Le auto elettriche registrano il 75% in meno di probabilità d'incendio

La crescente diffusione delle auto elettriche solleva interrogativi sulla sicurezza. I dati mostrano che gli incendi nei veicoli elettrici sono più rari

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a cura di Tommaso Marcoli

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Il tema della sicurezza antincendio dei veicoli elettrici continua a suscitare preoccupazioni tra i consumatori e gli esperti del settore. Mentre le auto a batteria conquistano sempre più spazio sulle strade europee, l'attenzione ai potenziali rischi legati a questa nuova tecnologia cresce in modo esponenziale. Particolarmente dibattuta è la questione degli incendi nei veicoli elettrici, un fenomeno che, sebbene statisticamente raro, genera notevole clamore mediatico e richiede approcci di intervento completamente nuovi per i vigili del fuoco. La complessità chimica delle batterie agli ioni di litio presenta sfide uniche nella gestione delle emergenze, costringendo i servizi antincendio a ripensare completamente le loro strategie operative. Un approfondimento di Autocar aiuta a capire meglio la situazione.

Rischio reale e percezione pubblica

I dati statistici raccontano una storia molto diversa dalla percezione comune. L'Autorità svedese per la Protezione e la Preparazione Sociale riferisce che, dei circa 3400 incendi di veicoli che si verificano annualmente nel paese, solo lo 0,4% coinvolge auto elettriche, mentre l'1,5% riguarda veicoli ibridi. La sproporzione è evidente anche analizzando i dati di Londra, dove nel 2023 si sono registrati 493 incendi di auto a benzina, 138 diesel e appena 7 che hanno coinvolto veicoli elettrici a batteria. Non bisogna però trascurare il fatto che - attualmente - le auto elettriche sono ancora decisamente in numero inferiore rispetto alle auto con motore a combustione.

Foto di Kindel Media da Pexels
Immagine gratuita di auto, batteria, benzina - Image

Un altro studio condotto dall'Agenzia svedese per le Contingenze Civili ha rivelato che i veicoli elettrici hanno una probabilità 20 volte inferiore di prendere fuoco rispetto ai modelli con motore a combustione interna. In termini percentuali, solo 25 veicoli elettrici su 100.000 subiscono danni da incendio, contro i 1530 veicoli tradizionali e addirittura 3475 veicoli ibridi sulla stessa base numerica. Nonostante queste statistiche rassicuranti, l'incremento dell'83% degli incendi di veicoli elettrici registrato nel Regno Unito tra luglio 2022 e giugno 2023 (239 casi in totale) ha alimentato i timori, sebbene questo aumento sia proporzionale alla crescente diffusione di questi veicoli nel parco circolante britannico.

La ragione per cui gli incendi di auto elettriche generano tanto clamore è da ricercarsi nella loro natura estremamente complessa. Quando una batteria agli ioni di litio entra in "thermal runaway" (fuga termica), si innesca un effetto domino in cui le celle batteria in corto circuito raggiungono temperature pericolosamente elevate, coinvolgendo progressivamente le celle adiacenti in un processo difficilissimo da arrestare. I vigili del fuoco segnalano che un incendio di veicolo elettrico può rilasciare oltre 100 sostanze chimiche organiche, alcune delle quali altamente tossiche come cianuro di idrogeno e monossido di carbonio. Questi incendi generano temperature estremamente elevate e secondo EV Firesafe, organizzazione australiana specializzata, possono richiedere fino a 10.000 litri d'acqua per essere domati.

La difficoltà principale risiede nell'accesso alla batteria e nel raffreddamento efficace delle celle problematiche. Un incendio apparentemente estinto può riattivarsi improvvisamente ore, giorni o addirittura settimane dopo, costringendo i servizi di emergenza a sviluppare protocolli di intervento del tutto nuovi.

Nuove strategie dei vigili del fuoco

I corpi dei vigili del fuoco stanno adattando rapidamente le loro procedure per far fronte a questa nuova sfida. Il servizio antincendio del Bedfordshire, ad esempio, ha introdotto un protocollo che prevede che un'autopompa segua il carro attrezzi fino al deposito dopo qualsiasi incidente che coinvolga un veicolo elettrico, per intervenire tempestivamente in caso di riaccensione dell'incendio.

