Tecnologia NFT: proteggere il diritto d’autore e il business

Avete mai sentito parlare dei cosiddetti NFT o Non Fungible Tokens, come tecnologia per la protezione del diritto d'autore nel mondo digitale? Se volete saperne di più oggi i nostri consulenti legali ce ne spiegano tutti gli aspetti.

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a cura di Redazione Diritto dell’Informatica

Gli NFT
, “Non Fungible Token” sono dei token digitali, dotati dei caratteri di unicità ed autenticità, tali per cui associati ad un contenuto digitale, conferiscono al proprietario del token un certificato di paternità del prodotto digitale in oggetto.

Le peculiarità della tecnologia NFT sono garantite dall’utilizzo della tecnologia blockchain.

Il meccanismo utilizzato si basa, quindi, sull’inserimento dei contenuti digitali, oggetto degli NFT, all’interno della blockchain, grazie alla quale è possibile tenere traccia dell’effettiva proprietà di ogni singolo token in maniera sicura, grazie alla particolare struttura a “registro” utilizzata. La mole di informazioni contenute in questi database viene conservata non in un solo dispositivo, bensì in una serie di dispositivi diversi, tutti connessi tra di loro.

Anche se sembra che gli NFT rappresentino il trend più in voga del momento, sottendono tanti aspetti critici, in parte ancora non del tutto chiari.

NFT e diritto d’autore

Gli NFT, oltre ad aver sollevato un fortissimo interesse nel mercato del crypto in generale, sono stati una vera e propria rivoluzione per quanto concerne il campo del diritto d’autore in particolare nel settore della crypto art.

Fin dal loro esordio – ufficialmente avvenuto nel 2014, ma consacrato poi definitivamente solo nel 2017 – si è notato come questo strumento fosse di estrema utilità soprattutto per quei settori che in qualche modo avevano delle implicazioni con il diritto d’autore in generale: arte, musica, software, ma anche meme, tweet e gif.

Infatti, non bisogna pensare che il diritto d’autore sia riferibile soltanto alle opere dell’ingegno “reali”, perché vi è lo stesso ventaglio di diritti anche per i prodotti dell’ingegno in formato digitale. Sicuramente l’impatto delle nuove tecnologie sul diritto d’autore ha portato alla luce una serie di problematiche legate da un lato alla frammentarietà dell’impianto normativo di riferimento, dall’altro all’inadeguatezza di alcuni strumenti di tutela, sicuramente non pensati per essere adattati o adattabili all’attuale stato di evoluzione in campo digitale.

La vigente normativa e i diritti tutelati

Attualmente, secondo la normativa vigente in Italia – Legge, 22/04/1941 n° 633 -, l’autore di un’opera dell’ingegno tutelata dal diritto d’autore gode di due tipologie differenti di diritti: i diritti morali e quelli patrimoniali.

diritti morali conferiscono al titolare del diritto una peculiare forma di tutela, consistente nel:

  • decidere se e quando pubblicare la propria opera;
  • poterne rivendicare la paternità;
  • opporsi a qualsiasi alterazione o modifica dell’opera stessa.

diritti patrimoniali, invece, sono “i diritti di utilizzazione economica” dell’opera, traducibili, indicativamente, nel diritto di:

  • pubblicazione;
  • riproduzione;
  • comunicazione al pubblico;
  • concessione a terzi.

È importante sottolineare che nell’ambito degli NFT, tramite il loro utilizzo, chi acquista un token non acquista i diritti d’autore sul contenuto oggetto del token, bensì acquista un certificato che gli consente di tenere traccia e provare la proprietà della copia digitale acquistata.

Di una stessa opera, potenzialmente, potranno quindi essere venduti indefiniti NFT a soggetti diversi, tutti allo stesso modo proprietari di una singola copia, ma non ovviamente dell’originale. Quest’ultimo rimarrà di esclusiva proprietà dell’autore, in forza appunto della normativa sul diritto d’autore – con tutte le conseguenze che ne derivano –, il quale avrà quindi la possibilità di sfruttare economicamente un numero indefinito di volte la propria opera, venendo remunerato per l’acquisto di un token ad essa collegato.

