Zuckerberg e la censura durante il Covid: "ricevute pressioni dalla Casa Bianca"

Il CEO di Meta ha rivelato di aver ricevuto pressioni dal governo USA per censurare contenuti Covid. Ma il dilagare di fake news su Facebook è un problema.

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a cura di Tommaso Marcoli

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Il CEO di Meta Mark Zuckerberg ha rivelato di "aver ricevuto pressioni" dalla Casa Bianca di Biden per censurare alcuni contenuti sul Covid-19 su Facebook. La notizia è emersa da una lettera inviata da Zuckerberg al presidente repubblicano della Commissione di Sorveglianza della Camera, Jim Jordan.

La risposta della Casa Bianca ha evidenziato un problema crescente legato alla disinformazione online durante la pandemia. L'amministrazione Biden ha dichiarato di aver "incoraggiato azioni responsabili per proteggere la salute e la sicurezza pubblica" di fronte a una "pandemia mortale", sottolineando che le aziende tech dovrebbero "tenere conto degli effetti delle loro azioni sui cittadini americani, pur prendendo decisioni indipendenti sulle informazioni che presentano".

La minaccia crescente della disinformazione

Già nella primavera del 2020, i ricercatori della Carnegie Mellon University avevano rilevato che oltre l'80% dei principali account che ritwittavano post sul coronavirus erano in realtà bot, software progettati per imitare l'attività umana online su larga scala. Molti di questi bot provenivano probabilmente da Russia e Cina.

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Disinformazione online
Disinformazione online

Un rapporto del 2021 della RAND Corporation ha evidenziato come Russia e Cina abbiano promosso "pericolose teorie del complotto sul COVID-19" che hanno avuto un impatto negativo sulla salute pubblica globale.

L'impatto della disinformazione sulla salute pubblica

Secondo uno studio del Peterson Center on Healthcare e KFF, entro giugno 2021 quasi 240.000 morti negli USA avrebbero potuto essere prevenute se più americani avessero accettato la vaccinazione primaria. Purtroppo, decine di milioni di persone hanno rifiutato il vaccino perché convinte a diffidare degli scienziati governativi e persino dei consigli dei propri medici.

La disinformazione ha contribuito ad aumentare i decessi in USA legati alla pandemia.

Gli algoritmi dei social media, progettati per segmentare e rafforzare le opinioni degli utenti generando più "clic", forniscono terreno fertile per chi cerca di distorcere l'opinione pubblica. La disinformazione, soprattutto se provocatoria, prospera in questo ambiente.

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