BYD Dolphin, cosa mi piace e cosa no | La mia prova

BYD Dolphin è un'elettrica compatta pensata per chi si sposta per lo più in città e in extraurbano, caratterizzata da un prezzo di acquisto davvero interessante.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

La BYD Dolphin è una elettrica compatta, dal prezzo di listino, di partenza, di 33.790 euro (nel momento della prova) per l’allestimento Comfort, che sale a 35.790 euro se vorrete la versione “Design”, che è praticamente la full optional. Fari a LED, tetto panoramico, cerchi in lega, specchietti retrovisori ripiegabili e riscaldati, volante multifunzione, sedile riscaldato, sistema audio con 6 altoparlanti, Android Auto e Apple Carplay, telecamera di parcheggio a 360°, una dotazione completa di ADAS, pompa di calore e tanti altri accessori più classici fanno della Dolphin un’auto completa a cui è difficile chiedere di più in termini di dotazione. L’ho guidata per alcune settimane, vediamo cosa mi ha convinto e cosa invece mi ha convinto meno di questa BYD Dolphin.

Cosa mi piace

Non sono un fan delle auto del segmento C, trovo il design delle berline compatte sempre un po’ tozzo e poco attraente, e molti pochi modelli riescono a comunicare una sensazione differente grazie a qualche magia che modella la carrozzeria per renderle più filanti e sportive. La Dolphin non è tra queste, ma siccome l’estetica è sempre soggettiva, lascio che siate voi a giudicare. Di certo posso dire che BYD ha cercato di impreziosire la Dolphin con un mix di linee geometriche e affusolate, che assieme creano quella potrebbe essere definita una World Car: non si esagera con la fantasia, e il risultato può piacere a molti, o quantomeno non dispiacere.

Entriamo nell’abitacolo e ci attendono dei sedili dalle linee più sportive di quello che si potesse immaginare. L’abitacolo è accogliente e ci sono tanti porta oggetti. Il design interno, ispirato al mare per forme e colori sinuosi, può piacere come non piacere. Le BYD hanno tutte un approccio molto “organico” nelle forme, e personalmente trovo il risultato sempre piacevole.

Particolarmente comodo il supporto nel bracciolo che permette di inserire quasi completamente lo smartphone, mentre lo caricherà grazie alla superficie a induzione. Al centro c’è il grande schermo, sempre apprezzabile, che si può anche ruotare di 180 gradi.

Non mi è chiaro quanto questa soluzione possa essere veramente utile, probabilmente non lo é, ma a qualcuno piacerà. Il software di BYD è abbastanza intuitivo, forse non particolarmente attraente come grafica, ma ha tutte le funzioni necessarie. È compatibile Android Auto e Carplay wireless. Peccato che quando userete Carplay dovrete mettere lo schermo in orizzontale, poiché non è in grado di sfruttarne solo una parte o di organizzare le applicazioni in formato verticale.

Il volante s’impugna bene, ha un’inclinazione che offre un buon controllo, non è né troppo grande né troppo piccolo. I comandi a volante sono implementati bene, è possibile controllare praticamente tutto, il click dei pulsanti è piacevole e sicuro, così come la rotellina per il volume. 

Ci sono varie motorizzazioni, e la più potente è in grado di generare 204 cavalli elettrici, con un buono spunto e prestazioni generali. Tuttavia la potenza di questo motore è forse superiore a quello che l’auto può offrire in termini di telaio, sospensioni e quindi, in generale, al modo in cui l’auto aggredisce la strada.

Questo dovrebbe forse essere un capitolo inserito tra le cose che non mi sono piaciute, ma in realtà pensare alla BYD Dolphin come un’auto sportiva sarebbe un po’ esagerato, e quindi è meglio considerarla un’auto comoda in grado di offrire, quando serve, più potenza e spunto di quello che solitamente avrete bisogno. Quello che sto dicendo è che fino a quando viaggerete tranquilli la Dolphin è piacevole, morbida, comunica bene la strada, ma quando inizierete a schiacciare troppo sull’acceleratore e prendere qualche curva più velocemente del normale, ecco che l’auto si scompone più del necessario, diventa poco precisa in frenata e, addirittura, se schiaccerete a fondo l’acceleratore con le ruote non perfettamente perpendicolari alla strada, slitteranno senza tregua. 

Dietro si viaggia comodi, anche in tre. Ci sono anche due porte USB-C per la ricarica dei telefoni e un piccolo vano in cui inserirli.

L’autonomia è di circa 400 chilometri, abbastanza reali se consideriamo una carica completa. Potete puntare ai 350 chilometri di autonomia di sicurezza, oltre cui iniziare a cercare una soluzione di ricarica. Non sembra un risultato fenomenale, ma considerando la batteria da 60 kWh il risultato è buono. In una notte, con la presa di casa, quindi con ricarica a meno di 2 kWh, riuscirete a ricaricare la batteria di circa il 30%. 

