Violenza sessuale di gruppo virtuale, avviata la prima vera indagine di polizia

Per la prima volta è stata aperta un'indagine per un caso di violenza sessuale nel metaverso, ma la polizia teme di non poter condannare i colpevoli.

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a cura di Marco Pedrani

Caporedattore centrale

La polizia britannica sta indagando sull'presunta violenza di gruppo subita dall'avatar di una ragazza di meno di 16 anni in un gioco di realtà virtuale. Si tratta di una prima volta decisamente importante, che segna un passo nella giusta direzione: come riportato, nonostante non ci siano lesioni fisiche, diverse fonti della polizia hanno dichiarato che potrebbe aver subito traumi psicologici simili a quelli di una persona violentata nella realtà virtuale.

"C'è un impatto emotivo e psicologico sulla vittima che è a lungo termine rispetto a eventuali lesioni fisiche", ha dichiarato un alto ufficiale che conosce il caso. Nonostante questo, la polizia britannica teme che potrebbe essere impossibile perseguire l’accusa in base alle leggi esistenti, che definiscono l’aggressione sessuale come un contatto fisico di naturale sessuale senza consenso.

Secondo alcuni, la polizia potrebbe dedicare meno tempo e risorse alle indagini su crimini nel metaverso, ma il Ministro dell’Interno James Cleverly è intervenuto in un programma televisivo per smentire sul nascere queste accuse: "So che è facile respingere questo come non reale, ma l'intero punto di questi ambienti virtuali è che sono incredibilmente immersivi. E stiamo parlando di una bambina, e una bambina ha subito un trauma sessuale. Avrà avuto un effetto psicologico molto significativo e dovremmo essere molto attenti a non essere superficiali." Il ministro ha anche aggiunto che qualcuno capace di violentare un avatar "potrebbe benissimo essere qualcuno che potrebbe compiere gesti terribili nel mondo fisico".

Ian Critchley, responsabile delle indagini sulla protezione dei minori e degli abusi al National Police Chiefs' Council, ha ribadito le parole di Cleverly, affermando che il metaverso crea una "porta d'ingresso" per i predatori che vogliono colpire i bambini. Ha anche sottolineato la necessità di una continua evoluzione nei metodi della polizia per affrontare i crimini online, chiedendo leggi pertinenti e invitando le aziende a fare di più per mantenere gli utenti al sicuro.

Immagine di copertina: peopleimages12

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