Youtuber "avvelena" i bot AI che provano a rubarle i contenuti, il trucco è geniale

Didascalie speciali piene di informazioni inutili: invisibili all'occhio umano, ma fonte di confusione per l'intelligenza artificiale.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

YouTuber ha sviluppato un metodo ingegnoso per contrastare il furto di contenuti da parte dei canali YouTube "senza volto" che utilizzano l'intelligenza artificiale. F4mi, creatrice di approfondimenti su tecnologie oscure, ha inserito dati "invisibili" nei file dei sottotitoli per confondere gli strumenti AI che tentano di riassumere e riprodurre i suoi video senza autorizzazione.

Il fenomeno dei canali YouTube completamente automatizzati attraverso l'AI è in crescita. Questi canali spesso rubano i file di trascrizione di altri creator per generare rapidamente contenuti derivati. Per contrastare questa pratica, F4mi ha sfruttato le funzionalità avanzate del formato di sottotitoli .ass per nascondere testo irrilevante, invisibile agli spettatori umani ma in grado di confondere gli strumenti AI.

La tecnica di F4mi consiste nell'inserire, per ogni porzione di testo reale, due blocchi di testo fittizio posizionati fuori dallo schermo, con dimensioni e trasparenza impostate a zero. Questi blocchi contengono testi di pubblico dominio modificati o script generati da AI con fatti completamente inventati.

Quando questi file di trascrizione vengono elaborati dai siti di riassunto AI, il testo fittizio sovrasta il contenuto effettivo, producendo uno script totalmente scollegato e inutilizzabile per i canali che cercano di sfruttarlo. In questo modo, F4mi protegge la sua proprietà intellettuale e scoraggia il plagio automatizzato dei suoi contenuti.

Questa innovativa strategia di difesa evidenzia la crescente sfida che i creator affrontano nell'era dell'AI generativa. Mentre gli strumenti automatizzati rendono più facile produrre contenuti in massa, aumenta anche il rischio di appropriazione indebita del lavoro altrui. La soluzione di F4mi potrebbe ispirare altri YouTuber a sviluppare metodi simili per proteggere i propri contenuti, stimolando un dibattito più ampio sulla proprietà intellettuale nell'era digitale.

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