Un minerale arrivato dallo spazio rivoluzionerà la nostra tecnologia

Potenti magneti creati con lo stesso metallo trovato nei meteoriti potrebbero rivoluzionare la tecnologia moderna

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Almeno due gruppi di ricerca nel mondo hanno ottenuto risultati incoraggianti nella sintesi della tetrataenite. Si tratta di un minerale esotico identificato per la prima volta nel 1971, e che si trova soltanto in alcuni meteoriti. Un minerale che arriva letteralmente dallo spazio, ma che sulla Terra non abbiamo.

La cosa interessante della tetrataenite è che ha proprietà magnetiche molto particolari, al punto che potrebbe sostituire le terre rare. “È simile ai metalli delle terre rare necessari per produrre i forti magneti che alimentano molti dei dispositivi di consumo odierni, le batterie dei veicoli elettrici, le armi militari e l'hardware essenziale per le infrastrutture di energia rinnovabile”, spiega Andrew Zaleski su Popular Mechanics.

E visto che le Terre Rare sono una complicata questione internazionale, trovare qualcosa che ci somigli può essere davvero molto importante.

Ovviamente un minerale con queste proprietà non è molto interessante, se devi aspettare che ne caschi un pochino dal cielo; e se fosse più di un pochino avremo un problema più grosso di cui preoccuparci, ma da quel punto di vista dovremmo essere tranquilli ancora per qualche migliaio di anni.

Risulta quindi entusiasmante il fatto che qualcuno abbia avuto successo nella sintesi del tetrataenite. Ci è riuscito il prof. Lindsay Greer (Università di Cambridge, Inghilterra) con il suo team, e un altro gruppo di ricerca a Boston, USA.

La tetrataenite sintetizzata potrebbe sostituire materiali come il neodimio, il praseodimio e il disprosio.

Si tratterebbe di un vero e proprio terremoto, e non solo dal punto di vista geopolitico (perché toglierebbe alla Cina un notevole vantaggio strategico). Questo metallo infatti potrebbe trovare innumerevoli applicazioni, dagli smartphone ai sottomarini nucleari, passando per le pale eoliche.

La possibilità di rendere semplice l'approvvigionamento di magneti, infatti, potrebbe cambiare davvero ogni cosa. Negli ultimi dieci anni la domanda di terre rare è salita alle stelle. Secondo gli analisti del Kleinman Center for Energy Policy dell'Università della Pennsylvania, il fabbisogno del solo disprosio aumenterà di oltre il 2.500% entro il 2035. Anche la produzione mineraria di terre rare è aumentata drasticamente. Nel 2010, il mondo ha estratto 133.000 tonnellate di terre rare; nel 2022, il numero supererà le 300.000 tonnellate, per un valore di 9,5 miliardi di dollari. Entro il 2028, si prevede che il commercio di terre rare avrà un valore di 21 miliardi di dollari. Ma restano un bene caratterizzato dalla scarsità.

Risulta dunque evidente che serve una soluzione alternativa, perché se anche le tensioni internazionali si dovessero risolvere definitivamente (e già sarebbe un mezzo miracolo), difficilmente la produzione di Terre Rare potrà far fronte a queste esigenze in continuo aumento.

Va inoltre considerato il fatto che l’estrazione di terre rare è un processo ad alte emissioni di gas serra, con l’emissione di altri prodotti inquinanti e un profondo impatto ambientale.

“Il problema è ancora più grave in Cina”, continua l’articolo di Zaleski, “dove gli standard ambientali sono più bassi. Il distretto di Bayan-Obo, nella Mongolia interna, contiene la più grande miniera di terre rare del mondo e il più grande bacino di decantazione del mondo, che è stato riempito di sostanze chimiche tossiche fin dagli anni Cinquanta. Le conseguenze per la salute sono sorprendenti. Secondo i media statali cinesi, il bacino non è mai stato adeguatamente rivestito e l'acqua velenosa si infiltra nel terreno, distruggendo le colture vicine, uccidendo il bestiame e arrivando fino al Fiume Giallo, una fonte vitale di acqua potabile nella regione”.

Anche senza arrivare a tali estremi, nel mondo non esistono miniere di terre rare che non danneggino in qualche modo chi ci lavora l’ambiente circostante. “La cifra comunemente citata è che l'estrazione di una sola tonnellata di elementi di terre rare produce 2.000 tonnellate di rifiuti di coda sotto forma di polveri tossiche, sostanze chimiche di separazione, acque reflue e residui radioattivi”, aggiunge Zaleski.

Ci sono, quindi, molte eccellenti ragioni per produrre la tetrataenite in modo artificiale, senza aspettare che i meteoriti ce ne portino un po’ in regalo. Anche perché gli elementi di base sono ferro e nichel, più che comuni sul nostro pianeta.

I due gruppi di ricerca sono al lavoro ma ci sono ancora diverse sfide da superare prima di poter pensare a una produzione su larga scala.

Immagine di copertina: emmy2289

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite. Vuoi accedere?


Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.