Se vi eravate appassionati alle avventure marziane di Deserto Rosso non potete perdere il seguito, Ophir, Codice Vivente: Volume 3. Se vi siete persi le prime puntate della serie, la new entry potrebbe rappresentare l'occasione buona per recuperare. Ne vale la pena per gli appassionati di fantascienza, per chi ha "assaggiato" Marte con le traversie di Mark Watney e quelle di Martin Gibson, o per chi ha colto l'invito a leggere Progetto Marte. Storia di uomini e astronavi e mi sta scrivendo messaggi entusiasti.
Il primo motivo è che gli amici e parenti a cui ho fatto leggere Deserto Rosso si sono appassionati e non vedevano l'ora di vivere il seguito, il che non capita con tutti i romanzi. Il secondo è un motivo meramente economico: in occasione dell'uscita Ophir è in promozione a 2,99 euro (poi salirà a 3,49 euro), e fino all'11 dicembre saranno in promozione a 1,99 euro gli altri libri del ciclo Deserto Rosso. In realtà per avere un quadro generale sarebbe bene leggere anche l'Isola di Gaia, che aggiunge al quadro il tassello (importante) dell'IA.
I fatti si svolgono nell'arco temporale successivo agli avvenimenti dei primi 4 episodi di Deserto Rosso e de l'Isola di Gaia, di cui si intrecciano sapientemente gli avvenimenti per sviluppare una trama nel tipico stile dell'autrice Rita Carla Francesca Monticelli, che ho apprezzato in tutti i romanzi della serie. Personalmente leggendo in anteprima Ophir ho apprezzato il rientro in scena di tutti i protagonisti della serie Deserto Rosso, a cui mi ero affezionata (in particolare gli amanti Anna e Hassan, la cui storia è tutt'altro che finita), e il ritorno all'ambiente marziano, che poi è quello da cui tutto parte, con la sua esplorazione e i suoi misteri.
L'autrice aveva già dato prova nei precedenti romanzi di sapersi attenere scrupolosamente alle informazioni pubblicate negli anni dalle agenzie spaziali sia per tratteggiare il paesaggio sia per i mezzi di trasporto, i supporti vitali, e molto altro. Questi sono gli elementi che finora hanno reso credibile la storia nel suo complesso, e che continuano a funzionare come un meccanismo ben oliato. Non a caso fra le fonti ci sono i siti NASA di HiRISE, del rover Curiosity, e della sonda MAVEN.
A questo si aggiunge il background di Monticelli, biologa, che fin dal primo episodio ha messo in campo le sue competenze accademiche per improntare la trama su un elemento di novità ben amalgamato al resto: la genetica e i batteri, che come sempre giocano un ruolo importante in tutto lo svolgimento dei fatti.
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I precedenti de l'Isola di Gaia tornano invece utili per lo sviluppo dell'IA che gestisce gli habitat marziani con tutto quello che ne segue, e da cui in ultima analisi dipendono le sorti di tutta la popolazione marziana. Rispetto a Deserto Rosso è decisamente più inquietante, perché se un tempo il suo ruolo era marginale, adesso diventa di primo piano e porta il lettore a riflettere sulle domande su cui si dibatte da tempo nel mondo reale: fino a che punto si può essere certi di poter controllare un'intelligenza artificiale, e fino a che punto ci si può fidare?
Non aggiungo altro per scansare eventuali spoiler, a parte il fatto che vorrei leggere subito il seguito!
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