Tasse e criptovalute, com'è la situazione in Italia

Le criptovalute sono sempre più diffuse e sollevano particolare interesse, anche in un pubblico più generalista. Ma com'è la situazione fiscale in Italia?

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a cura di Alessandro Crea

La crescita esponenziale delle criptovalute e la sua sempre maggiore diffusione ha posto il problema di come pagare le tasse per chi detiene valute digitali. Il problema è più complicato di quanto si possa pensare perché esistono regimi fiscali diversi a seconda del Paese di residenza, e il quadro non è sempre chiaro e definitivo. In Italia, purtroppo, la situazione della tassazione delle criptovalute è particolarmente confusa, e il sistema fiscale non è ancora riuscito a emanare normative precise in materia.

Attualmente, solo la parte della plusvalenza realizzata sulla vendita di criptovalute per un importo superiore a 51.645 euro, è dovuta al fisco. In questo caso, la plusvalenza deve essere dichiarata nel quadro RT del modello di reddito PF, pagando un'imposta sostitutiva del 26%. Al di sotto di tale soglia, nulla sarebbe dovuto all'amministrazione fiscale, questo perché le stesse normative che si applicano al possesso di valute estere si applicano alle valute digitali.

Tuttavia, la detenzione di criptovalute, anche per importi minori, dovrebbe essere dichiarata nel quadro RW del "Modello UNICO". Tuttavia, la definizione di custodia della criptovaluta non è molto chiara, perché diventa difficile capire se il possesso di criptovalute detenute in portafogli digitali debba essere dichiarato, e inoltre non è chiaro se i prelievi o i movimenti effettuati con questi portafogli virtuali debbano essere dichiarati alle autorità fiscali. Infine, non è ancora chiaro se e come le plusvalenze realizzate sugli scambi tra criptovalute, senza effettuare alcun passaggio a una valuta fiat, debbano essere tassate.

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