I mercati asiatici temono i dazi di Trump

I dazi USA colpiscono l'export di auto e crollano i titoli dei costruttori asiatici. Pesanti ribassi per Toyota, Nissan e Honda

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a cura di Tommaso Marcoli

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha introdotto dazi su importazioni da Messico, Canada e Cina, causando un crollo delle azioni delle case automobilistiche giapponesi e sudcoreane in Asia. La mossa, sebbene ampiamente prevista, ha colpito duramente i maggiori produttori mondiali, con gli investitori preoccupati per un possibile indebolimento della domanda dalla principale economia mondiale e un potenziale rallentamento della crescita globale.

L'impatto è stato particolarmente forte sul settore automobilistico. Molte case automobilistiche giapponesi e sudcoreane, insieme ai loro fornitori, hanno stabilimenti in Messico da cui esportano veicoli negli Stati Uniti da anni. Toyota, il più grande costruttore al mondo, e la rivale Nissan hanno subito cali superiori al 5%, mentre Honda è crollata di oltre il 7%.

Nissan, che possiede due stabilimenti in Messico dove produce i modelli Sentra, Versa e Kicks per il mercato statunitense, esporta circa 300.000 veicoli all'anno negli USA. Honda, dal canto suo, invia l'80% della sua produzione messicana negli Stati Uniti. Il COO di Honda, Shinji Aoyama, aveva già avvertito a novembre che l'azienda avrebbe dovuto considerare lo spostamento della produzione in caso di dazi permanenti sulle importazioni di veicoli.

Anche la sudcoreana Kia Motors, con uno stabilimento in Messico, ha registrato un calo di quasi il 7%. Le aziende sudcoreane produttrici di batterie per veicoli elettrici, che avevano pianificato di costruire fabbriche in Canada per rifornire GM, Ford e altre case automobilistiche, hanno subito forti ribassi. Messico e Canada hanno promesso di imporre dazi di ritorsione, con il primo ministro canadese Justin Trudeau che ha annunciato tariffe del 25% su 155 miliardi di dollari di merci statunitensi.

L'impatto si è esteso anche al settore minerario australiano, con i principali produttori di minerale di ferro BHP, Rio Tinto e Fortescue in calo tra il 2% e il 5% lunedì, a causa delle prospettive di una crescita globale frenata dai dazi. Rio Tinto, in particolare, è considerata la più esposta a causa del suo business di alluminio canadese, che secondo gli analisti vende tra 1,35 e 1,6 milioni di tonnellate metriche negli Stati Uniti e che probabilmente dovrà essere reindirizzato verso altri mercati.

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