Benzina ai minimi dal 2021: prezzi in forte calo

La benzina crolla ai minimi dal 2021: prezzi giù nonostante lo stop alle quotazioni internazionali per Pasqua. Cosa succede?

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a cura di Tommaso Marcoli

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Il costo del carburante sta attraversando una fase discendente che riporta gli automobilisti italiani indietro nel tempo di quasi quattro anni. La benzina ha toccato il livello più basso dal 2021, con un prezzo medio nazionale al self service di 1,716 euro al litro, mentre anche gli altri combustibili mostrano valori contenuti. Questa diminuzione si inserisce in un contesto economico globale complesso, dove le oscillazioni del petrolio riflettono timori di recessione e tensioni commerciali internazionali, offrendo però un momentaneo sollievo alle tasche dei consumatori italiani in un periodo tradizionalmente caratterizzato da rincari stagionali.

Il ritorno ai prezzi pre-pandemia

Per trovare prezzi simili a quelli attuali bisogna tornare indietro fino al 12 ottobre 2021, escludendo naturalmente il periodo compreso tra marzo e dicembre 2022, quando il governo italiano intervenne con un taglio temporaneo delle accise per calmierare i prezzi. Il diesel segue la stessa tendenza al ribasso, attestandosi a 1,614 euro al litro, mentre i carburanti alternativi mostrano quotazioni interessanti: il Gpl è disponibile a 0,7367 euro al litro e il metano a 1,4424 euro al chilogrammo.

La coincidenza con le festività pasquali, che tradizionalmente vedono un incremento della domanda e conseguentemente dei prezzi, rende ancora più significativo questo fenomeno, amplificando il beneficio economico per chi si sposta in auto durante il periodo vacanziero. I mercati finanziari, fermi proprio per le festività, non hanno potuto influenzare ulteriormente l'andamento dei prezzi.

A determinare questa tendenza ribassista contribuiscono molteplici fattori macroeconomici che si intrecciano in un quadro globale di incertezza. Il crollo del prezzo del petrolio, sceso fino a 63 dollari al barile, rappresenta una diminuzione di 22 dollari rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Questa caduta verticale è alimentata principalmente dalle preoccupazioni degli investitori riguardo a una possibile recessione mondiale, timori accentuati dalle minacce di nuovi dazi commerciali ventilati dall'ex presidente americano Donald Trump.

Un ulteriore elemento che favorisce i consumatori italiani è il deprezzamento del dollaro rispetto all'euro. Poiché il petrolio viene quotato e scambiato in dollari sui mercati internazionali, un dollaro più debole significa che le aziende che importano e raffinano il greggio in Europa possono acquistarlo a costi inferiori, trasferendo parte del risparmio sui prezzi finali alla pompa. Questo meccanismo valutario rappresenta un vantaggio aggiuntivo per i paesi dell'Eurozona in questa particolare congiuntura economica.

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