Le auto elettriche sono solo agli inizi della loro storia e tutti i produttori automobilistici, sia quelli storici sia quelli appena entrati sul mercato, sono in cerca di novità tecniche, avanzamenti tecnologici che permettano alle auto elettriche di andare sempre più incontro alle necessità dei guidatori di tutto il mondo: uno degli ambiti dove c’è più speranza di innovazione è quello delle batterie, con l’obiettivo di trovare una tipologia di batteria che sia sufficientemente economica da produrre, realizzata con materiali semplici e comuni scongiurando l’utilizzo di terre rare, e possibilmente anche sicura ed efficiente dal punto di vista energetico.
Oltre alle batterie allo stato solido, di cui vi abbiamo parlato di recente in un articolo dedicato, c’è un altro tipo di batteria, molto più avanti nel percorso di sviluppo tanto da essere già utilizzata su diversi veicoli, che ha fatto grandi promesse sia in tema di sicurezza, sia per quanto riguarda la possibilità di produrre queste batterie con costi contenuti: stiamo parlando delle batterie lamellari di BYD, le cosiddette “Blade Battery”, che uniscono una composizione chimica di tipo LFP (litio-ferro-fosfato) a un design particolare che permette di aumentare il numero di celle installate nel pacco batteria.
In Italia il nome BYD probabilmente non ha una gran risonanza, ma la casa cinese sta diventando molto rapidamente una delle maggiori esponenti del mondo della mobilità elettrica in Cina, e questo significa che ha una potenza di fuoco sufficiente a espandersi anche in altre zone del mondo, come del resto sta già facendo con i primi esperimenti di commercializzazione in Europa.
Blade Battery, la struttura
Iniziamo a parlare proprio della particolare struttura di queste batterie lamellari: a differenza delle classiche celle cilindriche o a forma di parallelepipedo, queste celle sono lunghe e sottili e sono installare una a fianco all’altra all’interno del pacco batteria in una struttura “cell-to-pack”, senza moduli intermedi. E’ proprio l’assenza di moduli intermedi che permette di aumentare la densità energetica della batteria, poiché si può installare un maggior numero di celle nello stesso spazio.
Questo dettaglio fa sì che si possa compensare la naturale densità energetica più bassa delle batterie di tipo LFP nei confronti delle normali batterie agli ioni di litio: ogni cella di tipo lamellare di BYD è certificata per un valore di 166 Wh/kg, e una volta assemblate insieme il valore scende a 150 Wh/kg – considerate che le batterie attualmente utilizzate da Tesla si aggirano intorno ai 250 Wh/kg.
Grazie alla struttura cell-to-pack che può vantare, questo tipo di batteria è particolarmente modulabile e può assumere molte forme e dimensioni, a seconda della struttura su cui verrà installata: questo rende il lavoro di progettazione delle auto molto più semplice, poiché è sufficiente prevedere lo spazio per la batteria e poi sarà quest’ultima ad adattarsi, riducendo costi e tempi di sviluppo.
Le batterie lamellari sono più sicure
Il tema della sicurezza è di fondamentale importanza nel mondo automobilistico, ancor di più in quello delle auto elettriche: avrete quasi sicuramente sentito parlare degli incendi che si scatenano dalle batterie agli ioni di litio, particolarmente pericolosi e difficili da spegnere.
In occasione della presentazione ufficiale delle batterie lamellari, BYD si è soffermata anche su questo aspetto importantissimo: le Blade Battery di BYD hanno già dimostrato capacità sorprendenti per quanto riguarda il test di penetrazione di un chiodo. Le batterie di BYD, una volta bucate con un chiodo, non hanno mai superato i 60°C di temperatura, contro i 200 e passa toccati da batterie concorrenti. Inoltre, BYD ci tiene a sottolineare i test di manipolazione che ha condotto sulle sue celle, che sono state schiacciate, piegate, surriscaldate in ambienti fino a 300°c di temperatura e sovraccaricate fino al 260% senza aver mai registrato principi di incendio o episodi pericolosi come un’esplosione.
Batterie BYD per Tesla più economiche?
Negli ultimi giorni si è tornato a parlare con insistenza di batterie lamellari in seguito al possibile interesse di Tesla, che potrebbe utilizzarle per dare vita a modelli più economici: oggi Tesla utilizza già batterie di tipo litio-ferro-fosfato per le versioni Standard Range della Model 3 e della Model Y, e secondo le ultime voci provenienti da fonti affidabili, la casa di Elon Musk avrebbe già iniziato a utilizzare le batterie lamellari di BYD per la Model Y presso la Gigafactory fuori Berlino, in Germania.
Per il momento Tesla non ha confermato ufficialmente la notizia, ma sappiamo che le Model Y SR prodotte a Shanghai utilizzano le batterie LFP prodotte da CATL ed è quindi assai probabile che sia stata mantenuta la stessa tipologia di composizione chimica della batteria per la Model Y prodotta in Europa.
Secondo dei documenti che Tesla ha presentato ad agosto 2022, la Model Y con batteria strutturale fornita da BYD dovrebbe disporre di 55 kWh che si traducono in un’autonomia sul ciclo WLTP di 440 km, mentre la Model Y prodotta in Cina con batterie LFP di CATL arriva a 60 kWh e 455 km di autonomia WLTP.