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Dove sono tutti quanti? Un viaggio tra stelle e pianeti alla ricerca della vita
Ci sono moltissimi altri pianeti nell'Universo, miliardi e miliardi di cieli alieni con le loro albe e tramonti, mondi interi di cui non sappiamo ancora nulla e che accendono il nostro desiderio di esplorare.
Chi pensa che un libro di Scienza non possa trasportare in un lungo ed emozionante viaggio, far sognare chi legge e lasciarlo a bocca aperta, forse non ha letto abbastanza, o non ha scelto i testi giusti. Io amo i libri di Fisica per così dire "tradizionali", che insegnano al lettore nozioni come Relatività e meccanica quantistica, ma ogni tanto mi piace anche una lettura rilassante.
Uno di questi è "Dove sono tutti quanti?", l'ultimo libro dell'astrofisico italiano Amedeo Balbi disponibile sia in edizione eBook sia in cartacea.
Che l'argomento portante sia la ricerca della vita extraterrestre è scontato, quello che è interessante prima di tutto è che pone questa domanda in un momento di grande interesse, dato che coincide con la pubblicazione di notizie come lo studio dell'Australian National University secondo cui non abbiamo ancora incontrato forme di vita extraterrestri perché gli alieni sono tutti morti, e il ritrovamento di molecole chirali nello Spazio Interstellare.
Entrambe non sciolgono l'enigma dietro al titolo del libro, così come non lo fa il libro stesso, che però offre un punto di vista basato sul rigore scientifico, senza dimenticare il sogno che spinge da sempre l'uomo a cercare la risposta. Quando ebbi occasione di intervistare Amedeo Balbi mi accennò al fatto che stava lavorando alla ricerca di vita extraterrestre, perché fin da bambino si è posto la domanda che ha scelto come titolo del libro, e adesso che è un astrofisico vuole lavorare per trovare una risposta.
Per chi ha la mia età il viaggio di Balbi parte da un affogato di nostalgia, con la fantascienza degli anni '70 per passare poi alla realtà, con le ricerche scientifiche sulla formazione della vita sulla Terra. La parte che ho preferito è quella dei pianeti in cui potremmo trovare condizioni simili.

L'autore non cerca di "vendere" teorie e non pecca di eccesso di ottimismo, ma riesce a infondere nel lettore quel sentimento che è comune denominatore di tutti i suoi libri: la meraviglia. Meraviglia per la natura, per le scoperte, per la conoscenza, che non ci abbandona mai nemmeno da adulti, quando guardiamo il cielo.
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Una meraviglia che ancora provo, da principiante, quando si parla di distanze siderali che fanno sembrare piccolo piccolo tutto quello che ci riguarda: "quello che non siamo abituati a fare è valutare l'entità delle distanze coinvolte, le dimensioni del teatro cosmico in cui va in scena il nostro piccolo dramma. D'altra parte, noi esseri umani non ci siamo evoluti per comprendere questo tipo di vastità".
Subito però si converte in realismo nudo e crudo, quando Balbi tiene l'ennesima e utilissima lezione di umiltà, ricordando che dovremmo essere "abituati a considerarci lontani da qualunque pretesa di occupare una posizione privilegiata nell'universo". Però non ci lascia appesi all'ignoto: spiega con metodi semplici, alla portata persino di un bambino, come avere un'idea meno lacunosa degli spazi e delle grandezze, dimostrando che nulla (o quasi) è incomprensibile se spiegato nella maniera giusta.

La risposta se siamo soli o meno non c'è nel libro, ma c'è un'iniezione di fiducia nella Scienza e nei suoi metodi, per i quali forse un giorno passerà la risposta.
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Questa strada, che è quella della scienza, è impegnativa. Non è una scorciatoia, non dà garanzie se non quella di fare il possibile per non ingannarci, per non darci false illusioni. Ma è la strada più interessante che io conosca, e per me la più vera.