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a cura di Elena Re Garbagnati

La missione Juno della NASA conferma la natura vulcanica di Io, la quinta luna di Giove, oltre che il corpo celeste più vulcanicamente attivo nel Sistema Solare. La scoperta di per sé non è sensazionale perché la presenza di vulcani in superficie è da addebitare alla missione Voyager nel 1979, tuttavia non sappiamo quanti ce ne siano.

Approfondire la conoscenza dei pianeti e delle lune del Sistema Solare è da sempre l'obiettivo principale delle missioni spaziali, e Io è un corpo celeste affascinante ed estremamente complesso grazie alla presenza di nevai di anidride carbonica alternati a vulcani, che hanno portato a definirla una terra di fuoco e ghiaccio. Le temperature oscillano infatti fra -130 gradi Celsius e +1649 gradi.

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Un fotomontaggio di una foto scatta a Giove da New Horizons e di Io scattata durante il flyby di ottobre 2007. Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute

Durante il volo ravvicinato del il 16 dicembre 2017, Juno ha rilevato un considerevole "hotspot" vicino al polo sud di Io tramite lo strumento Jovian InfraRed Auroral Mapper (JIRAM) finanziato dall'Agenzia Spaziale Italiana e realizzato da Leonardo-Finmeccanica. La sorpresa è che questo punto si trova a circa 300 chilometri da un altro precedentemente mappato, il che rende difficile pensare che la stessa formazione vulcanica possa avere generato entrambi, anche se non è da escludere l'ipotesi che si tratti di una caldera.

Il motivo per il quale Io è costellata di vulcani è che il suo nucleo composto di ferro o di solfuro di ferro è sottoposto alla potente forza di gravità di Giove e all'influenza degli altri satelliti galileiani Callisto, Ganimede ed Europa. Questi corpi celesti causano una fortissima forza mareale che libera energia sotto forma di attività geologica.

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Crediti: NASA/JPL-Caltech/SwRI/ASI/INAF/JIRAM

Grazie all'attività delle sonde Cassini, Galileo, Voyager e New Horizons e dei telescopi di terra finora gli astronomi sono riusciti a censire circa 150 vulcani su Io, ma stimano che ce ne siano più di 400 attivi. Gli strumenti della sonda NASA Juno sono sviluppati appositamente per studiare la composizione, la struttura e i campi gravitazionali e magnetici di Giove, cercando indizi sulla formazione e l'evoluzione del gigante gassoso.

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Le scoperte che riguardano Giove oltre tutto non finiscono qui, perché un gruppo di astronomi al lavoro all'Osservatorio di Cerro Tololo in Cile, avrebbe scoperto casualmente una dozzina di nuove lune in orbita attorno a Giove.

Gli astronomi stavano puntando oggetti transnettuniani quando la visuale è stata interrotta da Giove. L'imponente gigante gassoso è entrato nell'inquadratura e a questo punto i ricercatori hanno deciso di dare un'occhiata alle lune di Giove che erano in bella vista. Così facendo gli scienziati hanno notato non una, ma ben 12 lune completamente nuove le cui orbite non erano ancora state documentate. Se la scoperta fosse confermata il numero totale delle lune gioviane sarebbe 79.

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Ricostruzione artistica della struttura interna di Io. Crediti: Xianzhe Jia (Università del Michigan) e Krishan Khurana (UCLA)

Le nuove lune sono piccole, misurano al massimo 3 Km di diametro e orbitano attorno al gigante gassoso ad una distanza maggiore rispetto a molte delle lune di Giove documentate.


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