Trovati frammenti di un’astronave aliena? Forse, ma probabilmente no

Il professor Avi Loeb sostiene di aver trovato frammenti di una civiltà aliena in un meteorite, ma sono necessarie prove solide per confermare questa teoria. Al momento, la teoria di Loeb appare debole.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

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Secondo il prof. Avi Loeb potremmo aver scoperto le prime tracce di una civiltà aliena. Sarebbero frammenti di un meteorite schiantatosi sulla Terra nel 2014, su cui c’è una quasi certezza che fosse un oggetto di origini extra solari. Tuttavia ci sono diversi punti ancora da chiarire, ed è sicuramente troppo presto per trarre conclusioni.

L’ex docente è stato oggetto di critiche in passato, riguardo alla sua convinzione che civiltà aliene abbiano già visitato il nostro pianeta. Ha scritto anche alcuni libri, uno tradotto in italiano, che sono disponibili su Amazon.

Loeb ha guidato una spedizione (con finanziamenti privati) e ha trovato 50 oggetti sferici, del diametro di circa 1 millimetro ognuno. Le sferule sono state recuperate usando uno speciale magnete su un’area di 10 chilometri quadrati, sul fondo dell’Oceano Pacifico. Secondo Loeb potrebbero essere frammenti di un’astronave aliena.

Ulteriori studi potranno confutare o confermare la sua tesi. Ma per il professor Loeb, la scoperta "miracolosa" è un'ulteriore conferma che i suoi metodi non ortodossi stanno dando i loro frutti.

Sicuramente il meteorite IM1 aveva delle caratteristiche molto interessanti. Era molto veloce ed esplose molto più in basso nell'atmosfera terrestre rispetto alla maggior parte delle meteore; inoltre, nota il professor Loeb, il materiale di cui è composto lo rende più resistente di qualsiasi altra roccia spaziale conosciuta finora. Insomma, secondo Loeb siamo di fronte al classico “tre indizi fanno una prova”, quindi deve essere una cosa artificiale.

Sicuramente è una storia intrigante, ma è opportuno sottolineare che i metodi “non ortodossi” significa anche “non scientifici”. Mancano dati per confermare le ipotesi del professor Loeb, e alcune informazioni su IM1 non sono accessibili perché sotto il controllo del governo statunitense - un fatto che, ovviamente, può solo alimentare le speculazioni.

A far sollevare (almeno) un sopracciglio è tuttavia l’atteggiamento dello stesso Loeb. Da uno scienziato ci si aspetterebbe cautela, che evitasse qualsiasi affermazione compromettente, per evitare di essere smentito in un secondo momento. La posizione di Loeb è chiaramente una cosa del tutto diversa.

Ci sono ancora tanti dubbi

Al momento tuttavia non si può nemmeno confermare che i frammenti ripescati da Loeb provengano da IM1, figuriamoci la sua affermazione che si tratti di tecnologia aliena.

A proposito delle sfere, ci sono alcuni dettagli di cui tenere conto. Tanto per cominciare, la forma non è un mistero: sono sfere perfette, o quasi, perché entrano in acqua incandescenti innescando un processo di sferificazione, qualcosa di simile a quello che fanno certi chef moderni. C’è gente che lo fa tutti i giorni in cucina, quindi nessun mistero.

Inoltre, campioni simili erano già stati estratti dall’oceano. La professoressa M. Grady su The Conversation ricorda che il primo esempio risale alla seconda metà del XIX secolo, durante una missione della HS Challenger. Anche all’epoca si parlò di “sferule cosmiche”. Dall’epoca sono stati fatti altri ritrovamenti, spesso incerti.

Sta di fatto che non serve lasciare il pianeta per trovare delle “ceneri volanti”: sono scarti di combustione e microparticelle che si staccano dagli aerei. Qualcosa che sicuramente non esisteva ai tempi del Challenger. Le sferule trovate da Loeb potrebbero essere il lascito di attività umane, quindi un po’ di cautela non sarebbe fuori posto.

Inoltre, continua Grady, se anche la scoperta di Loeb fosse confermata non sarebbe la prima volta che veniamo in contatto con materiale interstellare. Parte di questo materiale si presenta sotto forma di piccoli diamanti o zaffiri, rari ricordi di stelle vissute e morte prima della nascita del Sole. Questi grani sono entrati a far parte della nube di polvere che è collassata per formare il Sistema Solare e sono stati infine trasportati sulla Terra sotto forma di meteoriti.

Insomma, la teoria di Loeb per ora appare debole, per non dire traballante. Servono prove molto solide prima di poter dire che quelle sfere sono extraterrestri, e ne serviranno di straordinarie per dimostrare che non sono di origine naturale. Fino ad allora meglio godersi un po’ di ottima fantascienza, come per esempio The Expanse: un’eccellente serie di romanzi firmati da James S.A. Corey e una delle migliori serie TV degli ultimi vent’anni almeno - la trovate su Prime Video.