L'Associazione delle imprese della filiera automotive, ha lanciato l'allarme su un taglio di 4,6 miliardi di euro al Fondo automotive nella Legge di Bilancio. La riduzione delle risorse destinate al sostegno della riconversione del settore ha scatenato reazioni da parte di industriali e sindacati.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è intervenuto per rassicurare il comparto: "siamo impegnati a garantire che la filiera dell'automotive abbia gli strumenti necessari per affrontare la sfida della transizione". Urso ha sottolineato che le risorse saranno indirizzate agli investimenti produttivi, con particolare attenzione alla componentistica.
Nonostante le rassicurazioni, l'Anfia ha definito il taglio "un'inaccettabile fulmine a ciel sereno" che contraddice l'impegno del governo in Europa a favore del settore e vanifica mesi di lavoro del Tavolo Sviluppo Automotive.
I sindacati Fim, Fiom e Uilm si sono uniti alla protesta, evidenziando l'importanza di un forte sostegno al comparto in un momento di profonda trasformazione e crisi. Hanno ricordato lo sciopero nazionale e la manifestazione del 18 ottobre, che ha visto la partecipazione di oltre 20.000 lavoratori.
Il settore automotive sta attraversando una fase critica, sia in Italia sia in Europa. La riduzione delle risorse destinate al Fondo automotive solleva serie preoccupazioni sulla capacità dell'industria di affrontare le sfide della transizione ecologica e tecnologica.
I sindacati hanno espresso forte disappunto: "si ignora così un intero settore e le richieste di migliaia di lavoratori. Questa mobilitazione, anziché trovare ascolto, è stata seguita da un provvedimento che va nella direzione opposta, mettendo a rischio il futuro di migliaia di famiglie e la sopravvivenza di una filiera strategica per il Paese".
La decisione del governo di ridurre il Fondo automotive sembra contraddire gli sforzi fatti finora per sostenere il settore. La situazione rimane tesa, con industriali e sindacati che chiedono un ripensamento della strategia governativa per garantire la competitività del comparto, la difesa dell'occupazione e l'innovazione tecnologica necessaria per affrontare le sfide future.