Sony AF9 rappresenta l’attuale punta di diamante della gamma OLED dell'azienda giapponese. Il primo, insieme allo ZF9 con pannello LCD, a montare il nuovo processore d’immagine X1 Ultimate e la nuova versione di Android TV, la 8.0 Oreo, che finalmente fa sembrare Android TV 7.0 solo un brutto ricordo. La vecchia versione software del robottino non ci ha mai convinto del tutto in nessuna delle sue implementazioni, ma in questo caso si è raggiunta la piena maturità, con una buona scorrevolezza e reattività.
Fiore all'occhiello l’ottimo pannello. L’AF9 fa parte infatti della serie di TV Master Series, che identifica i televisori con la migliore accuratezza cromatica, vicina a quella di monitor professionali e in grado di offrire maggiore immersività durante la visione di contenuti multimediali.
Infine, il comparto audio: Sony continua a migliorare la sua tecnologia Acoustic Surface Audio+ e possiamo tranquillamente affermare che il sistema audio di questo AF9 superi, e non di poco, tutti quelli provati fino ad oggi. Insomma, un prodotto davvero soddisfacente sotto tanti punti di vista, che abbiamo provato nel modello con diagonale da 55 pollici, disponibile a un prezzo di 2.999 euro, ma anche con diagonale di 65 pollici a 3.999 euro.
Design e materiali
L’assenza di una soundbar o di un sistema di diffusori a vista, ha permesso a Sony di sperimentare molto col design evolvendo e, possiamo dirlo, stravolgendo alcuni spunti già visti sia nell’A1 che nell’AF8 che abbiamo recensito qualche settimana fa. Non c’è infatti una vera base, ma un supporto sulla parte posteriore che, oltre ad avere una funzione strutturale, integra anche tutta l’elettronica e parte dell’impianto audio, che analizzeremo più tardi.
Da montare è molto semplice, ma dato il peso del supporto e la sottigliezza del pannello, consigliamo di eseguire tale operazione in due. Nella confezione è presente anche il telecomando, due batterie di tipo AAA e due cavi di alimentazione, uno con presa Shuko, l’altra con presa italiana. Un’aggiunta che abbiamo gradito.
La costruzione è davvero buona. Frontalmente colpisce il lavoro svolto per ridurre al minimo le cornici, con un bordo molto sottile nella parte inferiore, necessario per scopi funzionali, e che integra il LED di stato e due microfoni che consentono l’attivazione di Google Assistant. Nella parte posteriore sia la scocca che il supporto sono interamente in plastica e vengono inclusi due pannelli coprenti rivestiti in tessuto. Quando montati, armonizzano le linee e rendono la visione d’insieme più gradevole. Se intendete montare il televisore su un supporto a muro potete farlo grazie agli attacchi VESA nella parte posteriore. In questo caso il supporto viene ripiegato su sé stesso, tramite i perni posti sulla parte in alto.
Una volta posizionato col suo stand, la vista risulta molto particolare. Il televisore è inclinato di qualche grado e se visto frontalmente il primo impatto è di assoluta immersione. Vista lateralmente, la soluzione dello stand potrebbe però risultare poco armoniosa, in quanto riprende un insieme di linee spigolose e di diversi materiali che a un occhio attento potrebbero non piacere. Insomma data anche la fascia di prezzo, avremmo sicuramente apprezzato maggiore cura sotto questo punto di vista.
Le cornici così sottili nella parte inferiore impediscono l’installazione di un’eventuale sound bar. Seppur ciò non rappresenti un reale problema dato l’ottimo comparto audio, chi già possiede un sistema audio, dovrà tenerne conto.
Gli ingombri sono di 122,8 x 71,1 x 21,0 cm includendo lo stand, mentre il peso è di circa 30 kg per il modello da 55 pollici e di 35,6 kg per quello da 65.
Connettività
I due pannelli sulla parte superiore servono anche a coprire e nascondere i cavi che consentono di usare appieno la connettività del televisore. Sono presenti quattro ingressi HDMI (tre inferiori e uno laterale), un’uscita audio digitale, tre porte USB (di cui una in versione 3.0 per la registrazione su hard disk esterno), due ingressi satellite, un ingresso digitale terrestre e integra anche una Chromecast, che permette lo streaming di contenuti con i dispositivi compatibili.
Presente anche la connettività Wi-Fi 802.11 a/b/g/n/ac, un ingresso ethernet e il Bluetooth in versione 4.2, che consente il collegamento di periferiche wireless come tastiere, mouse e controller.
