Missione principale: Marte può, o potrebbe, sostenere la vita?
Come abbiamo accennato in apertura, il primo obiettivo della missione di Curiosity è determinare se Marte sia, o era, adatto a ospitare la vita. Anche se non è progettato per trovare la vita stessa, il rover ha a bordo una serie di strumenti in grado di raccogliere e riportare informazioni sull'ambiente circostante.
Gli scienziati hanno fatto la prima scoperta interessante al riguardo nei primi mesi del 2013, quando il rover raccolse informazioni da cui emerse che su Marte ci siano state in passato condizioni di abitabilità. La polvere dei primi campioni raccolti da Curiosity con il trapano conteneva tracce di elementi quali zolfo, azoto, idrogeno, ossigeno, fosforo e carbonio, che sono tutti considerato "mattoni" o elementi fondamentali per sostenere la vita. La scoperta non costituisce una prova della vita stessa, ma è stato un momento emozionante.
Michael Meyer, scienziato del Mars Exploration Program della NASA, ai tempi spiegò che "una questione fondamentale per questa missione è se su Marte ci sia stato un ambiente abitabile. Da quello che sappiamo ora, la risposta è sì".
Verso la fine del 2013 e l'inizio del 2014 gli scienziati hanno inoltre rilevato un forte picco nei livelli di metano su Marte, ad un livello di circa 7 parti per miliardo. Anche in quel caso si trattò di un'informazione importante, perché in alcune circostanze il metano è un indicatore della vita microbica. Tuttavia potrebbe anche essere dovuto ai processi geologici. Nel 2016 il team di Curiosity ha determinato che il picco di metano non è stato un evento stagionale, nonostante ci siano piccole variazioni che potrebbero essere collegate alle stagioni.
A Curiosity si deve inoltre la prima identificazione definitiva di sostanze organiche su Marte. Nonostante le sostanze organiche siano considerate elementi costitutivi della vita, non indicano necessariamente l'esistenza della vita, in quanto possono anche essere creati mediante reazioni chimiche. Jennifer Stern del NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt ha spiegato infatti che "trovare una forma biochimicamente accessibile dell'azoto è di supporto alla tesi secondo cui anticamente l'ambiente marziano attorno al Cratere di Gale fosse abitabile", tuttavia "non ci sono prove che suggeriscono che le molecole di azoto che sono state trovate siano state create da forme vita". Anche perché per quanto ne sappiamo al momento "la superficie di Marte è inospitale per le forme di vita conosciute".
Secondo obiettivo: conoscere l'ambiente
Curiosity è anche equipaggiato con strumenti progettati per conoscere meglio l'ambiente marziano in cui si muove. Uno dei suoi obiettivi infatti è registrare continuativamente le condizioni climatiche e la quantità di radiazioni per determinare se l'ambiente sia idoneo per una eventuale missione umana.
Il Radiation Assessment Detector si aziona per 15 minuti ogni ora per misurare le radiazioni sulla terreno e nell'atmosfera. Gli scienziati, in particolare, sono interessati a misurare "raggi secondari", o radiazioni che possano generare particelle a bassa energia dopo che hanno colpito i gas dell'atmosfera. Il motivo è che i raggi gamma generati da questo processo potrebbero costituire un rischio per gli esseri umani. Inoltre, un sensore a raggi ultravioletti misura le radiazioni di continuo.
Nel dicembre del 2013 la NASA ha stabilito che i livelli di radiazioni misurati dal Curiosity sono gestibili nell'ottica di una missione su Marte con equipaggio. In particolare, una missione con 180 giorni di volo di andata verso Marte, 500 giorni di permanenza sulla sua superficie e altri 180 giorni per il ritorno sulla Terra porterebbero una dose di radiazioni di 1,01 Sievert. Il limite entro il quale convenzionalmente L'Agenzia Spaziale Europea stima non ci sia pericolo per gli astronauti è 1 sievert, che viene valutato come un aumento del 5 percento del rischio di contrarre una forma di cancro mortale nel corso della vita di una persona.
Il dato non concorda con altre informazioni che erano state pubblicate in precedenza.
Sul rover è inoltre installata la Rover Environmental Monitoring Station, una stazione di monitoraggio ambientale che misura la velocità del vento e la sua direzione, la temperatura e l'umidità dell'aria circostante. Grazie a questo esperimento gli scienziati sono stati in grado di calcolare tendenze a lungo termine della pressione atmosferica e dell'umidità dell'aria. È stato anche stabilito che alcuni di questi cambiamenti si verificano quando le calotte polari si sciolgono in primavera, scaricando enormi quantità di umidità nell'aria.
Per conoscere tutti gli strumenti a bordo del rover Curiosity consigliamo di consultare la pagina dedicata del sito NASA (in inglese).
Problemi tecnici e soluzioni
Curiosity ha avuto il suo primo grave problema nel febbraio 2013, quando un errore di memoria ha fatto entrare il rover in modalità provvisoria per alcuni giorni. Per questo motivo c'è stata un'interruzione momentanea delle normali attività scientifiche, che comunque non ha impattato sulle attività a lungo termine.
Il problema più grosso è stato quello delle ruote: a inizio 2014 gli scienziati si aspettavano che avessero dei segni di usura, ma a un controllo accurato è emerso che la ruota anteriore sinistra di Curiosity era talmente danneggiata che mancavano addirittura dei pezzi. Jim Erickson, responsabile del progetto Curiosity al Jet Propulsion Laboratory della NASA (JPL) in un'intervista di luglio 2014 sottolineò che "ci aspettavamo dei buchi sulle ruote, ma la dimensione che stiamo vedendo è una sorpresa".
Per questo i tecnici hanno valutato l'ipotesi di fargli modificare il percorso scegliendo passaggi sabbiosi a discapito di quelli rocciosi. A settembre 2014 Curiosity è arrivato sul Mount Sharp che era uno dei siti scientifici di maggiore importanza per la missione, e la NASA ha spiegato che da quel momento avrebbe fatto meno spostamenti.
A febbraio 2015 poi la NASA ha aperto la strada una nuova tecnica di perforazione a Mount Sharp, nel febbraio 2015 per iniziare la sua attività in un valore più basso, un requisito per lavorare con la roccia morbida in alcune regione. (In precedenza, un campione di roccia frantumata dopo essere stato sondato con il trapano.)