Le minacce all’unicità della tecnologia NFT

Se da un lato gli NFT rappresentano sicuramente una nuova modalità di tutela, dall’altro sollevano diverse perplessità in merito agli aspetti che riguardano l’unicità di un’opera, di qualsiasi tipo essa sia.

È ormai risaputo che qualsiasi cosa può essere oggetto di NFT, da un meme, ad una famosa opera d’arte, fino alla nuova crypto art.

È indubbio anche che la tecnologia NFT possa consentire una più facile gestione del fenomeno delle “copie pirata”, data l’estrema facilità con cui un contenuto digitale può essere duplicato da chiunque ne venga in possesso.

Quello che sta emergendo è che al contempo l’utilizzo degli NFT sembra aver favorito un fenomeno speculativo tale da sacrificare del tutto il carattere di unicità di un’opera. Il fatto di poter acquistare la proprietà di una copia, magari di un pezzo di collezionismo unico nel suo genere, fa irrimediabilmente perdere il carattere di unicità ed interesse legato all’opera originale, data la possibilità per chiunque di possederne personalmente una copia.

Questo aspetto, ancora venuto poco alla luce perché attualmente secondario rispetto ai risvolti meramente economici del fenomeno, potrebbe a lungo andare rappresentare un’arma a doppio taglio dello spasmodico utilizzo degli NFT nel campo dell’arte e della creatività in generale.

L’NFT è davvero il futuro della tutela del diritto d’autore?

Gli interessanti risvolti pratici offerti dalla tecnologia NFT hanno fatto sì che il mercato di riferimento diventasse tra i più attivi del momento: dall’organizzazione di vere e proprie aste di crypto art, al proliferare di piattaforme dedicate alla vendita e all’acquisto dei Non fungible token, ormai utilizzati per “certificare” qualsiasi tipo di contenuto digitale, anche quelli più impensabili ed apparentemente senza valore.

Sotto la spinta di questa ondata di forte interesse nei confronti degli NFT, persino la SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) ha sposato la causa NFT. La SIAE ha infatti creato su blockchain quasi 4 milioni di Non Fungible Token, per l’equivalente di 95.000 associati che così vedranno tutelati i propri diritti d’autore.

Altro esempio che ben rende l’idea dell’impatto che questa nuova tecnologia ha avuto su diversi settori, tutti diversi tra loro, è la creazione del primo immobile virtuale crittografato con tecnologia NFT, venduto per circa 500.000 dollari.

Le cifre e le diverse tipologie di contenuti oggetto di NFT rendono solo in parte l’idea del mercato che si è venuto a creare dopo l’avvento di questo rivoluzionario strumento. Tutto ciò, però, deve essere al contempo ridimensionato, tenendo in considerazione alcune criticità emerse in merito all’utilizzo degli NFT e della blockchain in generale, tali per cui questo fenomeno rivoluzionario – per molti – potrebbe tramutarsi presto in un clamoroso flop.

Conclusioni

Un’attenta analisi del fenomeno qui illustrato permette sicuramente di dare il giusto peso agli aspetti che caratterizzano in maniera positiva l’avvento degli NFT, senza sottovalutare altrettanti punti critici, ancora da chiarire.

L’evoluzione digitale e delle infrastrutture tecnologiche mostra ancora una volta come il mondo del diritto sia molto spesso impreparato ad accogliere cambiamenti di così vasta portata, e allo stesso tempo diventano lo stimolo per cercare di sopperire alle lacune della normativa di settore.

È per questo che è importante essere pienamente consapevoli delle potenzialità, ma anche delle problematiche, quando si sceglie di approcciarsi per la prima volta a strumenti come gli NFT.

Per questo studi come il nostro partner Studio Legale FCLEX può offrirti un valido supporto per la contrattualistica con la tecnologia NFT e blockchain in generale, offrendoti un servizio pensato specificatamente per le tue esigenze.

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