Gli esperti sono divisi sulle migliori tattiche di intervento, ma l'approccio standard prevede l'utilizzo di enormi quantità d'acqua per raffreddare il pacco batteria, l'impiego di coperte antincendio per soffocare le fiamme e attrezzature respiratorie per proteggere i soccorritori dalla nube tossica. In alcuni casi estremi, la strategia migliore consiste semplicemente nel lasciar bruciare completamente il veicolo. I tentativi di soffocare l'incendio con gas inerti risultano inefficaci poiché, trattandosi di un incendio chimico, questo non necessita di ossigeno per alimentarsi. È inoltre fondamentale ispezionare accuratamente l'area circostante per individuare eventuali celle batteria espulse durante l'incendio, che potrebbero incendiarsi spontaneamente in un secondo momento.

Foto di Randgruppe da Pixabay
antincendio timone vigili del fuoco - Image

Soluzioni più radicali includono l'immersione completa del veicolo in acqua dolce (mai in acqua marina, per evitare il rilascio di gas cloro). In Danimarca, i vigili del fuoco di Copenaghen hanno sviluppato un container speciale montato su camion: il veicolo in fiamme viene calato all'interno, dove ugelli posizionati sul pavimento e sui lati permettono di pompare acqua. Una volta riempito, il container viene trasportato in un'area sicura dove può rimanere, anche per settimane, fino a quando il veicolo non rappresenta più un pericolo. Il professor Paul Christensen, esperto di elettrochimica pura e applicata all'Università di Newcastle e consulente senior del National Fire Chiefs Council, sta conducendo una campagna per migliorare la consapevolezza sui rischi di incendio dei veicoli elettrici tra i primi soccorritori. Ha già tenuto presentazioni a 30 dei 50 servizi antincendio del Regno Unito, oltre che in Europa, Australia e Nuova Zelanda.

Nelle sue presentazioni, Christensen descrive dettagliatamente la struttura di una cella batteria agli ioni di litio, sottolineando un aspetto inquietante: anche quando la batteria appare "scarica", mantiene comunque un potenziale significativo. Una Nissan Leaf contiene circa 192 celle in 24 moduli, mentre una Tesla Model S supera le 7000 celle in 16 moduli. Ciò significa che anche un veicolo apparentemente privo di energia rappresenta un rischio potenziale considerevole.

Implicazioni per la sicurezza pubblica

Nonostante i rischi evidenziati, Christensen è chiaro nel voler rassicurare il pubblico: "Non dobbiamo preoccuparci della bassa incidenza di incendi nei veicoli elettrici, ma dobbiamo esserne consapevoli." Dice che, potendoselo permettere, guiderebbe personalmente una Nissan Leaf, avendo assistito Nissan nella creazione del suo impianto di produzione batterie. Il professore esprime però preoccupazione per alcuni scenari specifici: parcheggi sotterranei, depositi di autobus dove i veicoli sono parcheggiati fianco a fianco, tunnel, traghetti e navi cargo che trasportano veicoli elettrici. "In Germania, tre depositi di autobus sono andati a fuoco negli ultimi sei mesi circa," afferma, sottolineando l'importanza di considerare tutti questi ambienti come potenzialmente a rischio.

Un'altra questione che solleva allarme riguarda la conversione di auto d'epoca con batterie agli ioni di litio usate. "Nessuno sa realmente quanto siano sicure le batterie usate e non è stato ancora sviluppato un test standard per determinarlo," avverte Christensen. Alcune batterie rientrano nel mercato dopo essere state rimosse in officine illegali, ponendo seri interrogativi sulla loro sicurezza. La ricerca sulla sicurezza delle batterie agli ioni di litio è in corso, ma secondo gli esperti siamo solo all'inizio di una ripida curva di apprendimento. Man mano che la tecnologia matura e i protocolli di sicurezza si evolvono, è probabile che le preoccupazioni diminuiscano, come è successo con altre innovazioni tecnologiche nel corso della storia dell'automobile.

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E i benzaidioti muti
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"i veicoli elettrici hanno una probabilità 20 volte inferiore di prendere fuoco rispetto ai modelli con motore a combustione interna". Il bello però viene dopo: "un incendio di veicolo elettrico può rilasciare oltre 100 sostanze chimiche organiche, alcune delle quali altamente tossiche come cianuro di idrogeno e monossido di carbonio. Questi incendi generano temperature estremamente elevate e secondo EV Firesafe, organizzazione australiana specializzata, possono richiedere fino a 10.000 litri d'acqua per essere domati." Tutto nell'universo tende alla compensazione, e qui ne abbiamo ancora una grottesca conferma. La vogliamo capire che per TANTI aspetti l'auto elettrica non costituisce ancora un'alternativa???
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