Il settore automotive deve fare i conti con le conseguenze della guerra in Ucraina. Tra le aziende più colpite dagli effetti indiretti del conflitto c'è BMW. Il gruppo bavarese, infatti, è stato costretto a interrompere la produzione negli stabilimenti di Monaco e Dingolfing, in Germania, nel sito di Steyr, in Austria, e nell'impianto MINI di Oxford. Ridotta la produzione, invece, a Lipsia e Ratisbona.
Il problema alla base del taglio della produzione è da ricercare nella rete di fornitori. Diversi impianti del gruppo, infatti, sono legati alle forniture dell'azienda tedesca Leoni che ha due impianti in Ucraina. Questi impianti, per ovvie ragioni, sono fermi. La carenza di forniture rende impossibile per BMW mantenere i ritmi previsti.
Nel frattempo, BMW deve fare i conti anche con problemi legati alle sue attività in Russia. L'azienda ha interrotto la distribuzione di veicoli per il mercato russo (un altro elemento che si tradurrà in un taglio della produzione nei suoi stabilimenti europei) ed ha anche interrotto la produzione nel suo impianto di Kaliningrad. Da notare, inoltre, che poco più di un mese fa BMW aveva annunciato un importante investimento in Russia.
La casa bavarese, infatti, ha recentemente rinnovato la partnership con il costruttore locale Avtotor con un investimento di oltre 400 milioni di euro. Attualmente, tale investimento rischia di sfumare a causa della situazione geopolitica in corso e delle sanzioni alla Russia che, di fatto, isolano il Paese, impedendo scambi e accordi commerciali con l'Europa.