Ecco la svolta: anche il Partito Popolare Europeo chiede il rinvio del 2035

Sulle auto elettriche il PPE apre ad alternative tra cui diverse tecnologie nella lotta alle emissioni di CO2. Siamo arrivati alla svolta?

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a cura di Tommaso Marcoli

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Anche il Partito Popolare Europeo (PPE) chiede di posticipare il divieto di produzione di auto con motore termico nell'UE, attualmente fissato al 2035. La richiesta arriva mentre due colossi dell'auto, Volkswagen e Stellantis, stanno affrontando crisi esistenziali.

Il PPE, maggior gruppo nel Parlamento Europeo, sta elaborando un documento in cui si chiede di "revocare" la scadenza del 2035 per la fine della produzione di auto a benzina e diesel. Questa presa di posizione rappresenta un cambio di rotta significativo, considerando che il PPE aveva precedentemente sostenuto tale scadenza durante il primo mandato della Commissione von der Leyen.  Nel documento, il PPE sostiene la necessità di un "approccio tecnologicamente neutrale" che riconosca "il ruolo di tutte le tecnologie nella riduzione delle emissioni di CO2". Si chiede alla Commissione Europea di presentare urgentemente una revisione del regolamento sulle emissioni delle nuove auto, includendo il ruolo di carburanti alternativi come e-fuels, biocarburanti e carburanti sintetici.

Questa richiesta coincide con momenti di difficoltà per l'industria automobilistica europea. Volkswagen sta affrontando uno sciopero contro i licenziamenti, mentre Stellantis ha visto le dimissioni del suo CEO Carlos Tavares. Molti esperti ritengono che la crisi dell'auto elettrica stia trascinando verso il basso l'intera filiera automotive.

La possibilità di posticipare la scadenza del 2035 richiederà un processo complesso, che coinvolgerà Commissione, Parlamento e Consiglio UE. Anche se la proposta del PPE dovesse ottenere l'approvazione del Parlamento, sarà necessario il consenso dei governi nazionali, molti dei quali includono partiti affiliati al PPE.

La richiesta del PPE si inserisce in un contesto politico in evoluzione, con la recente fiducia ottenuta dalla nuova Commissione von der Leyen, sostenuta anche da una parte del gruppo dei conservatori, tra cui gli europarlamentari di Fratelli d'Italia, tradizionalmente critici verso una transizione ecologica accelerata. Resta da vedere se questa iniziativa porterà a un effettivo ripensamento della strategia europea sulla mobilità sostenibile o se rimarrà una proposta isolata in un panorama politico e industriale in rapida trasformazione.

Oggi, l'Europa si trova di fronte a una nuova sfida: la transizione verso una mobilità più sostenibile. Questa transizione non è solo una questione tecnologica, ma anche politica e sociale. La recente richiesta del PPE di posticipare il divieto di produzione di auto con motore termico riflette le complessità di questo processo. Da un lato, c'è la pressione per una rapida transizione verso l'elettrico. Dall'altro, ci sono le preoccupazioni per l'occupazione e la competitività del settore. La ricerca di un equilibrio tra queste esigenze rappresenta una delle sfide più complesse per i politici e gli industriali europei del XXI secolo.

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