Il Giappone è riuscito dove altri prima avevano fallito: ha fatto atterrare due piccoli rover sulla superficie di un asteroide, e sono già state recapitate a Terra le prime "cartoline" del loro nuovo panorama. L'obiettivo si chiama Ryugu ed è un asteroide di 900 metri di larghezza, che è nel mirino della missione Hayabusa2 dell'agenzia spaziale giapponese (JAXA) dal 2014, epoca del suo lancio. L'atterraggio dei rover è avvenuto il 21 settembre, ma per precauzione JAXA non ha confermato la buona riuscita dell'atterraggio fino al giorno successivo. Ora si può gridare vittoria: entrambi i rover hanno portato a termine un atterraggio in sicurezza e sono sani e salvi.
La cronistoria di questa parte dell'impresa è tanto semplice quanto avvincente: il veicolo principale della missione Hayabusa2 si è abbassato fino a un'altitudine di 55 metri sulla superficie dell'asteroide. A questo punto ha sganciato il rover ed è tornato alla sua tipica altitudine di volo, a circa 20 Km dalla superficie.
Qualcuno starà pensando che anche la missione ESA Rosetta è riuscita a far atterrare un manufatto umano su un asteroide. È corretto, ma prima di tutto Philae era un lander, mente MINERVA-II1A e MINERVA-II1B (MINERVA è l'acronimo di Micro Nano Experimental Robot Vehicle for Asteroid) sono due rover capaci di muoversi. In secondo luogo, Philae non era riuscito a sopravvivere a lungo dopo il brusco atterraggio, mentre i due robottini giapponesi sembrano cavarsela alla grande.
Anche se di dimensioni molto piccole (18 per 7 centimetri, per un peso di 1,1 Kg ciascuno), i due rover del Sol levante sono progettati per muoversi sulla superficie dell'asteroide, scattare fotografie e raccogliere dati. Al loro interno ospitano sensori di temperatura e sette telecamere. Da sottolineare per correttezza che, sebbene il team scientifico di Hayabusa2 chiami MINERVA-II1A e MINERVA-II1B "rover", non si muovono come Curiosity su Marte; piuttosto "saltellano" da un posto all'altro.
Nelle note ufficiali i tecnici spiegano che "la gravità sulla superficie di Ryugu è molto debole, quindi un rover che si muove su normali ruote o cingoli galleggerebbe nel tentativo di avanzare". Il meccanismo "saltellante" invece è l'ideale per spostarsi su una superficie di questo tipo: i rover dovrebbero restare sospesi in aria fra un salto e l'altro, spostandosi orizzontalmente di 15 metri al massimo per ciascun balzo. I salti saranno gestiti in totale automazione.
In questa pagina pubblichiamo alcune delle prime foto che hanno scattato. Impossibile non ntare che sono sfuocate, il motivo è che il robot le ha scattate quando era ancora in movimento. Nulla toglie al fatto che comunque sono suggestive.
Se pensate che sia finita, sappiate che JAXA ha in programma di sganciare a ottobre di quest'anno un terzo rover sull'asteroide Ryugu, più grande di quelli attuali (pesa 10 Kg) e battezzato MASCOT (Mobile Asteroid Surface Scout). È stato costruito dal Centro aerospaziale tedesco in collaborazione con l'agenzia spaziale francese CNES. Il prossimo anno poi sarà la volta dell'ultimo lancio, il cui protagonista sarà il mini rover MINERVA-II2.
Mentre i "lavoratori locali" svolgeranno i compiti loro assegnati, la navicella principale raccoglierà ulteriori campioni da riportare sulla Terra per approfondite analisi di laboratorio. Nel 2019 scenderà a spirale verso la superficie dell'asteroide, scaverà un piccolo cratere e raccoglierà campioni da riportare sulla Terra in una speciale capsula di ritorno nel dicembre 2020.
Se vi state chiedendo il perché di tutto ciò, sappiate che gli scienziati nei laboratori di tutto il mondo attendono di mettere le mani su questi frammenti di polvere cosmica per scoprire informazioni inedite sull'epoca primordiale del Sistema Solare e sul ruolo che potrebbero avere avuto gli asteroidi nel portare sulla Terra acqua e sostanze chimiche importanti per la vita.
Lo stesso obiettivo è condiviso anche dalla missione della NASA OSIRIS-REx, che preleverà campioni dall'asteroide Bennu a metà del 2020 e li recapiterà a casa a settembre 2023.
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