Dopo un can can mediatico di proporzioni elevatissime, sembra giunta a compimento la vicenda Telecom Italia, con una cordata italo-spagnola capace di rilevare Olimpia, la holding Pirelli che deteneva la quota di maggioranza all'interno dell'azienda. Spiazzati i messicani di American Movil.
Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Sintonia (Benetton) e Telefonica (il partner industriale spagnolo) mettono sul piatto 4,1 miliardi di euro. L'acquisizione - che si concluderà a ottobre - sarà portata avanti da Telco, una nuova società creata ad hoc dalle realtà interessate nel progetto, pronta a far valere una quota complessiva del 23,6%.
Questo 23,6% sarà così "suddiviso" tra banche e spagnoli: 42,3% in mano a Telefonica, 28,1% a Generali, 10,7% a Mediobanca, 10,7% a Intesa Sanpaolo e l'8,2% a Benetton. Gli spagnoli avranno quindi un peso decisamente superiore e come realtà del settore TLC, metteranno a disposizione il loro know how per migliorare la situazione delle telecomunicazioni in Italia, o almeno si spera.
Intesa Sanpaolo potrà in seguito, con il gradimento degli altri soci, indicare nuovi investitori finanziari italiani, i quali potranno aggiungersi con quote comprese tra il 2% e il 5%.
Il Governo, che tanto si è fatto sentire in questi mesi, non rilasciato grandi dichiarazioni per bocca dei suoi esponenti di spicco, con un Prodi "neutrale" e un Padoa-Schioppa taciturno. Ha parlato positivamente invece Viviane Reding, commissario europeo alle Telecomunicazioni, affermando che: "Il fatto che due dei maggiori operatori telefonici in Europa si siano uniti in un accordo transfrontaliero è un segnale forte che un mercato delle telecomunicazioni paneuropeo ha cominciato a svilupparsi".
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