Sistema audio
Sony prosegue con l’intento di integrare la tecnologia Audio Acoustic Surface+, già vista sia sul precedente A1 che sull’AF8, nei suoi TV OLED. In questo caso il sistema è composto da sei driver da 13 Watt ciascuno e due subwoofer da 10 Watt ciascuno posti a ciascun lato della base. Tramite un attuatore centrale, le vibrazioni vengono trasmesse attraverso lo schermo che prende in questo caso il ruolo di un diffusore, vibrando. La vibrazione non è percepibile visivamente e non crea alcun fastidio o artefatto ai contenuti visualizzati, ma è ben percepibile se appoggiamo le nostre mani sul display, o sui bordi.
La resa è però davvero buona. Come detto a inizio recensione, consideriamo l’impianto audio integrato in questa televisione, tra i migliori disponibili, considerando tutti i televisori testati e provati nel corso degli anni. Bassi profondi, alti cristallini e in generale una scena sonora sempre ben presente, che fa dimenticare presto l’eventuale voglia di acquistare una soundbar.
Sony ha anche aggiunto la funzione di “speaker centrale”: in un impianto audio pre-esistente, se attivata, permette di usare il sistema audio integrato, come se fosse un altoparlante centrale. Nonostante non abbiamo potuto provare questa caratteristica nella nostra redazione, ne abbiamo saggiato le potenzialità durante una dimostrazione a IFA 2018, rimanendo stupiti dell’effetto creato. Si tratta di un’opzione molto gradita per chi intende creare un sistema di riproduzione audio dedicato, minimizzando ingombri e cavi.
Android TV 8.0 Oreo
"Finalmente!", ci verrebbe da dire. La nuova versione del sistema operativo Android dedicato alle smart TV è arrivata . Se dal punto di vista della qualità i TV Sony ci hanno dato quasi sempre delle ottime impressioni, il vero punto debole è stato fino ad oggi un sistema Android TV che, anche sui migliori top di gamma, rendeva l’esperienza d’uso legnosa e poco piacevole. Android TV 8.0 Oreo rivoluziona tale situazione, non solo portando una ventata di fluidità, ma andando a semplificare e pulire l’interfaccia, che risulta adesso più snella e fruibile in tutte le sue parti, compresi i menu di gestione dell’immagine e del suono.
La Home presenta il classico schema con tante tile raffiguranti programmi e applicazioni già installate. È presente ovviamente le maggiori applicazioni per lo streaming multimediale, tra cui Netflix, Youtube, Google Play Film, Infinity, Rakuten TV e non manca il Play Store attraverso cui si ha accesso a decine di altre app compatibili.
Tramite le impostazioni è possibile invece gestire i dispositivi associati, le connessioni, gli account collegati e tutto il necessario per poter personalizzare ad hoc il televisore alle nostre esigenze.
Presenti anche i comandi vocali e Google Assistant tramite cui si possono controllare diversi parametri della TV, come il volume, il lancio delle app, la ricerca e tanto altro.
Insomma, un’esperienza software finalmente gradevole, veloce e sempre reattiva ai comandi dati che ci ha dato ottime impressioni e grazie alla quale possiamo finalmente dire che Android TV è un sistema maturo e adatto a tutti.
Specifiche tecniche e qualità del pannello
Il Sony AF9 è dotato di un pannello OLED con risoluzione 4K (3840 x 2160 pixel) e con HDR, compatibile con gli standard HDR10, HLG e DolbyVision. Manca purtroppo la compatibilità con HDR10+. L’azienda giapponese ha integrato per la prima volta il suo processore d’immagine X1 Ultimate, in grado di garantire ottime prestazioni per quanto riguarda l’elaborazione dei contenuti video e soprattutto per l’upscaling.
La visualizzazione di contenuti in HD/SDR si è rivelata brillante, con un’ottima gestione del contrasto e dell’HDR. Ciò è reso possibile grazie all'integrazione dell'HDR Object-based e della tecnologia Super Resolution Object-based. Entrambi riescono infatti a individuare e capire cosa viene visualizzato sullo schermo, andando ad agire individualmente su ogni singolo oggetto e regolando dunque tutti i parametri tra cui contrasto e luminosità per fornire la migliore qualità possibile.
