è stato progettato per garantire prestazioni costanti durante l'intera stagione agonistica senza necessità di sostituzione.

Nell'ottica di mantenere costi di gestione sostenibili, Ferrari ha adottato l'utilizzo di materiali compositi in fibra limitatamente all'alettone posteriore, mentre elementi come splitter e diffusore sono realizzati in materiali plastici più economici. L'abitacolo presenta una configurazione specifica con plancia comandi dedicata, schermo per la visione posteriore e volante sportivo derivato dalla Ferrari 488 Challenge Evo. È stata inoltre prevista l'installazione di un sedile passeggero amovibile per accogliere istruttori o ospiti. Per rispettare le normative acustiche di determinati circuiti, la 296 Challenge può essere equipaggiata con silenziatori specifici, mentre sistemi elettronici avanzati come ABS e controllo di trazione facilitano l'approccio alle prestazioni limite della vettura.

Una piattaforma per clienti e futuri campioni

Il Ferrari Challenge si conferma una competizione concepita primariamente per i clienti del marchio, con le concessionarie ufficiali che assumono il ruolo di vere strutture sportive. L'attenzione verso i piloti-clienti rappresenta un elemento fondamentale, come sottolinea Mladosic: "Il rapporto col cliente è basilare: è importantissimo creare quell'ambiente all'interno del quale il cliente si sente soddisfatto". La competizione è articolata in quattro categorie (Pirelli, Pirelli Am, Shell e Shell Am) per differenziare i partecipanti in base alla loro esperienza, con un'età media dei concorrenti intorno ai 45 anni. L'Italia è il Paese più rappresentato all'interno del campionato europeo.

Oltre a offrire un'esperienza agonistica esclusiva per piloti non professionisti, il Ferrari Challenge ha dimostrato di essere un efficace trampolino di lancio per giovani promesse dell'automobilismo. L'esempio più significativo è rappresentato da Nicklas Nielsen, vincitore del campionato nel 2018 e successivamente della 24 Ore di Le Mans nel 2023. Antonello Coletta, Global Head of Ferrari Endurance and Corse Clienti, evidenzia con soddisfazione come il campionato sia diventato "molto formativo per i giovani piloti", citando anche il percorso professionale di Alex Palou, successivamente affermatosi nel campionato IndyCar. Ferrari ha inoltre svolto un ruolo pionieristico nell'inclusione, essendo stata la prima a schierare un equipaggio interamente femminile e ad annoverare una campionessa tra i propri vincitori.

Con l'introduzione della Ferrari 296 Challenge, il campionato monomarca del Cavallino Rampante si proietta verso un futuro caratterizzato da maggiore competitività ed emozioni, confermando una formula di successo che coniuga la passione per l'automobilismo sportivo con l'eccellenza ingegneristica delle vetture Ferrari. L'entusiasmo dei partecipanti per il nuovo modello è già evidente, come confermato dalle parole di Mladosic: "È una macchina davvero straordinaria ed è stata accolta con grande entusiasmo dai clienti". Merito di un ottimo equilibrio tra prestazioni e facilità di utilizzo: come ribadito, non tutti i piloti sono professionisti e mantenere contenuti sportivi ma con prestazioni sfruttabili è stata una della sfide più impegnative.

