Negli ultimi anni si sono diffusi in modo capillare i software come Apple CarPlay e Android Auto che permettono di riprodurre, almeno in parte, le funzionalità dei nostri smartphone utilizzando però il display integrato nelle auto, ma non tutti sono d’accordo con questo tipo di software: Tesla è la maggior colpevole da questo punto di vista, dato che ad oggi ancora non permette di utilizzare Apple CarPlay o Android Auto.
Il motivo è molto semplice: Tesla ha un unico display e un sistema operativo molto ricco di funzioni, e l’azienda vuole invogliare i propri clienti a utilizzarlo, anziché affidarsi al sistema di Google o di Apple che prenderebbe il sopravvento su quello di Tesla. Ma nell’era moderna in cui viviamo, specialmente quando si parla di sistemi informatici, se c’è un paletto state pur certi che ci sarà anche chi farà di tutto per aggirarlo, ed è così che si è trovato il modo di forzare l’utilizzo di Android Auto sul display centrale delle Tesla, servono solo un paio di Raspberry Pi e qualche software, e si potrà modificare il sistema seguendo una semplice guida.
In altri casi invece, aggirare i blocchi software è più semplice, come nel caso di Ford: sono stati pubblicati esempi di Ford F-150 a cui è stata sostituita la porta USB con una più recente, così da rendere il sistema compatibile con Android Auto ed Apple CarPlay, senza bisogno di nessun’altra modifica.
Per chi non avesse invece voglia o modo di modificare la propria auto – approccio perfettamente condivisibile, a mio parere – esistono dei dispositivi aftermarket che supportano Apple CarPlay e Android Auto proposti da marche famose e riconosciute nel mercato delle autoradio come Sony e Pioneer, con la possibilità di sostituire in toto il sistema di infotainment della propria auto, o di aggiungerne uno compatibile con i software più recenti.