Obiettivi e composizione
La scelta dell'obiettivo o della sua lunghezza focale gioca ovviamente un ruolo decisivo nella composizione. Il grandangolo, oltre banalmente a coprire un angolo di campo maggiore di quello dell'obiettivo standard, permette di coinvolgere maggiormente lo spettatore in quanto, se usato sapientemente, lo proietta direttamente all'interno della scena.
Ritrarre un soggetto principale con un obiettivo grandangolare quando la sua distanza dalla fotocamera è notevole, fornisce in genere un risultato deludente poiché non si riesce a staccarlo dallo sfondo e quindi ad isolarlo, e ciò è tanto più vero quanto più la lunghezza focale è corta. Meglio allora fotografarlo da una posizione ravvicinata, chiudendo molto il diaframma per aumentare la profondità di campo e metterlo quindi in relazione con lo sfondo.
E' preferibile usare un grandangolo anche quando si vuole variare la percezione visiva della grandezza dei soggetti, cioè ad esempio quando se ne ha uno di dimensioni minori in primo piano e si vuole ingrandirlo rispetto a un altro, fisicamente più grande, posto in secondo piano. Con il teleobiettivo, questo gioco diventa più complesso in quanto bisogna variare sensibilmente la distanza della fotocamera, tanto più quanto aumenta la lunghezza focale, perché le relazioni fra i soggetti varino in maniera significativa. Il teleobiettivo schiaccia la prospettiva, avvicinando fra loro due o più soggetti anche molto lontani e stacca, o meglio allontana, il soggetto dalla scena dando l'impressione di essere estranei alla stessa: come se si osservasse qualcosa senza farne parte, tipico della fotografia di reportage o giornalistica.
Per la ritrattistica, gli obiettivi più idonei sono i medio tele da 85 a 120/135 mm, che isolano sufficientemente il soggetto dallo sfondo senza la necessità di stare troppo appiccicati allo stesso, per poterlo riprendere con la massima spontaneità, condizione essenziale nella fotografia, ad esempio, di bambini. Focali più corte implicano eccessiva vicinanza alla persona che si vuole ritrarre, rischiando di fargli perdere naturalezza anche quando posa, focali troppo lunghe schiacciano eccessivamente la prospettiva, cambiando i tratti percepiti del volto e permettono l'interposizione di altri elementi di disturbo nella scena quando si ritraggono soggetti in incognito.
Ovviamente, ci sono generi fotografici in cui la scelta dell'obiettivo da utilizzare prescinde dalla composizione, o meglio diventa prioritaria rispetto alla seconda, come nella fotografia naturalistica.
In conclusione, cercare di seguire le regole più o meno complesse che abbiamo illustrato, quando se ne ha la possibilità, contribuisce senz'altro a creare un'immagine dinamica, tuttavia proprio i grandi fotografi ci consigliano sovente d'infrangere le stesse sperimentando nuove posizioni e angolazioni che possono portare a risultati inaspettati, giacché – alla fine - sono le forme che riescono ad organizzare gli elementi di un'immagine, potendo racchiudere, raggruppare o escludere i soggetti. E l'organizzazione, non dimentichiamolo, è il cuore della composizione.