L'AGCOM ha sanzionato Sky per 2,4 milioni di euro in relazione alla "mancanza di un'adeguata informativa ai clienti in merito ai contenuti del pacchetto SKY Calcio 2018/2019 e nell’assenza di riconoscimento del diritto di recesso senza costi né penali". Insomma, si sono manifestate pratiche commerciali scorrette.
Nello specifico l'Autorità ha rilevato che a giugno 2018, rispetto alla precedente stagione di campionato, "lo stesso ha subito, a invarianza di prezzo, una sensibile riduzione del numero di partite del campionato di Serie A e l’eliminazione completa dell’intero campionato di Serie B, a fronte dell’aggiunta di alcune partite di Champions League, Europa League e di altri campionati stranieri". Le modifiche intervenute, secondo l'AGCOM, sotto il profilo contrattuale non hanno indotto le modalità e le condizioni prescritte dalla normativa vigente.
Ai clienti non è stato comunicato "l’esatto contenuto delle modifiche alle condizioni contrattuali che sono intervenute" e non è stato "garantito il diritto di recedere" con la tempistica adeguata e neanche garantito l'eventuale recesso senza l’applicazione di penali e costi di disattivazione. Ad ogni modo l'azienda avrà 60 giorni di tempo per impugnare l'atto presso il TAR.
Sky sostiene di "aver agito conformemente alla normativa e confida che la correttezza del proprio operato emergerà da un esame più approfondito in sede di ricorso dinanzi all’autorità giudiziaria amministrativa". In sintesi Sky è convinta di aver "dimostrato quanto la cura del cliente sia la priorità dell’azienda, decidendo sin dall’inizio della stagione 2018/2019 non solo di non ribaltare sulla propria clientela i maggiori costi rispetto al passato sopportati per l’acquisto dei diritti della Serie A, ma anche di arricchire il Pacchetto Sky Calcio con l’inclusione di rilevanti eventi calcistici, come l’Europa League e la Champions League".