Introduzione
L'ultima indagine sulla pirateria cinematografica statunitense, realizzata dal programma Digital Life America di Solutions Research Group, ha rilevato che circa 32 milioni di statunitensi - praticamente il 18% della popolazione sopra i dodici anni - ha scaricato dal web almeno una volta un film piratato completo. La maggior parte di queste operazioni è stata compiuta tramite piattaforme P2P. Inoltre, sempre secondo il campione analizzato il cosiddetto "downloading illegale" non è considerato un reato grave.
Il profilo del downloader medio è piuttosto chiaro: maschio sui 29 anni (le donne sono solo il 37%) con all'incirca 16 film archiviati sul Pc. "La maggior parte delle persone considerano gli Studios e le star sufficientemente ricche, così da minimizzare la questione downloading", ha spiegato Kaan Yigit, direttore dello studio, facendo riferimento ad un sorta di effetto "Robin Hood".
Comunque, a prescindere da queste percezioni, il 78% è convinto che un furto di un DVD in un negozio abbia lo stesso peso. Dimostrando di fatto che l'incremento delle possibilità di essere preso con le "mani nel sacco" è l'elemento chiave per definire la percezione di un crimine. Contemporaneamente si è evidenziato il valore della gravità: chi lo considera un reato serio, valuta nel 59% dei casi, allo stesso modo, il parcheggio nelle zone adibite ai vigili del fuoco.
Un'altra modalità di approccio a questa serie di dati è comprendere che il downloading illegale non è il frutto di un calcolo moralistico, ma frutto di un calcolo economico. Il downloader guarda soprattutto al rapporto fra rischi e benefici: fattori come convenienza e prezzo rendono l'operazione piuttosto vantaggiosa.