Messa a fuoco ed esposizione
La D80 è molto reattiva e il funzionamento dell'autofocus è sia preciso che rapido. La velocità dipende evidentemente dall'obiettivo utilizzato: ci possono essere grandi differenze a seconda della focale, dell'apertura del diaframma e del tipo di sistema di messa a fuoco di cui dispone. Sembra comunque che la D80 riesca sempre a tirar fuori il meglio dall'obiettivo a cui è collegata, anche quando le condizioni di illuminazione sono molto poco favorevoli. Il sistema di misura dell'esposizione è più semplice di quello delle sorelle maggiori, ma funziona molto bene. D'altronde Nikon è nota per la sua capacità di produrre delle macchine particolarmente efficienti da questo punto di vista. Tuttavia, dopo un confronto effettuato con una D200, la D80 presenta in esposizione matrice una tendenza più netta a ?bruciare? leggermente le alte luminosità quando la dinamica luminosa della scena fotografata è molto elevata. In compenso le foto della D80 sono utilizzabili più spesso senza alcuna correzione, rispetto a quelle della D200 che cerca sempre di non bruciare alcuna zona dell'immagine, al costo di sotto esposizione. Il suo uso è quindi più destinato al grande pubblico, cosa che non si può rimproverare a una macchina che dovrà avere una larga diffusione. Basta ricordarsi di fare attenzione in alcuni casi particolari. La misura spot, configurata sul tasto funzione del frontalino, sarà perfetta per questo a patto che impariate a usarla. I risultati ottenibili con il flash integrato sono eccellenti, tenendo conto ovviamente dei suoi limiti, cioè la prossimità all'obiettivo e la potenza. Utilizzando un flash esterno come l'SB600 o l'800, il risultato che si ottiene è quasi di livello professionale.
Ecco un esempio dove una zona dell'immagine è leggermente sovraesposta.
Una fotografia scattata in RAW e un ritocco immagine con Capture NX permettono di correggere un pò la sovraesposizione e ottenere facilmente una migliore qualità d'immagine.