Autonomia biciclette elettriche, perché i produttori possono mentire?

Ecco perché non ci si può fidare dell'autonomia dichiarata dai produttori di biciclette elettriche a pedalata assistita.

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a cura di Francesco Daghini

Negli ultimi anni le biciclette elettriche a pedalata assistita si sono diffuse con una rapidità impressionante, andando per certi versi a sostituire quello che era il vecchio "cinquantino", ma perché i produttori di biciclette elettriche dichiarano sempre un'autonomia molto più alta rispetto a quella reale? I motivi sono diversi, andiamo ad analizzarli.

Innanzitutto la risposta più banale: è semplicemente la normalità. Quando si parla di autonomia di un veicolo elettrico persino il mercato automobilistico fatica a essere completamente trasparente, in generale è meglio non fidarsi del materiale promozionale che l'azienda utilizza per promuovere il proprio prodotto, ed è bene anche cercare informazioni da fonti terze.

Più nel concreto, il problema dell'autonomia dichiarata è legato all'assenza di un test standardizzato di autonomia, come invece avviene su auto e moto elettriche con il ciclo di omologazione WLTP. Questi test vengono condotti da un'agenzia esterna all'azienda che segue un rigido standard per valutare l'autonomia di un veicolo, ma queste regole non valgono per i produttori di biciclette elettriche e i produttori di bici basano l'autonomia dichiara su dei test condotti internamente, con metodologie dubbie.

Esistono già alcuni casi di aziende particolarmente virtuose che forniscono dati molto approfonditi sull'autonomia, suddivisi in base alle varie modalità di assistenza alla pedalata, ma in molti altri casi il dato sull'autonomia è calcolato solo in linea teorica e poi riportato su una scheda tecnica.

A rendere più difficile questa situazione ci si mette il fatto che l'autonomia di una bicicletta elettrica può variare profondamente in base a una serie di fattori: la pressione o la tipologia di gomme installate, l'inclinazione - anche minima - della strada, la presenza di vento a favore o contrario, persino un leggero attrito dai freni può influire, il peso del nostro zaino, tutto può influire in modo più o meno forte sul numero di chilometri percorribili con una sola carica, e una bici pubblicizzata per 100 km di autonomia può diventare in un attimo una bici da 35 km di autonomia.

Un altro aspetto fondamentale da tenere a mente è la presenza o meno di un acceleratore: in Europa è vietato installare un acceleratore su una bicicletta elettrica pertanto almeno l'inizio del movimento avviene tramite la spinta sui pedali, e questo permette di risparmiare tanta energia rispetto a chi invece utilizza l'acceleratore per partire da fermo.

Insomma, le ragioni per cui i produttori di biciclette elettriche si permettono di dare numeri molto fantasiosi quando si parla di autonomia sono molte e stratificate, anche l'azienda più onesta di tutte farà fatica a fornire un dato replicabile in qualunque scenario perché i consumi elettrici cambiano profondamente al cambiare anche solo di un singolo fattore tra quelli citati.

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