Nella continua evoluzione del mercato automobilistico, Alfa Romeo si trova al centro di una dibattuta questione che ha portato a un repentino cambio di rotta per uno dei suoi ultimi modelli. L'oggetto del contendere? Il nome "Alfa Romeo Milano", un SUV di piccole dimensioni inizialmente presentato con un tributo alla città in cui la storica marca ha le sue radici, risalenti al 1910. Tuttavia, la decisione di produrre il veicolo in Polonia ha sollevato questioni legate all'Italian Sounding, ovvero l’uso di denominazioni geografiche italiane per prodotti non interamente realizzati nel nostro Paese.
La polemica ha preso piede a seguito delle dichiarazioni di Adolfo Urso, ministro responsabile delle Imprese e del Made in Italy, che ha espresso perplessità sull'opportunità di associare il nome di una città italiana a un prodotto non interamente fabbricato in Italia. In risposta, Alfa Romeo ha scelto di rinonimare Milano con Junior (un altro celebre nome storico), per sospendere ogni tensione.
Durante una conferenza stampa, il ceo Jean-Philippe Imparato ha voluto evidenziare l'attenzione dell'azienda verso i dettagli che contano, sottolineando come, nonostante il cambio di denominazione, vi sia una continuità con il passato e un omaggio alla città di Milano. Imparato ha inoltre ricordato che, pur essendo il veicolo assemblato in Polonia, questo viene disegnato, progettato, testato e omologato in Italia, a conferma dell'indissolubile legame con il territorio italiano.
Questo episodio mette in luce non solo la sensibilità di Alfa Romeo verso le dinamiche del mercato e i sentimenti dei consumatori italiani ma rappresenta anche un caso emblematico di come le aziende debbano navigare le complesse acque delle percezioni pubbliche e delle normative nazionali. Quest'ultimo è sicuramente l'aspetto più complesso e un vero peccato, anche considerato che il nome era già stato deciso da tempo (come presumibilmente il luogo di fabbricazione).