Wind Tre, TIM e Vodafone sono state sanzionate dall'AGCM per aver inviato lettere di sollecito di pagamento a scopo di minaccia. Dovranno pagare complessivamente 3,2 milioni di euro, considerata la condotta aggressiva in violazione degli articoli 24 e 25 del Codice del Consumo. Nello specifico Wind Tre 600mila euro, TIM 1,9 milioni di euro e Vodafone 800mila euro.
La questione di fondo è che l'invio riguardava presunti morosi residenziali e mobili, "non qualificabili come tali perché privi di tutti i requisiti previsti per l'iscrizione, compresi utenti che potevano contestare la fondatezza del debito vantato dall'operatore".
Insomma minacciavano di "iscriverne il nominativo in una banca dati, denominata S.I.Mo.I.Tel., non ancora operativa e dalla finalità indeterminata, al fine di indurli a pagare gli addebiti richiesti". Il timore dei consumatori ovviamente è che non fosse più possibile concludere contratti con alcun operatore telefonico.
Il Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, a seguito di una lunga indagine, ha scoperto che quello che avrebbe dovuto essere uno strumento di autotutela nei confronti di morosi intenzionali veniva impiegato per indurre gli utenti a pagare "a prescindere dalla fondatezza della propria posizione debitoria, potenzialmente anche incerta e/o oggetto di contestazione".
Wind Tre ad esempio ha adottato questa strategia tra gennaio 2016 e giugno 2017 (da luglio la minaccia è stata eliminata) nei confronti di "morosi" anche per importi inferiori ai 150 euro "o che avevano contestato gli addebiti come illegittimi, o per i quali non erano trascorsi almeno tre mesi dal recesso dal contratto e che, dunque, non potevano essere qualificati come 'morosi intenzionali' per l'assenza di uno o più dei requisiti richiesti per l'iscrizione in S.I.Mo.I.Tel". Un invio consistente che ha riguardato tra le 500mila e il milione di clienti.
TIM ha attuato questa condotta da aprile 2016 nel residenziale e da maggio 2016 nel mobile fino a febbraio 2018, analogamente a Wind Tre. Gli utenti fissi interessati sono stati 500mila-2 milioni mentre quelli mobili 50mila-250mila. Da febbraio 2018 TIM ha eliminato le frasi intimidatorie.
"Il permanere della morosità potrebbe, inoltre, comportare l'iscrizione del Suo nominativo nella banca dati S.I.Mo.I.Tel. relativa a morosità intenzionali della clientela del settore telefonico, per effetto del provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali n. 523 dell'8 ottobre 2015. Per maggiori dettagli riguardo tale banca dati e le condizioni che determinano l'iscrizione, può far riferimento all'informativa privacy S.I.Mo.I.Tel. disponibile nel nostro sito istituzionale...".
Infine Vodafone ha adottato la stessa strategia delle concorrenti da febbraio 2016 ad aprile 2018 nei confronti sia degli ex clienti TeleTu che i "morosi" con debiti superiori i 150 euro. Si parla di 50mila-250mila lettere.