In occasione del suo 50esimo anniversario, la divisione sportiva M di BMW ha avviato un programma ricco di attività sportive che spaziano dalla partecipazione al Campionato Italiano GT alla monomarca M2 CS Racing Cup Italy. In aggiunta, il costruttore tedesco, offre la possibilità di partecipare ai BMW Driving Experience di Siegfried Stohr, dei veri e propri corsi di guida sicura con programmi specifici dedicati anche alla guida sportiva e al drifting.
Il parco auto della BMW Driving Experience 2022 è piuttosto variegato e presenta modelli adatti a tutte le esigenze come, ad esempio, BMW M4 Competition, BMW M3 Competition, BMW 220d, BMW M240i xDrive, BMW 128ti, BMW 118d e BMW i3s. Alcuni giorni fa, in occasione della presentazione dei Programmi Sportivi BMW Italia, nella splendida cornice di Misano World Circuit Marco Simoncelli, abbiamo avuto la possibilità di provare diversi in modelli in contesti differenti. Andiamo con ordine:
BMW M240i x Drive
Il debutto della nuova Serie 2 ha incuriosito tutti complice la forma e le proporzioni della scocca che evidenziano le scelte stilistiche del marchio bavarese. A differenza della Serie 3 e Serie 4, la nuova Coupé prevede un maxi-rene con estensione orizzontale che le dona un aspetto più vicino, per certi versi, al modello del passato.
Nonostante non si tratti “di una vera M”, è forse una delle auto più equilibrate che ho provato in occasione dell’evento. I suoi 374 Cv e i 500 Nm di coppia si fanno sentire tutti; l’auto va davvero forte e sale costante a tutte le velocità e in tutti i giri, risultando molto equilibrata. Non ha la cattiveria che forse ci si aspetta dal livello di potenza, ma l’accelerazione è sempre progressiva. Il feeling con l’asfalto è ottimo, mentre il sound è appagante senza essere troppo invadente. Avrei voluto fare qualche giro in più per capirla meglio, un solo lancio non mi ha permesso di testarne le vere potenzialità che ho intravisto, ma penso che possa essere un ottimo compromesso tra auto da viaggio e track day.
BMW 220d Coupé
Tra tutte le auto a disposizione è quella meno indicata per la pista, provata in seguito la M240i la differenza appare abissale, eppure, nonostante questo aspetto, BMW è riuscita a creare una soluzione agile che può essere portata “al limite” senza particolari ripercussioni enfatizzando un comportamento quasi sorprendente.
Ovviamente il peso della vettura non è indifferente, ma con i suoi 190 Cv e 400 Nm di coppia si dimostra una soluzione più che valida per la mobilità quotidiana. Considerato il target, non sorprende che il feeling con l’asfalto non sia vicino a quello di BMW M, rimane comunque molto apprezzabile il piacere di viaggio e l’assistenza dell’elettronica che rende tutta l’esperienza di un livello ancora superiore.
BMW 128ti “SpecialMente”
BMW, tra le numerose attività, ha dato vita ad un programma molto esclusivo ma soprattutto inclusivo. Conosciuto con il nome di SpecialMente, permette a persone con vari livelli di disabilità di cimentarsi in un corso di guida sportiva insieme a tutti gli altri allievi e con la stessa vettura. Le modifiche riguardano solo i comandi perché per il resto la vettura mantiene le stesse prestazioni e caratteristiche di quella che si utilizza nei corsi.
In questo modo la persona con limitata capacità motoria sarà in grado di competere nella medesima maniera con gli altri allievi. Al fine di cercare di comprendere l’eccellente lavoro svolto da BMW, ho deciso di provare ugualmente la vettura; a questo riguardo è doveroso fare una premessa, non ho mai guidato un’auto con comandi al volante, pertanto, da questo punto di vista una persona abituata sarebbe molto più a suo agio.
Appena ci si siede bisogna subito dimenticarsi tutto quello appreso negli anni e studiare da capo la modalità e le impostazioni di guida. Il concetto è lo stesso come sulle altre vetture: premere il freno (in questo caso a mano) e inserire la marcia. Per accelerare si preme con i due pollici mantenendo il volante saldo tra le mani.
Nonostante la mancanza di abitudine, l’utilizzo delle mani consente di dosare acceleratore e freno forse ancora meglio rispetto all’utilizzo dei piedi perché la sensibilità è maggiore. Dopo il primo giro in cui ho cercato di abituarmi, nel secondo ho provato a spingere un po’ di più e, sebbene la mia concentrazione fosse rivolta maggiormente al corretto utilizzo dei comandi, ho cominciato a prendere un po’ di confidenza. In conclusione, da “completo estraneo” posso dire di essere rimasto pienamente soddisfatto: brava BMW!
