Il tema della sostenibilità, negli ultimi anni, è diventato di fondamentale importanza per tutte le industrie mondiali: l'idea che tutte le attività umane di produzione o riciclo possano avvenire senza impattare l'atmosfera - almeno per quanto riguarda le emissioni di CO2 - è finalmente maturata al punto da convincere tante aziende a rivedere le modalità di produzione e di approvvigionamento dei materiali. In questo senso Audi è tra le prime della classe, e in occasione della Design Week milanese la Casa tedesca ha deciso di organizzare una conferenza stampa in cui si sono approfonditi i diversi approcci che stanno permettendo ad Audi di essere sempre più sostenibile.
La carbon neutrality in 3 step
Gli sforzi di Audi sono già visibili concretamente, con la gamma di veicoli elettrici la cui produzione è già stata certificata come carbon neutral, cioè avvenuta tramite processi che riducono drasticamente - e nel migliore dei casi azzerano - le emissioni di CO2 nell'aria che tutti noi respiriamo; per centrare l'obiettivo della neutralità dalla CO2 è necessario attaccare il problema da più fronti, partendo da quello della fornitura di energia. Oggi l'intera produzione di Audi utilizza il 41% di energia proveniente da fonti rinnovabili, ma l'obiettivo dei prossimi anni è quello di arrivare al più presto al 100%; al momento 4 impianti sono stati aggiornati e dotati di nuove fonti di energia rinnovabili, tra cui il polo di Gyor che oggi vanta il più grande impianto a pannelli solari su tetto d'Europa. In altri casi, come nell'impianto di Bruxelles, l'energia proviene in parte da pannelli solari e in parte da impianti a biogas, differenti ma comunque rinnovabili a differenza dei combustibili fossili.
Il secondo step verso la carbon neutrality è legato a come vengono utilizzate le materie prime, andando a creare dei cicli chiusi per i materiali che lo permettono, come ad esempio le plastiche dei paraurti: oggi Audi realizza paraurti - la parte dell'auto che più spesso si deforma o danneggia, e quindi viene sostituita - in una plastica realizzata con un solo materiale, così da semplificare il riciclo in nuovi paraurti o altri oggetti di plastica.
Anche i parabrezza, ad esempio, sono realizzati senza bisogno di creare nuovo vetro: i vecchi parabrezza rotti o scheggiati vengono triturati finemente, ripuliti di materiali esterni e poi fusi nuovamente per dare vita a nuovi vetri, e questo permette di risparmiare il 90% di acqua rispetto alla normale produzione di un parabrezza.
Plastica, vetro, alluminio, acciaio, tutto può essere riciclato e riutilizzato - con costi solitamente inferiori, o al massimo pari con quelli di una materia prima nuova - e tutto contribuisce a ridurre sensibilmente le emissioni di CO2 in fase di produzione di un'auto.
Infine il tema dell'acqua, un altro materiale cruciale per tantissime produzioni industriali: oggi l'acqua è un bene sempre più prezioso e va usato in modo consapevole, ed è per questo motivo che Audi ha scelto di modificare i propri sistemi di verniciatura così da ridurre del 50% i consumi di acqua, e anche quella che viene utilizzata si trova all'interno di un circuito chiuso così da permettere la depurazione da eventuali elementi chimici inquinanti.
Il terzo step è in parte un'evoluzione del secondo, ed è quello della rigenerazione di materiali: a differenza dell'alluminio e del vetro, che vengono fusi per dare vita a nuove componenti, la plastica PET - quindi quella di molte bottiglie - può essere rigenerata senza bisogno di fonderla per formare nuova plastica, trasformandola ad esempio in tessuti altamente tecnologici che poi Audi utilizza per i rivestimenti delle sue auto. Il rivestimento del sedile di un'Audi, ad esempio, può contenere tra le 25 e le 45 bottiglie d'acqua da 1.5 litri, debitamente lavorate per trasformarle in tessuto.
Il design ai tempi dell'economia circolare
Il concetto di economia circolare prevede, almeno in casa Audi, di ridurre al minimo gli scarti di materiale, riutilizzando e riciclando tutto quello che può essere rilavorato senza perdere le sue qualità tecniche e strutturali; per far sì che questo approccio funzioni, l'idea di economia circolare deve essere alla base della progettazione dell'auto. Solo così, una volta arrivata alla fine del suo naturale ciclo vitale, l'auto si presterà a essere smontata e riciclata nella maggior parte delle sue auto.
