Se non è una rivoluzione quella annunciata da Mark Zuckerberg, poco ci manca. L'attuale presidente di Facebook, in una lunghissima lettera, ha affrontato diversi argomenti chiave per il futuro dell'azienda, concentrandosi soprattutto sugli sviluppi relativi alla sicurezza e alla difesa della privacy per i suoi sistemi di messaggistica privata (Messenger, WhatsApp, Instagram).
La svolta era nell'aria, un po' perché si tratta di argomenti già accennati in precedenza, ma soprattutto perché era necessario uno shock per rilanciare le sorti dell'azienda e assicurare lo stesso Zuckerberg in sella, viste le inquietudini del consiglio di amministrazione e di molti azionisti all'indomani dei vari scandali del 2018.
Le riflessioni di Zuckerberg però sono importanti anche perché sembrano indicare un preciso sviluppo di mercato per gli anni a venire, in cui si privilegia la comunicazione privata, uno-a-uno o in piccoli gruppi, rispetto a quella pubblica e condivisa dei social network tradizionali come Facebook.
Zuckerberg è cauto e non si sbilancia più di tanto, ma tra le righe si può leggere uno spostamento di focus sulla messaggistica e una rinnovata attenzione alla privacy, argomento che Zuckerberg stesso sminuiva nel 2017 o giù di lì, quando affermava spavaldamente che alle nuove generazioni non interessava più e che vivere in una casa di vetro non era un problema. La storia gli sta dando torto, ed è comprensibile che come imprenditore aggiusti il tiro per il futuro. Ma vediamo di cosa parla nello specifico.
Interazioni private
"Le persone avranno a disposizione luoghi semplici e intimi in cui avranno un controllo chiaro su chi possa comunicare con loro e fiducia nel fatto che nessun altro possa accedere a ciò che condividono".
"In pochi anni, mi aspetto che le versioni future di Messenger e WhatsApp diventino il principale strumento di comunicazione per le persone. Siamo concentrati su entrambe le applicazioni, per renderle più veloci, semplici, private e sicure, anche con crittografia end-to-end", spiega Zuckerberg nella lettera.
"Abbiamo intenzione di aggiungere altri modi per interagire privatamente con amici, gruppi e imprese. Se questa evoluzione ha esito positivo, interagire con i tuoi amici e familiari attraverso la rete di Facebook diventerà un'esperienza fondamentalmente più riservata".
Crittografia
"Le comunicazioni private delle persone dovrebbero essere sicure. L'impiego della crittografia end-to-end impedisce a chiunque — compresi noi — di sapere cosa condividono le persone attraverso i nostri servizi".
Immanenza dei dati
"Le persone dovrebbero sentirsi a proprio agio, senza doversi preoccupare che ciò che condividono gli si ritorca contro in futuro. Per questo non conserveremo i messaggi più a lungo di quanto sia necessario per erogare il servizio stesso o di quanto desiderino gli utenti".
Sicurezza
"Le persone devono aspettarsi che Facebook faccia tutto il possibile per garantire la loro sicurezza all'interno dei nostri servizi, entro i limiti di ciò che è possibile fare in un servizio cifrato".
Interoperabilità
"Gli utenti dovranno essere in grado di utilizzare una qualsiasi delle nostre app per raggiungere i propri amici, comunicando attraverso reti in modo semplice e sicuro".
Salvataggio sicuro dei dati
"La gente dovrà aspettarsi che la nostra azienda non conservi i dati sensibili in Paesi con deboli quadri normativi sui diritti umani, come quello alla privacy e alla libertà d'espressione, al fine di proteggerli da accessi non corretti".
La carne messa al fuoco da Zuckerberg dunque è davvero molta e in alcuni casi il focus sulla privacy sembra anche sollevare forti perplessità legate alla sicurezza, ad esempio per quanto riguarda la crittografia, ma il buon Mark appare consapevole di questo e cerca di rassicurare i governi quanto gli utenti.
"Ci sono preoccupazioni sulla sicurezza reale da affrontare prima di poter implementare una reale cifratura end-to-end su tutti i nostri servizi di messaggistica. La crittografia è un potente strumento per la privacy, ma include anche quella di persone che fanno cose sbagliate. […] Stiamo dunque lavorando per migliorare la nostra capacità di identificare e bloccare i cattivi utenti, individuando modelli di attività o tramite l'uso di altri strumenti, senza necessariamente dover vedere il contenuto dei messaggi, e continueremo a investire in questo lavoro. Ma il compromesso sarà inevitabile perché non potendo accedere direttamente ai contenuti come oggi sarà impossibile filtrare tutto in maniera particolarmente efficace".
Quando parla di interoperabilità poi, Zuckerberg fa riferimento a un altro argomento già emerso di recente, quello della possibilità di condividere messaggi e dati tra Instagram, Messenger, WhatsApp e, in futuro anche con gli SMS. Una soluzione che, se da un lato potrebbe portare a una fidelizzazione ancora maggiore degli utenti, dall'altro comporta rischi proprio per la privacy, poiché offrirebbe la possibilità di incrociare una maggior mole di dati per profilazioni più precise, anche solo a scopo pubblicitario.
Insomma, il cammino per il futuro sembra tracciato, anche con una certa precisione, ma la strada da percorrere appare lunga e non priva di asperità difficili da superare. Al momento però sembra proprio che non ci siano altre vie possibili da percorrere se Zuckerberg vuole davvero traghettare la sua azienda nel futuro.