Che cosa ne pensate della Scienza? Se non ci fosse, in che misura cambierebbe la vostra vita? Non pensate che siano domande banali, perché le risposte che si possono ricevere possono essere sconvolgenti. La prova è il sondaggio State of Science Index che ha condotto Ipsos per conto di 3M, in 14 Paesi fra cui non figura l'Italia. Gli interpellati sono stati in tutto 14mila maggiorenni, con almeno parziale potere decisionale sugli acquisti della propria azienda.
Il risultato, complessivamente, è piuttosto sconfortante, dato che si percepisce ancora una distanza tangibile tra la Scienza e il suo contributo alla vita quotidiana. In alcune parti si fa preciso riferimento a branche della Scienza quali ingegneria, salute, energia, spazio, telecomunicazioni, eccetera, ma la maggior parte delle domande verte sulla Scienza in generale, quindi intesa nel senso più ampio del termine.
Il risultato è iconico: per il 38% degli interpellati se la Scienza non esistesse la loro vita quotidiana non sarebbe così differente da com'è, il 66% pensa che cambierebbe poco. Pensare che senza la Teoria della Relatività non esisterebbero i GPS, senza l'effetto fotoelettrico che valse ad Einstein il Premio Nobel non avremmo le fotocamere, che senza l'elettromagnetismo non avremmo telecomandi, smartphone e molto altro. Una lista completa delle scoperte scientifiche che hanno trasformato radicalmente la nostra vita di tutti i giorni sarebbe un'enciclopedia monumentale, se volete qualche altro esempio lampante leggete il nostro articolo 20 ricerche scientifiche che ci hanno cambiato la vita.
Forse lo svarione è dovuto al fatto che il 20% degli intervistati si dice indifferente all'impatto futuro della Scienza sulla società, o ne è addirittura impaurito (14%). A sollevare il morale c'è un 66% che invece vede positivamente l'impatto della Scienza sulla società, e un 62% secondo cui i migliori giorni della Scienza debbano ancora arrivare. Ma la Scienza a che cosa serve? A trovare cure mediche (75%), a rendere più accessibili le energie rinnovabili (75%), a migliorare l'approvvigionamento energetico (74%), l'accesso a Internet (73%).
La parte più divertente della ricerca arriva quando si chiede agli interpellati se preferirebbero andare a cena con uno scienziato famoso o con una pop star: gli intervistati più avanti con gli anni optano per lo scienziato (35% dei maggiori di 51 anni), man mano che l'età scende salgono le quotazioni della pop star, ma si arriva comunque a un 30% di voti a favore dello scienziato anche nella categoria 18-35 anni. Per la cronaca nelle domande le opzioni erano Bill Gates vs Taylor Swift, LeBron James vs Elon Musk. Per curiosità, voi per chi avreste optato?
La Scienza comunque suscita grande fascino (87%), è ritenuta noiosa solo dal 13% del campione e ne scoraggia a priori solo il 10%. Però c'è chi dice no: c'è un gruppo che si dice scettico (32%) e diffidente verso la Scienza, e fra questi il 77% reputa che la Scienza causi più problemi che soluzioni. Viene da sorridere poi quando si legge che secondo gli scettici i progressi tecnologici sono più importanti di quelli scientifici (66%), e che un adulto non abbia alcun bisogno di comprendere la Scienza (48%).
Non commettete l'errore di pensare che chi abita nei Paesi maggiormente ricchi e industrializzati abbia più fiducia nella Scienza rispetto a chi sta peggio. Il parziale per Paese premia come più fiduciosi i cittadini di India e Arabia Saudita, seguiti da Messico, Cina, Brasile. Più vicini a noi geograficamente ci sono Francia e Germania, che occupano i poco lusinghieri 11mo e 12mo posto. Chissà come sarebbe uscita l'Italia da un sondaggio simile!
Se non siete fra quelli che credono che un adulto non abbia alcun bisogno di comprendere la Scienza, leggete il simpatico e semplice libro di Graham Lawton L'origine di (quasi) tutto. Per fare una torta, devi prima inventare l'universo