La Northvolt, prima azienda europea a costruire una gigafactory di batterie in Svezia, ha annunciato il taglio di 1.600 posti di lavoro a causa della crisi del settore delle auto elettriche. Mille dipendenti perderanno il lavoro a Skelleftea, sede della mega-fabbrica, mentre altre 600 posizioni verranno eliminate in altre parti del Paese. L'azienda ha inoltre congelato i piani di espansione dell'impianto svedese e ritardato il progetto di una nuova fabbrica in Quebec.
La decisione riflette le difficoltà che sta attraversando l'intero settore delle auto elettriche in Europa. Nonostante gli sforzi per promuovere la mobilità a zero emissioni, le vendite di veicoli elettrici non stanno decollando come previsto, principalmente a causa dei prezzi elevati.
La crisi della Northvolt è particolarmente significativa considerando che l'azienda era considerata un pioniere nel settore. Fondata nel 2016, aveva raccolto ingenti finanziamenti da investitori come Volkswagen e Goldman Sachs, per un totale di 2,75 miliardi di dollari. Tra i suoi fondatori figura anche l'ingegnere italiano Paolo Cerruti, ex dipendente Tesla.
Daniele Maniaci, Chief People Officer di Northvolt, ha commentato: «Stiamo vivendo uno dei momenti più difficili nella storia della nostra azienda, poiché dobbiamo affrontare la difficile realtà della riduzione della nostra forza lavoro». L'azienda aveva in programma di aggiungere 30 gigawattora di potenza produttiva all'impianto di Skelleftea, con l'obiettivo di alimentare circa 500.000 veicoli all'anno. Questi piani sono ora bloccati.
Il crollo delle immatricolazioni di auto elettriche in Europa, Italia compresa, ha messo in difficoltà anche altre aziende del settore. La Northvolt, che aveva ricevuto ordini per 26,5 miliardi di euro da colossi come Volkswagen, BMW e Volvo, si trova ora a dover rivedere drasticamente le sue strategie.
Incertezza finanziaria e ritardi nei progetti
La situazione finanziaria della Northvolt si è deteriorata al punto che i creditori hanno ingaggiato la banca d'investimento newyorkese PJT Partners per valutare possibili scenari di ripresa. Inoltre, il progetto di una mega-fabbrica da 7 miliardi di dollari in Quebec, Canada, potrebbe subire ritardi fino a 18 mesi secondo le previsioni del governo locale.
Questi sviluppi mettono in luce le sfide che l'industria delle auto elettriche sta affrontando nonostante gli sforzi per promuovere una mobilità più sostenibile. La transizione verso veicoli a zero emissioni si sta rivelando più complessa e costosa del previsto, con ripercussioni significative sull'occupazione e sugli investimenti nel settore.