Un nuovo studio ha scoperto che la Terra è al sicuro dagli asteroidi “ammazzapianeta” per i prossimi mille anni. Secondo l’analisi (Università del Colorado, Prof. Oscar Fuentes-Muñoz) il primo momento rischioso sarà nel 2.880, quando un asteroide di 1 km di larghezza chiamato 1994 PC1 avrà lo 0,00151% di possibilità di colpire la Terra.
Per allora, è lecito sperare che avremo un sistema di difesa adeguato, no?
L'asteroide che provocò l’estinzione dei dinosauri era largo circa 10 km e aveva una probabilità su 65 milioni di colpire la Terra.
La NASA ha già catalogato oltre il 90% degli asteroidi di diametro superiore a 1 km e continua a cercare asteroidi più piccoli che potrebbero comunque causare danni significativi. I dati raccolti ci permettono di stare tranquilli, almeno per un po’.
La ricerca ha preso in considerazione oltre 100.000 asteroidi di dimensioni tali da poter causare danni diffusi. È emerso che il rischio di un impatto del tipo “fine del mondo” è molto basso ma non nullo.
Archiviata la minaccia dell’asteroide, ciò non significa che possiamo sederci sugli allori. Ci sono altre minacce esistenziali di cui dobbiamo preoccuparci, due delle quali sono piuttosto pressanti: la crisi climatica e l’intelligenza artificiale.
Gli effetti del cambiamento climatico si fanno già sentire in tutto il mondo, sotto forma di eventi meteorologici estremi, innalzamento del livello del mare, riduzione delle terre fertili. Molte migrazioni di massa sono innescate anche da ragioni climatiche. Se non riusciamo a contenere il problema, le conseguenze potrebbero essere catastrofiche.
A differenza degli asteroidi, nel caso della crisi climatica c’è qualcosa che possiamo fare subito - e molti di noi ci stanno provando: ridurre la nostra dai combustibili fossili, investire nelle energie rinnovabili. modificare lo stile di vita e il modo di pensare.
E poi c’è l'intelligenza artificiale. Sono ormai molti anni che alcuni ci avvisano di come possa diventare un problema esistenziale, forse il più serio che abbiamo mai dovuto affrontare. Al momento tuttavia i tentativi di controllare questa tecnologia sono piuttosto timidi, il che potrebbe essere una brutta notizia per tutti noi.
Tuttavia, è importante ricordare che l'IA è uno strumento e, come ogni strumento, può essere usato per il bene o per il male. Sta a noi garantire che l'IA sia usata per il bene e non per il male.
Possiamo mettere in atto misure di salvaguardia per evitare che venga utilizzata per scopi dannosi. Possiamo anche lavorare per garantire che l'IA sia usata a beneficio di tutta l'umanità, e non solo di pochi eletti.
Il futuro dell'IA è incerto e spetta a noi plasmarlo. Se lo facciamo bene, l'IA potrebbe essere il più grande strumento mai creato per il miglioramento dell'umanità. Se lo facciamo male, potrebbe essere la nostra rovina.