Il successo e la diffusione delle auto elettriche dipenderanno anche dall’evoluzione dell’infrastruttura di ricarica, che ad oggi resta una delle note dolenti: chi non ha a disposizione un box privato dove ricaricare l’auto nottetempo deve affidarsi alle colonnine pubbliche, che non sempre sono affidabili, disponibili o persino presenti. Per questo motivo il Governo e il Ministero della Transizione Ecologica hanno stanziato 90 milioni di euro dedicati all’acquisto e all’installazione di infrastrutture e colonnine di ricarica per auto elettriche, dando il via all’iniziativa bonus colonnine che prevede un contributo statale a fondo perduto del 40%.
L’iniziativa è dedicata alle aziende, agli enti pubblici e ai privati che svolgono un’attività commerciale, e ogni richiedente può presentare una sola domanda di risarcimento. I 90 milioni messi a disposizione dal Governo sono così ripartiti: l’80% della cifra è destinata alle imprese che hanno intenzione di eseguire interventi con un valore inferiore a 375mila €, il 10% per gli interventi di cifra superiore, e il restante 10% per le persone fisiche nell’esercizio di attività di impresa.
Le imprese che vorranno accedere al bonus colonnine del 40% dovranno rispettare alcuni requisiti fondamentali: innanzitutto l’azienda deve avere sede in Italia e deve risultare in attività, inoltre si deve essere regolarmente iscritti al Registro Imprese con iscrizione Ines e Inail avendo una posizione contributiva regolare, e infine non si deve aver fatto richiesta di altri contributi che facciano parte dello stesso decreto del Ministero della Transizione Ecologica. Questi requisiti escludono quindi tutte le aziende in stato di difficoltà, o con procedure in atto o sottoposte a sanzioni interdittive.
Leggermente diversi i requisiti per i professionisti, che dovranno risultare in regola con gli adempimenti fiscali, con il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, e dovranno avere un volume di affari non inferiore al valore dell’infrastruttura di ricarica per la quale si richiede il bonus colonnine. Coloro che operano sotto regime forfettario potranno accedere al bonus e chiede un contributo su strutture di ricarica che non superino il valore di 20.000 euro.
Come anticipato in apertura, il decreto prevede un contributo del 40% sulle spese ammissibili, e l’erogazione è gestita dalla società Invitalia che segue la tabella importi riportata nel decreto; gli importi variano anche in base al tipo di infrastruttura installata, che si tratti di corrente alternata o continua. Parlando di corrente alternata con potenza compresa tra 7,4 e 22 kW, sono previsti 2.500 € di contributo per ogni wallbox installata con singolo punto di ricarica, e 8.000 € di contributo per colonnine con 2 punti di ricarica, mentre in corrente continua è previsto un contributo di 1.000 € a kW per colonnine fino a 50 kW, di 50.000 € a colonnina per impianti a 50 kW, e 75.000 € a colonnina per impianti da oltre 100 kW di potenza.
Ma quali sono le spese considerate ammissibili dal decreto, e quali invece non possono rientrare nel contributo? Fortunatamente il decreto delinea tutto in modo preciso, e di seguito vi riportiamo i dettagli.
Le spese ammissibili sono solo le spese soggette a fatturazione elettronica, e tra queste troviamo le spese legate all’acquisto e alla messa in opera delle infrastrutture di ricarica, tra cui risulta l’installazione di colonnine, di impianti di elettrici, e la realizzazione di opere edili strettamente correlate e necessarie all’installazione degli impianti. Sono ammessi anche i costi per la connessione alla rete elettrica preesistente, con un massimale del 10%, e lo stesso limite è imposto anche sui costi di progettazione, di direzione dei lavori, di sicurezza e di collaudo.
Tra le spese non ammissibili invece troviamo tutte le imposte, le tasse e gli oneri, le consulenze, i terreni o gli immobili coinvolti nel progetto, i costi relativi alle autorizzazioni edilizie, alla costruzione e all’esercizio, e tutti quei costi che riguardano servizi legati all’installazione e al collegamento alla rete elettrica.
