Un gruppo di giovani ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca ha lanciato il progetto RAREevolution, che mira a recuperare le terre rare dai rifiuti elettronici (RAEE) utilizzando le nanotecnologie.
Le terre rare sono elementi chimici indispensabili per molti dispositivi elettronici, veicoli elettrici, pale eoliche e altre applicazioni. Tuttavia, la loro estrazione è costosa, inquinante e socialmente problematica, poiché avviene prevalentemente in Paesi in via di sviluppo con scarsa tutela ambientale e del lavoro.
Sul tavolo ci sono anche questioni geopolitiche e di indipendenza territoriale: l’Europa ad esempio deve importare le terre rare, mentre la Cina ha sul proprio territorio gran parte dei giacimenti noti.
tutte ragioni che Il progetto RARE particolarmente interessante. L’idea è riciclare due tipi di rifiuti: da una parte quelli dell'industria chimica e dell'acciaio, da cui si ottengono speciali materiali porosi. Dall’altra gli apparecchi elettronici in disuso (RAEE), che contengono le terre rare. Grazie a un dispositivo appositamente progettato, i materiali porosi catturano le terre rare dai RAEE mediante un processo selettivo e reversibile.
Un’azione virtuosa sotto molti aspetti, che si iscrive a pieno titolo nel concetto di Economia Circolare.
Il progetto RAREvolution è al centro di una campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso. L'obiettivo è raccogliere 5.000 euro per poter avviare il progetto, anche se in verità ne basterebbero 2.500 per sbloccare il cofinanziamento da parte di che potrà poi contare sul 50% di finanziamento da parte di Eit RawMaterials.