Il crescente mercato delle auto elettriche sta rappresentando un raggio di luce per il gruppo Volkswagen, che ha registrato un notevole incremento nelle vendite globali di veicoli a batteria nei primi tre mesi dell'anno. Con 216.800 BEV (Battery Electric Vehicles) consegnati nel primo trimestre, il colosso automobilistico tedesco ha segnato un balzo in avanti del 58,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Tuttavia, dietro questi numeri complessivamente positivi si nasconde una realtà più complessa, che vede la Cina trasformarsi da terra promessa a terreno di battaglia sempre più ostico per i produttori occidentali.
Il Vecchio Continente si conferma il mercato più ricettivo per le elettriche di Wolfsburg, con 158.100 veicoli consegnati e un impressionante aumento del 112,6%. Anche gli Stati Uniti mostrano segnali incoraggianti con 19.900 unità (+51%), mentre il resto del mondo contribuisce con 12.800 veicoli, segnando un incremento del 63,7%. Il contrasto con il mercato cinese non potrebbe essere più netto: in quello che rappresenta il più grande bacino automobilistico globale, Volkswagen ha subito un crollo del 36,8% nelle vendite di elettriche, fermandosi a sole 25.900 unità.
Le difficoltà del gruppo tedesco in Cina non si limitano al segmento delle auto elettriche, ma si estendono all'intero portafoglio di prodotti. Nel trimestre appena concluso, Volkswagen ha commercializzato globalmente 2.133.600 veicoli (inclusi commerciali e pesanti), registrando una modesta crescita dell'1,4%. Questo risultato è stato possibile grazie alle performance positive registrate praticamente in tutte le aree geografiche: l'Europa occidentale ha segnato un +3% (814.000 unità), quella centro-orientale un +7,9% (125.800), mentre Nord America e Sud America hanno rispettivamente incrementato del 4,4% (237.200) e del 16,6% (138.200).
Il mercato cinese, dove un tempo i produttori tedeschi godevano di un prestigio quasi inattaccabile, ora presenta un quadro decisamente diverso: con 644.100 vetture vendute, Volkswagen ha subito un calo del 7,1%. Questo arretramento è particolarmente doloroso considerando che fino a pochi anni fa la Cina rappresentava il principale motore di crescita per molti costruttori occidentali.
Guardando ai singoli marchi, il brand Volkswagen guida la carica elettrica con 95.200 BEV consegnati (+39,6%), ma è Porsche a stupire con un incredibile balzo del 326,4%, traducibile in 18.400 vetture elettriche. Anche Seat/Cupra e Skoda mostrano risultati eccellenti, con incrementi rispettivamente del 167,4% (18.600 unità) e del 93,3% (27.000). Audi completa il quadro positivo con 46.400 BEV e una crescita del 30,1%.
L'analisi delle vendite complessive per brand rivela ulteriori dinamiche interessanti. I marchi Core del gruppo (Volkswagen, Skoda e Seat/Cupra) hanno complessivamente aumentato le consegne del 3,7%, raggiungendo 1,6 milioni di unità. Al contrario, i marchi Premium e di lusso, raggruppati sotto l'etichetta Progressive, hanno registrato una contrazione del 3,3%, fermandosi a 388.800 veicoli.
Strategie di adattamento in un mercato in evoluzione
Particolarmente indicativo della crisi cinese è il caso di Porsche, che nonostante l'esplosione nelle vendite di elettriche, ha visto le sue consegne totali diminuire del 7,9% (71.500 unità), principalmente a causa del crollo del 42% registrato proprio in Cina. Questo dato sottolinea come persino i marchi di lusso, tradizionalmente più resilienti ai cambiamenti di mercato, stiano subendo l'aggressiva concorrenza dei produttori locali.
Non è un caso che Volkswagen abbia annunciato la presentazione di tre nuovi concept elettrici al prossimo Salone di Shanghai. Questa mossa rappresenta un chiaro tentativo di riconquistare terreno in un mercato che è sempre più dominato dai produttori locali, capaci di offrire tecnologie avanzate a prezzi competitivi e perfettamente calibrate sui gusti dei consumatori cinesi.
Il gruppo tedesco si trova quindi di fronte a una sfida duplice: da un lato accelerare la transizione verso la mobilità elettrica nei mercati occidentali, dove la domanda è in forte crescita; dall'altro, reinventare la propria strategia in Cina, dove essere un brand straniero non rappresenta più automaticamente un vantaggio competitivo, ma richiede una comprensione profonda delle specifiche esigenze locali e una capacità di adattamento senza precedenti.
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