Sul riconoscimento facciale sembra proprio che anche gli Stati Uniti si stiano avviando sulla strada cinese. Mentre pochi giorni fa gli azionisti Amazon hanno difeso la scelta dell'azienda di vendere la propria tecnologia di riconoscimento facciale a Polizia e agenzie governative, oggi apprendiamo che a Lockport, un comune dello Stato di New York, il distretto scolastico ha deciso di implementare tale soluzione nelle proprie scuole.
Le procedure per l'adozione del riconoscimento facciale sono iniziate questa settimana e i funzionari scolastici si augurano che tutto possa essere pronto per l'inizio del prossimo anno scolastico, a settembre. Ma qual è la motivazione di tale decisione? Lo ha detto il soprintendente Michelle Bradley, in un messaggio ai genitori. "Per nostra sfortuna, le sparatorie scolastiche continuano a verificarsi nel nostro Paese, coinvolgendo in molti casi anche gli studenti che le frequentano. Il distretto scolastico della città di Lockport continua a dare importanza prioritaria alla sicurezza".
In realtà già altri istituti scolastici negli Stati Uniti hanno iniziato a usare sistemi di riconsocimento facciale, ma il distretto scolastico di Lockport è effettivamente il primo che ha intenzione di adottare un sistema completo in cui le telecamere siano presenti in tutti i luoghi delle strutture scolastiche, ad eccezione delle classi, e non solo agli ingressi. A quanto pare dunque la privacy degli insegnanti va garantita a priori, quella dei ragazzi - anche minorenni - no.
Il sistema, da quanto si apprende, è progettato per rilevare i volti delle persone che sono state interdette dall'avvicinarsi alle scuole di Lockport, maniaci sessuali, studenti e membri del personale che siano stati sospesi, e altri individui considerati in varie forme come minacce per la sicurezza della scuola stessa. Il sistema avviserà automaticamente i funzionari se qualcuno di essi sarò rilevato all'interno della scuola.
Sarà davvero la strada giusta adottare un sistema di controllo anziché restringere la possibilità di avere armi, anche d'assalto o di grosso calibro, o intervenire a supporto di quelle situazioni di marginalità, sociale ed economica, terreno fertile per lo sviluppo di futuri "shooter" scolastici? Non lo sappiamo ma ovviamente ancora una volta il dibattito, negli Stati Uniti ma non solo, è destinato a riaccendersi tra quanti sono fautori di un ordine sociale imposto dall'alto e chi invece avanza preoccupazioni sull'impiego futuro di tali sistemi a svantaggio di minoranze, razziali, sociali e politiche.