Tommaso Marcoli
 l programmi Ferrari Corse Clienti offrono ai piloti gentlemen non professionisti, e anche a giovani talenti, l’opportunità di vivere l’esperienza della pista ai massimi livelli. Qual è il valore strategico di questa divisione per il marchio Ferrari? 
Tommaso Marcoli
Antonello Coletta
Intanto è bene ricordare che Ferrari è l'unico costruttore al mondo che ha una filiera come quella che rappresentiamo noi. Noi partiamo dai corsi di pilotaggio, sono circa 600-700 i clienti che nell'anno partecipano ai nostri corsi, che sono riservati solo ai clienti, contrariamente a quello che fanno molti altri brand. Noi organizziamo corsi solo per chi è proprietario di Ferrari. Abbiamo il Ferrari Challenge, presente in tutti i continenti, abbiamo dei progetti speciali, programmi speciali, quali XX Programme F1 clienti, Sport Prototipi Clienti, Club Competizioni GT e poi tutto il mondo dell'endurance, GT3, prototipi. Tutto questo è qualcosa che non ha nessun altro
Antonello Coletta
Tommaso Marcoli
Qual è il valore di queste attività sportive per Ferrari, non solo in pista ma anche come business unit e piattaforma di marketing? Come contribuiscono a rafforzare il brand e la fedeltà dei clienti?
Tommaso Marcoli
Antonello Coletta
È qualcosa di molto importante, è una business unit tra le più significative che ci sono in azienda. È un'ottima piattaforma di marketing perché attraverso la possibilità di organizzare eventi come quello dove siamo oggi. Non c'è solo il Ferrari Challenge: c'è il Club Challenge, ci sono gli hotlaps, ci sono delle attività che i concessionari fanno collaterali alle gare, per cui invitano prospetti, invitano clienti, fanno dei test drive intorno al circuito. Noi sfruttiamo queste piattaforme a 360 gradi per cercare di costruirci poi intorno molte più attività di quelle che uno semplicemente vede. C'è una fidelizzazione verso il brand. L'esempio di quanto siamo cresciuti dopo essere sbarcati nella massima categoria dell'endurance, con il prototipo 499P nella Hypercar del Mondiale Endurance, è la testimonianza di quanto sia significativo tutto quello che facciamo. Dunque abbiamo generato clienti in più, abbiamo generato amore verso il brand, un ritorno a quello che era il DNA di Ferrari che si è formato proprio con l'endurance, con le gare di durata. Se pensiamo agli anni '50, agli anni '60, quello che ha significato l'endurance per la Ferrari ha permesso poi di creare il mito. Dunque è continuare ad alimentare il mito, è continuare a rafforzare il brand. Sono parecchi i valori che si legano a questo concetto di attività sportiva che ormai portiamo avanti da oltre 25 anni
Antonello Coletta
Tommaso Marcoli
A livello di ricadute tecnologiche, le auto che sviluppate in pista, penso in particolare ai prototipi, hanno poi delle ricadute sui prodotti di serie? Lavorate a stretto contatto con la divisione che si occupa delle auto stradali, ci sono delle ricadute, delle connessioni tra di voi?
Tommaso Marcoli
Antonello Coletta
Direi di sì. Proprio recentemente stiamo spiegando ai nostri clienti l'importanza che c'è stata tra lo sviluppo della 499P e la F80: parecchie componenti sono derivate dalla nostra macchina da corsa, parecchie esperienze sono derivate dalla nostra macchina da corsa. Stessa cosa la possiamo dire per la 296, dove sia nell'ambito Challenge sia nell'ambito GT3, abbiamo sperimentato parecchie parti che poi ritroviamo sulla macchina stradale. Questo non significa focalizzarsi soltanto su questo tipo di vetture, piuttosto lavorare a stretto contatto con la direzione tecnica prodotto, che è parte integrante di quello che sono le scelte tecniche che vengono prese, gli sviluppi che vengono fatti per le macchine da corsa, fa sì che ci sia questo scambio continuo di dati. Ci troviamo con un motore 6 cilindri che oggi dal Challenge fino all'Hypercar ha la stessa architettura di partenza, ecco un altro esempio. Abbiamo la parte elettrica della 499P e quella della F80 che sono quasi in comune. Per cui per noi è un dialogo molto importante ed è un altro di quei motivi per i quali siamo ritornati  nell'endurance con i prototipi, proprio perché volevamo portare alla massima espressione concetto dell'esasperazione tecnologica. E dove puoi testare certe soluzioni se non ai massimi livelli del racing? Tutto questo oggi lo stiamo vedendo come arricchimento del nostro prodotto
Antonello Coletta

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