Auto cinesi Made in Italy? Chery in trattative per un nuovo impianto.

Il colosso automobilistico cinese Chery sta valutando di aprire uno stabilimento produttivo in Italia. L'annuncio è stato fatto da Charlie Zang

Avatar di Andrea Maiellano

a cura di Andrea Maiellano

Author

Il colosso automobilistico cinese Chery sta valutando la possibilità di aprire uno stabilimento produttivo in Italia. L'annuncio è stato fatto dal Vice President Charlie Zang durante il Chery Global Innovation Conference 2024 tenutosi a Wuhu il 18 ottobre. Fonti bene informate riferiscono che sono già in corso discussioni con il governo italiano, in particolare con il ministro del Made in Italy Adolfo Urso.

Questa mossa si inserisce nella strategia "In Europe for Europe" di Chery, che mira a sviluppare attività di ricerca e produzione direttamente sul territorio europeo. Per l'azienda cinese, un impianto in Italia permetterebbe di evitare i dazi sulle importazioni e di rafforzare la propria presenza nel mercato europeo. D'altra parte, il governo italiano vedrebbe con favore questo investimento, in linea con l'obiettivo di raggiungere una produzione annua di 1 milione di auto sul territorio nazionale.

Chery è il primo gruppo automotive cinese per esportazioni nel mondo.

Fondata nel 1997 con sede a Wuhu, Chery produce annualmente 1,8 milioni di vetture, di cui la metà destinata all'esportazione. L'azienda ha già una presenza in Italia attraverso alcuni modelli della famiglia Tiggo, importati e finalizzati da DR Automobiles Group a Macchia d'Isernia.

Nel 2024, Chery ha lanciato i brand Omoda&Jaecoo, specificamente pensati per il mercato europeo. Questi marchi offrono una gamma di SUV con motorizzazioni benzina tradizionali, ibride plug-in ed elettriche. La Omoda 5 è già stata presentata e testata in Europa.

L'espansione di Chery in Europa non è un caso isolato. Altre case automobilistiche cinesi, come Dongfeng, stanno valutando opportunità simili. Questo trend riflette la crescente competitività e ambizione globale dell'industria automobilistica cinese, che punta a conquistare quote di mercato significative in Europa.

Se il progetto di uno stabilimento in Italia dovesse concretizzarsi, rappresenterebbe un importante investimento estero nel settore automotive italiano, con potenziali ricadute positive in termini di occupazione e sviluppo tecnologico. Tuttavia, al momento, le trattative sono ancora in una fase preliminare e non è stata presa alcuna decisione definitiva.

Leggi altri articoli