WhatsApp, la doppia spunta ha un qualche valore giuridico, è una prova legale?

WhatsApp e la doppia spunta: valore legale? Avv. Giuseppe Croari e Dott.ssa Francesca Gattarello esplorano la prova legale offerta dalla doppia spunta su WhatsApp in un caso di licenziamento.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Avv. Giuseppe Croari - Dott.ssa Francesca Gattarello

WhatsApp, l’applicazione di messaggistica più utilizzata nel mondo, che ha rivoluzionato la comunicazione, sia tra i privati che all’interno delle aziende. Tra gli aspetti più caratteristici dell’applicazione c’è la famosissima doppia spunta: grigia certifica che il messaggio è stato consegnato, blu invece è una conferma di avvenuta lettura.

Un dettaglio non da poco e infatti, proprio perché Whatsapp è usata moltissimo sia da privati sia dalle aziende, la giurisprudenza si è pronunciata più volte per stabilire se quella famosa doppia spunta ha un qualche valore legale. 

Licenziata via messaggio, WhatsApp come prova legale

Il caso, diventato famoso nella cronaca, riguardava una società siciliana che aveva licenziato una dipendente attraverso un messaggio WhatsApp. La lavoratrice, stupita dall’inusuale modalità di intimazione del licenziamento, non aveva perso tempo e aveva provveduto immediatamente ad impugnare il licenziamento dinanzi al tribunale di Catania perché lo riteneva illegittimo, in quanto comunicatole con un mezzo da lei ritenuto poco formale.

I giudici della sezione lavoro del tribunale di Catania si sono pronunciati con un’ordinanza storica affermando che il messaggio inviato tramite Whatsapp con il quale si intima il licenziamento: 

  • assolve l’onere della forma scritta, così come richiesto dalla normativa giuslavorista (ne avevamo parlato anche qui, relativamente al valore giuridico delle e-mail);
  • è in grado di identificare chiaramente il mittente e il destinatario del messaggio;
  • fornisce una prova inconfutabile, paragonabile ad una PEC, dell’avvenuta ricezione del messaggio. Questo grazie alla doppia spunta grigia che indica l’avvenuta consegna del messaggio e la doppia spunta blu, che indica la sua avvenuta lettura da parte del destinatario;
  • sempre al pari di una PEC, indica precisamente data e ora di invio e di ricezione (per un maggiore approfondimento sulle PEC trovate un articolo qui).

Quindi, per tutti questi motivi, il tribunale ha ritenuto legittimo il licenziamento e ha rigettato il ricorso presentato dalla lavoratrice.

A primo impatto qualcuno potrà non essere d’accordo con quanto stabilito dal tribunale, tuttavia, la comunicazione del licenziamento, secondo quanto previsto dalla legge e dalla giurisprudenza prevalente, deve possedere esclusivamente il requisito della forma scrittanon sono necessarie forme solenni per la sua comunicazione al lavoratore. Sulla base di questo assunto e soprattutto grazie alla funzione assolta dalla doppia spunta blu che conferma la presa visione del messaggio da parte del lavoratore, il tribunale ha ritenuto ammissibile la comunicazione del licenziamento attraverso WhatsApp. 

La doppia spunta blu vale come una raccomandata con ricevuta di ritorno?

Sulla base del caso appena illustrato si potrebbe pensare che il “messaggio visualizzato” possa produrre i medesimi effetti di una raccomandata con ricevuta di ritorno. Su questo punto però la giurisprudenza non si è ancora pronunciata chiaramente

L’unica cosa certa è che, attualmente, l’orientamento maggioritario della giurisprudenza si è limitato ad affermare che i messaggi su WhatsApp hanno valore di prova legale all’interno del processo (ne avevamo parlato anche qui). 

Ovvero di prova che viene considerata come tale direttamente dal legislatore, con conseguente impedimento da parte del giudice di valutarne il contenuto. Ciò significa che il magistrato dovrà limitarsi ad attendersi alle risultanze della prova stessa, nel nostro caso al contenuto del messaggio, senza valutarlo sulla base della sua discrezionalità. 

WhatsApp al posto di PEC e raccomandata?

In conclusione, l’introduzione di WhatsApp e la rivoluzione che ha portato con sé non ha lasciato indifferente la giurisprudenza, che senz’altro continuerà ad emanare pronunce con l’obiettivo di andare a regolamentare l’utilizzo dell’applicazione. 

Sicuramente, qualora al visualizzato dovesse mai essere riconosciuto un valore analogo a quello di una raccomandata con ricevuta di ritorno, comporterebbe un’enorme semplificazione dei rapporti tra gli individui. 

Se però pensiamo al fatto che le chat di WhatsApp hanno già valore di prova legale, non mancheranno, in futuro, nuove ipotesi in cui i messaggi potranno essere utilizzati al pari delle raccomandate con ricevuta di ritorno oppure alla PEC. 

Restiamo in attesa di nuove pronunce della giurisprudenza e vi terremo aggiornati sui prossimi sviluppi. 

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