Un processo di cui si apprezza sin da subito l’effetto. Le prestazioni durante la riproduzione in 4K HDR diventano eccellenti grazie non solo al processore e alle tecnologie già citate, ma all'ottimo lavoro di calibrazione effettuato da Sony, che ha reso possibile avere una fedeltà dei colori molto buona. Ne abbiamo avuto la prova anche durante la dimostrazione a IFA 2018 in cui il televisore, affiancato a un monitor professionale BVM-X300, dal costo di qualche migliaio di euro, era in grado di avere non solo una riproduzione dei colori molto simili, ma di non perdere dettagli nelle zone più scure e in quelle più luminose. Soprattutto per queste ultime vale la pena usare la luminosità al livello più alto, in modo da avere un contrasto migliore e quindi una maggiore immersività. Luminosità massima che, secondo quanto rilevato, si attesta a 900 candele al metro quadro. Gli effetti si notano durante la riproduzione di contenuti in HDR dove riflessi, dettagli e gradazione di colori sono ottimamente riprodotti.
Anche la modalità Dolby Vision funziona molto bene. In questo caso però, abbiamo notato che se si seleziona la modalità Dark, il suo effetto tende a essere piuttosto aggressivo andando a eliminare il dettaglio nelle zone più scure. Consigliamo dunque di usare la modalità Bright, che riesce a dare un risultato più efficace.
Chi intende usare questo televisore con una console di ultima generazione in grado di sfruttare appieno la risoluzione 4K e HDR, trarrà un grande beneficio dall'integrazione della tecnologia Motionflow Xr, in grado di gestire il motion blur in maniera efficace, evitando artefatti di sorta. Dopo diverse prove abbiamo appurato che il migliore risultato si ottiene lasciando le impostazioni del Motionflow sulla modalità Custom. Meglio evitare di impostare valori molto alti per quanto riguarda la nitidezza, in quanto si rischia di degradare l’immagine finale.
Le impostazioni per quanto riguarda la qualità delle immagini sono state ridotte e l’utente può scegliere adesso tra: Cinema, Standard, Brillante e Personalizzata. Quattro impostazioni comunque efficaci, anche se nella maggior parte dei casi abbiamo ottenuto una visualizzazione più gradevole con l’impostazione “Standard”, che di fatto prende il posto della vecchia “Cinema Pro”. La modalità “Brillante”, seppur in certi contesti vada ad elevare in maniera poco opportuna il livello di saturazione e contrasto, con la conseguenza di un’evidente perdita di dettagli, risulta comunque utilizzabile in molti casi.
Telecomando
Il telecomando incluso in questo AF9 rappresenta forse una delle pochissime note stonate. Non che non sia funzionale e pratico da utilizzare, anzi, è uguale a quanto visto in altri televisori dell’azienda, quindi suddiviso in tre zone per il controllo dei canali, della navigazione e per l’accesso a tutte e le impostazioni, ma semplicemente non è all'altezza della qualità generale.
In primis per quanto riguarda i materiali: costruito interamente in plastica, senza retroilluminazione e con i pulsanti a filo, che ne rendono difficile il riconoscimento al buio, in quanto quasi a filo con la scocca. In secondo luogo perché non aggiunge nessuna funzione in più o nessun vantaggio rispetto all'uso di una periferica di terze parti. In questo senso preferiamo quanto fatto da LG con il suo telecomando che funziona a tutti gli effetti come un puntatore, risultando molto più efficace e comodo nell’uso quotidiano.
Verdetto
Con i televisori OLED Master Series Sony ha fatto indubbiamente un lavoro che mira a risultati di eccellenza, centrando in pieno l’obiettivo. L’AF9 è in grado di restituire un’eccellente qualità dell’immagine, un dettaglio di altissimo livello e prestazioni sempre ottime sia per la visualizzazione di contenuti SDR sia per contenuti nativi in 4K HDR, sia con l’uso gaming. Tuttavia, al prezzo di listino di 3000 euro l’incremento di prestazioni rispetto all’AF8, o ad altri OLED come per esempio l’LG C8, non è pienamente giustificato.
Non ci sono veri e propri difetti, ma solo qualche piccolo appunto, come un telecomando non all'altezza e purtroppo la mancanza di compatibilità con contenuti HDR10+ e un design coraggioso ma che potrebbe non piacere a tutti. Se riuscite a superare questi ostacoli e siete disposti a pagare il listino di 3000 euro per il modello da 55 pollici e di 3.999 euro per il 65 pollici, verrete ripagati da una qualità video e anche audio al di sopra della concorrenza nel momento in cui scriviamo.
Se state cercando invece un OLED ma con un ottimo rapporto qualità prezzo, il suggerimento è quello di andare sull'LG B8 in versione da 55 pollici.