Batterie auto elettriche, in arrivo nuovi metodi per riciclarle

UK e USA sperimentano nuove tecniche nel recupero delle batterie per auto elettrica. Dagli ultrasuoni al riciclo dei catodi, vediamo come funzionano.

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a cura di Alessandro Martini

Nonostante le molte sperimentazioni in corso, una delle questioni ancora aperte nel settore EV è che, se le auto non inquinano, lo fa lo smaltimento delle batterie (causa materiali non più riciclabili). Una possibile soluzione al problema arriva dal Regno Unito grazie a nuove tecniche basate sugli ultrasuoni, realizzate da ricercatori delle università di Leicester e Birmingham.

Dato che non è economicamente accettabile smantellare le batterie di un mezzo elettrico usando i costosi metodi tradizionali, applicando gli ultrasuoni si "polverizzano" le materie prime come il nickel. Successivamente, il materiale viene raccolto e riutilizzato per assemblare nuove unità che andranno montate su veicoli nuovi di zecca. L'intero processo, attualmente in fase di test, ha già dato buoni risultati tanto che ne è stato richiesto formalmente il brevetto. Se potrà essere adattato alla produzione su larga scala, si stima che verrà risparmiato il 60% dei costi legati alla produzione di nuove batterie (oltre alla riduzione di materiale di scarto e relativo inquinamento).

Nelle prove in corso, buona parte del processo viene effettuato manualmente ma si prevede di usare robot dedicati allo smontaggio delle batterie. Una volta portata alla massima efficenza, questa tecnica può assemblare 100 volte più materiali per batterie rispetto ai metodi di riciclo tradizionali (basati, ad esempio su acido e vari solventi).

Spostandoci negli Stati Uniti, altre tecnologie di recupero delle batterie sono state approntate dal progetto ReCell, sponsorizzato direttamente dal governo USA. In questo caso, si tratta di metodi più tradizionali che puntano a riciclare i catodi delle singole batterie unendo materiale nuovo e rigenerato nell'assemblaggio. Il traguardo prefissato è raggiungere le quantità necessarie per il funzionamento delle singole batterie, recuperando materiali chiave come cobalto e nickel.

L'obiettivo del progetto, come gran parte della politica commerciale USA, è ridurne la dipendenza da altri paesi (qui per i catodi). Se riusciranno a recuperne grandi quantità, gli Stati Uniti potranno eliminare i costi di outsourcing legati all'intero processo. Ciò avrà naturalmente effetti positivi per l'utenza a stelle e strisce, vista la riduzione dei costi produttivi e dei prezzi delle nuove auto elettriche.

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