La Lega Serie A ha diffidato Google per non aver rimosso tempestivamente i siti pirata che trasmettono illegalmente le partite di calcio. La diffida, inviata il 7 ottobre a Google Ireland e all'Agcom, potrebbe trasformarsi in una causa legale se la situazione non verrà risolta.
La controversia nasce dall'applicazione della legge 93/2023 sulla pirateria digitale. La Lega Serie A utilizza il sistema Piracy Shield, gestito dall'Agcom, per bloccare domini e indirizzi IP che trasmettono illegalmente le partite. Tuttavia, spetta a Google rimuovere questi siti dai risultati di ricerca una volta segnalati.
La Lega ha accusato Google di gravi negligenze e mancata collaborazione nel processo di rimozione dei contenuti pirata. In particolare, il colosso tecnologico non avrebbe "deindicizzato" i siti "vetrina" che promuovono lo streaming illegale e continuerebbe a offrire app illecite sul Google Play Store.
La diffida elenca dettagliatamente le inadempienze di Google nelle prime cinque giornate del campionato in corso, evidenziando come queste replichino problemi già riscontrati nella scorsa stagione. La Lega lamenta di aver effettuato "doppie segnalazioni" attraverso vari canali, senza ottenere una risposta adeguata.
La Lega Serie A sottolinea un paradosso: mentre Google ha prontamente protestato quando il sistema antipirateria ha erroneamente bloccato Google Drive (problema risolto in quattro ore), la stessa rapidità non si riscontra quando si tratta di rimuovere contenuti pirata segnalati dalla Lega.
Se Google non risponderà adeguatamente alle richieste della Lega Serie A, la questione potrebbe sfociare in un'azione legale, con potenziali ripercussioni sul panorama della distribuzione dei contenuti sportivi online e sulla regolamentazione delle piattaforme digitali in Italia. Insomma, non una bella situazione.