Tramite il sito del Ministero della Transizione Ecologica è possibile presentare domanda per ricevere il bonus colonnine, e il processo richiede che vengano allegate le descrizioni degli investimenti fatti, oltre alla segnalazione dei risultati attesi e alla dichiarazione IVA. La risposta del Ministero dovrebbe arrivare entro 120 giorni e comunque in ordine cronologico in base al ricevimento delle domande, previa verifica della bontà della domanda ricevuta e della documentazione allegata. In caso di domanda respinta, si riceverà comunque una comunicazione dal Ministero entro 120 giorni.
Ma non c’è solo il decreto del Ministero della Transizione Ecologica ad aiutarci nell’allargamento dell’infrastruttura di ricarica: grazie al Decreto Rilancio e al Superbonus 110% è possibile beneficiare del bonus fiscale anche sull’installazione di infrastrutture dedicate a veicoli elettrici, ottenendo un rimborso fiscale in 5 quote.
Ogni contribuente ha un limite di spesa di 3000 €, con restrizioni specifiche in base al tipo di immobile: se si vive in un condominio e vengono installate più di 8 colonnine, il rimborso è di 1.200 € per ogni colonnina; se si vive in condominio dove vengono installate meno di 8 colonnine, il rimborso sale a 1.500 €, mentre in caso si installi una colonnina di ricarica in edifici unifamiliari o in abitazioni indipendenti, il valore del rimborso arriva a 2.000 €.
Il Superbonus 110% per l’installazione di colonnine di ricarica per auto elettriche sarà valido fino al 30 giugno 2022 per gli edifici unifamiliari o con un massimo di 4 unità abitative, mentre per i condomini più grandi la data ultima è il 31 dicembre 2022. Gli enti pubblici avranno più tempo per approfittare dell’iniziativa, con la data ultima fissata al 30 giugno 2023. Entro queste date, a seconda della categoria di appartenenza, bisognerà aver realizzato i lavori di installazione e bisognerà presentare tutta la documentazione richiesta, compresi tutti i documenti che tracciano le spese sostenute durante i lavori.
Infine, anche se non si tratta di un vero e proprio bonus economico, esiste una interessante opportunità per i privati che sono interessati all'acquisto di un'auto elettrica e hanno a disposizione uno spazio privato - box o cortile che sia - dove effettuare la ricarica dell'auto: la società Gestione Servizi Energetici (Gse) del Ministero dello Sviluppo economico ha avviato un'iniziativa che permette l'aumento di potenza gratuito fino a 6 kW sul proprio contatore casalingo (che dovrà essere già un contatore elettronico di 1° o 2° generazione), ma per farlo bisogna già essere dotati di una wallbox installata e certificata. L'aumento di potenza viene gestito direttamente da Gse dopo aver presentato domanda sul sito dedicato, nella sezione 'Servizi' alla voce 'Rinnovabili per Trasporti e Ricarica Veicoli Elettrici', dove si potrà iniziare una nuova pratica fornendo a Gestione Servizi Energetici tutti i dettagli richiesti, tra cui il certificato di conformità dell'impianto di ricarica installato e i documenti d'identità del richiedente. L'effettivo aumento di potenza sarà attivo solo nei weekend e negli orari notturni, così da non sovraccaricare troppo le linee durante il giorno quando i consumi sono più alti. La richiesta di aumento di potenza è da presentare entro il 31 dicembre 2023.
Il bonus colonnine è tratta di un’iniziativa molto importante in quanto la presenza di una maggior quantità di punti di ricarica in spazi privati, come i cortili dei condomini o i parcheggi delle aziende, è senza dubbio un punto fondamentale per aiutare la diffusione dell’auto elettrica: la comodità di poter ricaricare l’auto durante la giornata lavorativa o durante la notte è inevitabilmente uno dei particolari che rende l’auto elettrica molto funzionale ai nostri ritmi quotidiani, perché ci permette di eliminare dalla routine il passaggio dal benzinaio e scongiura quelle situazioni scomode in cui ci si trova con l’auto in riserva mentre si è già in ritardo per andare in ufficio.