Le batterie che fine fanno?
Parlando di mobilità presente e futura, non si può non parlare di auto elettriche: ormai è ampiamente risaputo che una buona parte delle emissioni di CO2 legate alla produzione di un'auto elettrica proviene dalla realizzazione di una nuova batteria, per un peso di almeno il 25%. Per questo motivo è di vitale importanza che le batterie, una volta arrivate alla fine del loro ciclo vitale all'interno di un'auto elettrica, vengano gestite correttamente: secondo gli ingegneri di Audi, questa gestione corretta non è rappresentata dall'immediato riciclo meccanico delle batterie, che dispongono ancora di una buona efficienza energetica - stimata intorno al 70% - e che possono essere riutilizzate come sistemi di accumulo di energia.
Ed è qui che entrano in gioco gli Audi Charging Hub, quelle stazioni di ricarica di cui vi abbiamo già parlato in passato che nel frattempo sono diventate realtà in Germania, in Svizzera e in Austria. Anziché smontare e riciclare le batterie, Audi le installa nei suoi charging hub, così da creare dei sistemi di accumulo di energia che si ricaricano quando c'è poca richiesta di corrente sulla linea, per poi fornire l'energia alle auto che vogliono ricaricare nei momenti di picco senza andare a pesare sulla linea generale.
Attenzione però, le batterie di Audi sono già riciclabili meccanicamente (vale a dire aprirle e smontarle) per più del 90% dei materiali, ma la Casa tedesca ha deciso di non farlo per ora poiché non è un'operazione economicamente o logisticamente vantaggiosa: grazie agli impianti di accumulo che nascono con le batterie rimosse dalle auto, Audi può portare stazioni di ricarica in punti dove la normale fornitura di corrente elettrica non sarebbe sufficiente a soddisfare le richieste di energia di diverse colonnine ad alta potenza. Solo una volta completata anche questa fase, dopo diversi anni di ricariche alle auto che si parcheggiano all'hub, le batterie saranno effettivamente aperte e riciclate.
Audi skysphere concept: il risultato, per il futuro
Il risultato, almeno ideale, di questo nuovo approccio alla produzione si chiama Audi skysphere concept: una roadster futuristica in grado di stupire in tantissimi modi, a partire dall'abitacolo dotato di comandi di guida a scomparsa sotto al cruscotto quando si decide di affidarsi alla guida autonoma di livello 4.
Ovviamente il concept Audi skysphere è un trionfo di materiali riciclati e rigenerati, a partire dall'Econyl - nylon riciclato dalle reti da pesca - utilizzato per le imbottiture dei sedili, o i tessuti in microfibra utilizzati per i rivestimenti interni. Anche gli inserti in legno sono green, grazie all'utilizzo di eucalipto ecologicamente certificato.
Tra le particolarità più eclatanti del concept Audi skysphere c'è sicuramente quella del passo variabile di 250mm che trasforma, a detta della Casa, letteralmente l'auto in due macchine differenti: a passo corto skysphere ha un piglio più sportivo e preciso, mentre a passo lungo l'auto si vota completamente al comfort, particolarmente adatto ai lunghi viaggi.
Audi SQ8 e-tron: il risultato, per il presente
Tutto questo impegnativo lavoro da parte di Audi però deve trovare anche un'applicazione reale, e l'ultima in ordine cronologico è rappresentata dal nuovo Audi SQ8 e-tron, nuovo SUV 100% elettrico che rappresenta il nuovo top della gamma per Audi.
SQ8 e-tron può vantare un esteso utilizzo di plastiche riciclate per gli interni, così come di materiali riciclati per componenti come i tappetini e tutti quei materiali utilizzati per ridurre le vibrazioni e il rumore all'interno dell'abitacolo.
Sotto alla veste di SUV imponente, SQ8 e-tron è dotato di una batteria da 114 kWh e di ben 3 motori elettrici, per una potenza complessiva di 503 cavalli e 973 Nm di coppia; al posteriore i motori sono due, e operano indipendentemente l'uno dall'altro consentendo una ripartizione della coppia, o torque vectoring, precisissimo e immediato, molto più di quanto si possa fare meccanicamente.
Audi punta forte sull'elettrico e non ne fa assolutamente un mistero: a partire da come si producono le auto, passando per come si guidano e si ricaricano, per finire con come verranno smaltite, Audi ha pensato a tutto e supporterà i suoi clienti così da rendere la transizione quanto più indolore possibile.