Il Primo Ministro britannico Theresa May ha acconsentito alle forniture di Huawei per lo sviluppo della rete 5G nazionale, a patto che non vengano impiegati componenti "core" - secondo quanto anticipa The Telegraph. Nello specifico saranno esclusi tutti quegli apparati che si occupano normalmente di interconnettere i nodi primari della rete, compresi i cosiddetti "switch". Si parla insomma di apparecchiature che consentono l'autenticazione, il controllo e la gestione dei servizi, gateway, etc.
La decisione è stata presa ieri dal National Security Council, di cui May è presidente, e dovrebbe rispondere alle preoccupazioni di chi sostiene che le forniture cinesi potrebbero mettere a rischio la cybersicurezza del paese. Fra questi Sajid Javid, l'Home Secretary, Jeremy Hunt, il Foreign Secretary, Gavin Williamson, Il Defence Secretary, Liam Fox, l'International Trade Secretary, e Penny Mordaunt, l'International Development Secretary.
L'Agenzia per lo spionaggio e il controspionaggio (GCHQ), sempre ieri, si è confrontata a Glasgow con i colleghi australiani, canadesi, neozelandesi e statunitensi sul tema. Sebbene gli alleati abbiano deciso di bandire i prodotti cinesi dalla corsa alla 5G, il Regno Unito proseguirà sulla sua strada e minimizzerà ogni rischio. Un po' come sembrerebbe di aver deciso anche la Germania.
"Quando analizziamo un'azienda per la sua idoneità a fornire apparecchiature alle reti di telecomunicazioni del Regno Unito, valutiamo il rischio derivante dai loro processi ingegneristici e di sicurezza, nonché il modo in cui queste tecnologie vengono implementate nelle nostre reti di telecomunicazione nazionali", ha commentato Jeremy Fleming, capo del GCHQ, durante la conferenza in Scozia. "La bandiera di origine delle apparecchiature 5G è importante, ma è un fattore secondario."
Negli Stati Uniti però molti politici di diversi schieramenti ed esperti sostengono che non possa essere sufficiente. "Anche se Huawei non sta commettendo il tipo di reati per i quali un grand jury americano l'ha incriminato, qualsiasi compagnia che fornisce una così grande percentuale del mercato per componenti di reti di telecomunicazioni e ha legami con l'Esercito popolare di liberazione è una minaccia", sostiene il professor William Snyder dell'Università di Syracuse.