Auto elettriche e superbollo: gli scenari possibili con il nuovo Governo

Il nuovo Governo potrebbe scegliere strade differenti per il settore automobilistico e dei trasporti: ecco le eventuali proposte.

Avatar di Luca Rocchi

a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Le recenti elezioni politiche porteranno una ondata di cambiamenti ed, tra di essi, è possibile (oo prevedibile) che il Governo decida di seguire strade differenti anche per la mobilità elettrica. Ma qual è la situazione attuale? Facciamo un passo indietro.
 

Prima di cominciare ricordiamo che Fit for 55, il programma dell’Unione Europea, mira a ridurre le emissioni di CO2 del 55% (rispetto al 1990) entro il 2030 fino ad arrivare alla neutralità climatica entro il 2050. Il bando della vendita di veicoli endotermici si inserisce in questo scenario e ha l’obiettivo di eliminare i gas serra nelle nuove immatricolazioni a partire dal 2035; prima di questa data, sarà necessario ridurre rispettivamente del 15 e 55% il livello di CO2 rispetto al precedente anno.  

E in Italia? Il destino del Bel Paese, almeno fino alla settimana scorsa, era segnato e ben deciso con lo stop previsto al 2035. Piano di sviluppo tuttavia messo in discussione in più occasioni, con il desiderio di posticipare tale data al 2040; l’idea alla base, in tal senso, sarebbe quella di ridurre le emissioni di CO2 del 90% al 2035 (invece del 100%) così da arrivare al 100% solo nel 2040. 

Cosa succede ora? La coalizione del Centrodestra, uscita vincitrice nelle elezioni appena concluse, si è espressa fortemente contraria alla corsa all’elettrico nei giorni passati, quanto meno in queste modalità. La parola d’ordine in questo caso è “neutralità tecnologica” e pertanto non dipendere esclusivamente da un sistema di alimentazione, ma fornire maggiore spazio anche all’idrogeno e i ai carburanti sintetici; strategia che, per altro, segue quella di Toyota, da sempre contraria al “solo elettrico”.  

Secondo quanto riportato nei giorni scorsi, per la Lega puntare esclusivamente sull’elettrico potrebbe mandar in fumo migliaia posti di lavoro e diventare troppo dipendenti dalla Cina, dove risiedono numerosi materiali e componenti necessari per le auto a batteria.  

Per Fratelli d’Italia, la filiera dell’auto è di vitale importanza per il tessuto produttivo italiano; con oltre 300mila addetti ai lavori, e un fatturato pari al 6,2% del PIL italiano complessivo, una spinta totale verso l’elettrico potrebbe compromettere tutte quelle aziende che non sono in grado di sostenere un processo di transizione e di rinnovamento. A questo proposito, sempre nei giorni scorsi, Matteo Salvini ha chiesto di estendere gli incentivi anche alle auto endotermiche “di ultima generazione” (ultimi Euro 6 e futuri Euro 7) ovvero quello meno inquinanti, così da fornire un’alternativa concreta alle auto elettriche.  

Sulla stessa scia anche Alessandro Cattaneo, deputato e responsabile dei Dipartimenti di Forza Italia che ha ricordato quanto sia forte la Cina in materia di litio e come l’Italia ne sia dipendente. Discorso analogo per Nicola Procaccini, responsabile Ambiente ed Energia di Fratelli d’Italia, che teme che una dipendenza così sostenuta nei confronti della Cina potrebbe essere poco promettente.  

La soluzione per il centrodestra è solo una: sfruttare le potenzialità dell’idrogeno e investire maggiormente sui biocarburanti, purché il passaggio sia graduale. Una direzione totalmente differente a quella proposta da M5S e Partito Democratico, entrambi più vicini all’elettrico e in generale al sistema degli incentivi.  

Il superbollo potrebbe scomparire 

La tassa, inserita dal Governo Monti, tanta odiata dagli automobilisti più appassionati potrebbe venir rimossa. Al momento non è ancora chiaro ma secondo alcune voci di corridoio, il gettito fiscale ricavato sarebbe inferiore allo 0,01% del totale delle entrate.  

L’abolizione di questa imposta “minore” potrebbe quindi essere seriamente presa in considerazione da parte del Governo. Per chi non lo sapesse, si tratta di una tassa automobilistica riservata tendenzialmente alle auto più potenti e pertanto alle vetture sportive; con il Governo Monti, la tassa è stata fissata a 20 euro per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a 185 kW (252 Cv). Sebbene la richiesta, presentata in passato da FdL, sia stata respinta in più occasioni, con il nuovo Governo potrebbe tornare in discussione e forse venire anche approvata.  

Al momento, l’unico “escamotage” legale per avere una vettura ad alte prestazioni e non dover pagare il superbollo sembra essere quello di prendere una soluzione ibrida di qualsiasi natura; il calcolo del superbollo in questo caso, probabilmente per qualche buco legislativo (al pari delle auto elettriche compatibili con i neopatentati), viene fatto solo sulla sezione endotermica. Ad esempio, per una BMW i8, che beneficia di quasi 400 cavalli di potenza combinata (275 kW), è necessario coprire solo la cifra derivata dal calcolo relativo alla potenza del propulsore endotermico (1.5 turbo da 163 Cv, 120 kW). 

Situazione trasporti 

Poche le differenze in termini di trasporto pubblico, il lavoro da fare in questi termini è riconosciuto da ogni partito. L’obiettivo è quello di ridurre il numero di auto per alleggerire il traffico, incentivare il trasporto pubblico e l’utilizzo di mezzi condivisi. Il centrodestra, in passato, ha proposto soluzioni analoghe al bonus trasporti (qui il nostro approfondimento) magari “estese ai collegamenti regionali e interregionale su ferro”. Tra le proposte, anche il rinnovo del parco circolante pubblico e la liberalizzazione di taxi e NCC. 

Leggi altri articoli