La dotazione di ADAS è completa, e anche se la frenata di emergenza e il riconoscimento di corsia ogni tanto intervengono più del necessario, alla fine funziona tutto a dovere.

Cosa non mi piace

Tra le cose che non mi sono piaciute c’è sicuramente il bagagliaio manuale, che vista la lunga lista di accessori sembra quasi un’anomalia, e le dimensioni del bagagliaio stesso non fanno gridare al miracolo. Tuttavia il bagagliaio ha un doppio fondo, in cui potrete inserire i cavi di ricarica ma, in realtà, anche molto altro. Nonostante questa bella soluzione, considerando che il piano del doppio fondo allinea il pianale eliminando lo scalino, la capacità totale rimane limitata.

Lo schermo anteriore, quello posizionato davanti al volante, anche nel caso della Dolphin sembra quasi un’aggiunta al progetto originale: è piccolo, con una risoluzione bassa e le informazioni raggruppate in maniera non particolarmente attraente. Fa il suo, ma stona un po’ con tutto il resto; poteva essere integrato meglio o BYD poteva fare una scelta coraggiosa in stile Tesla ed eliminarlo del tutto, implementando le informazioni necessarie nello schermo centrale (dando anche più enfasi alla possibilità di ruotarlo in verticale, organizzando le informazioni al meglio.

A proposito di coraggio, poco sotto allo schermo centrale, BYD ha implementato un elemento cilindrico diviso in sezioni, e ogni sezione è un pulsante che permette di accedere ad alcuni comandi veloci. Viene spontaneo cercare di ruotare le singole sezioni, ma in realtà sono dei normali pulsanti, e dopo il disorientamento iniziale non avrete problemi a interagire; ad eccezione fatta per la manopola più a destra, che è effettivamente una manopola per regolare il volume, ma che è anche un pulsante per accendere o spegnere l’infotainment. Insomma, è inutilizzabile, ogni volta che cercherete di regolare il volume spegnerete l’infotainment; meglio usare il volume a volante. Ogni tanto Carplay non si connetteva, è successo almeno il 30% delle volte che ho usato la Dolphin in circa un mese di prova. 

Ho detto che dietro si viaggia bene, e lo ribadisco, peccato che non ci sono un paio di bocchette per l’aria, così da rendere il viaggio ancora più piacevole permettendo ai passeggeri di regolare la temperatura.

Tramite un pulsante sulla plancia centrale, oltre alla modalità di guida che regola il modo in cui viene erogata la potenza del motore, c’è anche la possibilità di scegliere l’intervento della frenata rigenerativa, ma in nessun caso è possibile abilitare la one pedal drive. C’è un freno di stazionamento automatico alla pressione del pedale del freno fino in fondo, ma dovrete sempre usare due piedi per guidare.

Chi dovrebbe acquistarla

La BYD Dolphin è un’auto elettrica che ha diversi punti discordanti. Da una parte offre un’autonomia buona, considerando ovviamente il rapporto tra la dimensione della batteria e la media del mercato, ma non permette di effettuare ricariche estremamente veloci, limitando il tipo di viaggi che può fare (massimo AC 11 kW / DC 88 kW, a seconda dell'allestimento). Dietro si viaggia bene, con anche un bel poggiabraccia e due porte USB-C, ma si sente la mancanza di bocchette d’aria con cui regolare la temperatura. Il motore e fin troppo potente ma telaio e ammortizzatori non permettono di gestire tutta questa potenza e costringono a viaggiare rilassati. Ma se ci fosse la one pedal drive si riuscirebbe a godere maggiormente del tipo di andatura che l’auto suggerisce. Insomma, è un’automobile che nasconde un po’ di controsensi per come è stata realizzata. 

Ma nessuno di questi è tale da rappresentare un vero difetto e considerando le qualità e caratteristiche della Dolphin, è un’auto elettrica per gli spostamenti a corto e medio raggio, perfetta per la città e per il weekend, per chi cerca un’auto confortevole e non troppo grande. È quasi d’obbligo avere la possibilità di ricaricare l’auto a casa, anche tramite la presa di corrente classica, per riuscire a gestirla bene. Il prezzo è, come tutte le elettriche, sopra alla media, ma se riuscirete ad accedere agli incentivi e portare il prezzo di una delle dotazioni top di gamma sotto i 30 mila euro (magari vicino ai 25mila euro), allora potrebbe essere un buon acquisto (a patto che vi piaccia e non consideriate alcune scelte BYD incompatibili con il vostro modello d’uso). 

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