BMW M4 Competition Coupé a trazione posteriore
Qui entriamo nell’olimpo delle supercar da viaggio: 510 Cv, 650Nm di coppia e 0-100 in 3,5 sec. Fino a qualche anno fa erano numeri davvero riservati alle supercar. Oggi BMW è riuscita a tirar fuori questi risultati su una vettura con finiture curatissime in ogni minimo dettaglio e un gran confort.
L’impronta più rivolta alla sportività che al puro confort qui è evidente. Quando ci si cala nell’abitacolo, pur avendo tutto sotto controllo, ci si trova avvolti dai sedili e si capiscono subito le solide intenzioni dell’auto. Anche se è un aspetto puramente soggettivo, apprezzo l’estetica in ogni sua estensione; il colore scelto da BMW per questo modello è inoltre davvero azzeccato senza risultare troppo aggressivo o stucchevole. Il sound non è esagerato ma sicuramente molto presente. Messa in modalità sport appena si comincia a premere sull’acceleratore la musica cambia e il sedile avvolgente da gara diventa quasi un must.
Con i controlli inseriti è facile da guidare ma si sente scalpitare e si percepisce benissimo l’elettronica che lavora duramente per trattenere l’esplosione del posteriore. La versione provata montava freni carbonceramici, pertanto, inutile dire che con una frenata decisa sembrava di gettare l’ancora. Purtroppo, complice il tempo a disposizione limitato, non ho potuto saggiare la natura concreta della vettura e disinserire i controlli, ma sono sicuro che possa essere una vettura estremamente affilata ed esplosiva, sicuramente non adatta ai neofiti. Complice la presenza della trazione posteriore, l’impressione che si ha in pista è che la vettura, spinta al massimo, possa consumare con estrema facilità i pneumatici posteriori; un comportamento in ogni caso più che regolare per una soluzione di questo tipo.
BMW M4 Competition Coupé xDrive
La modalità xDrive di BMW ha suscitato in me, e nei colleghi, una certa curiosità che non si è placata neanche in seguito ai test su pista. Dopo le prime curve, la sensazione trasmessa dalla vettura è strana e, nonostante l’aumento lieve di massa (circa 60 kg), la dinamica sembra totalmente differente. Non è la prima volta che utilizziamo una variante a trazione integrale, ma il lavoro svolto da BMW è sicuramente eccelso ed è riuscita a realizzare una soluzione che viaggia quasi sui binari.
Al di là delle considerazioni personali, è necessario precisare che questa vettura riesce ad essere 5 secondi più scattante nei test effettuati da BMW rispetto a quella a trazione posteriore. Di contro, quasi come tutte le integrali, appare più “noiosa”, meno imprevedibile, togliendo quindi quel briciolo di “brivido” che invece una trazione posteriore riesce a restituire.
Nonostante l’assenza dei carboceramici, la frenata è apparsa da subito ben incisiva in tutte le sue manifestazioni. Per quanto riguarda il cambio avrei preferito qualcosa di ancora più cattivo in modalità sport, con meno progressione. Nel complesso questo modello è quello che più mi è piaciuto, fermo restando che si tratta di una M “snaturata”, in quanto sprovvista della sua classica trazione posteriore.
GIRO COME PASSEGGERO SU BMW M2 CS
Gli appassionati del marchio e in generale delle auto sapranno sicuramente riconoscere come BMW sia stata in grado di creare una vera e propria arma con la sua M2 CS. I miei pensieri iniziali si sono subito confermati dopo essere salito a bordo di una vettura condotta da un vero pilota. Credetemi, non è la prima volta che giro in pista e spesso e volentieri seguo trackday per pura passione, ma essere in compagnia di un pilota fa rivalutare qualsiasi aspetto in termini di velocità e traiettorie.
Durante le prime curve non pensavo fosse possibile farle a quella velocità. Il pilota è riuscito a seguire le traiettorie nella maniera più naturale possibile, raggiungendo un grip quasi inimmaginabile. Da passeggero sembra di stare a bordo di un’auto di categoria superiore, e non di una “Coupé vitaminizzata”. Fare un campionato con quell’auto dev’essere una cosa indescrivibile e un giro da passeggero è stata comunque un’esperienza mistica.