Addio al prezzo agevolato per il Diesel, in arrivo stangata miliardaria

Possibile rincaro del diesel: Governo valuta aumento accise per tagliare sussidi dannosi e aumentare entrate. Piano previsto nel Documento di Bilancio.

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a cura di Tommaso Marcoli

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Il governo italiano sta valutando un possibile aumento dei prezzi del diesel attraverso il riallineamento delle accise. L'ipotesi emerge dal Piano strutturale di Bilancio 2025-2029 presentato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze in Parlamento. L'obiettivo è ottenere maggiori entrate riducendo i sussidi considerati dannosi per l'ambiente.

La misura, se attuata, avrebbe un impatto significativo sulle tasche degli automobilisti italiani. Il governo motiva questa possibile decisione con l'intenzione di redistribuire le risorse verso incentivi per la transizione ecologica, penalizzando l'uso di carburanti fossili. L'obiettivo dichiarato è risparmiare 2 miliardi di euro in "Sussidi ambientalmente dannosi" (SAD) entro il 2025.

Nel Piano strutturale di Bilancio si legge che il riordino delle agevolazioni fiscali punta a "definire un sistema basato su principi di programmazione, selettività e monitoraggio ex ante, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica". L'esecutivo mira a "razionalizzare e semplificare specifiche aree di imposizione" come l'imposta di registro, l'imposta su successioni e donazioni, l'imposta di bollo e altri tributi indiretti.

L'impatto sui prezzi dei carburanti

Attualmente, secondo l'Osservatorio Carburanti del Ministero dell'Ambiente, il prezzo della benzina è di 1,734 euro al litro, mentre quello del gasolio è di 1,615 euro al litro. Le imposte (accise + IVA) pesano per il 60% sul prezzo finale della benzina e per il 56,2% su quello del gasolio.

Al netto delle tasse, il carburante in Italia costa meno della media europea.

Tuttavia, una volta aggiunto l'onere fiscale, il prezzo al consumatore risulta più che raddoppiato e tra i più alti dell'Unione Europea. Un eventuale riallineamento delle accise sul gasolio a quelle della benzina comporterebbe un ulteriore aumento dei prezzi alla pompa.

La reazione delle associazioni dei consumatori

Le associazioni dei consumatori si oppongono fermamente all'ipotesi di riallineamento delle accise. Assoutenti stima che tale misura potrebbe tradursi in una "stangata da 3,1 miliardi di euro sugli automobilisti". Il presidente Gabriele Melluso afferma: "Solo nel 2023 gli italiani hanno pagato un totale di 38 miliardi di euro a causa della tassazione sui carburanti venduti in Italia".

Secondo i calcoli dell'associazione, un allineamento delle accise sul gasolio a quelle della benzina comporterebbe un aumento di circa 5,5 euro a pieno, con un impatto complessivo di 3,1 miliardi di euro all'anno sui consumatori, considerando i livelli di consumo del 2023.

Il governo dovrà quindi valutare attentamente i pro e i contro di questa misura, bilanciando gli obiettivi ambientali con l'impatto economico sui cittadini in un momento già caratterizzato da pressioni inflazionistiche.

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