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a cura di Tom's Hardware

Per la valutazione del rumore agli alti ISO, l'impostazione di riduzione della stessa è stata settata su normale e tutte le altre sono quelle di default. Ecco i risultati sino a ISO 12800, il range standard:

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ISO 1600, 3200

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ISO 6400, 12800

Il comportamento della RX100 VI è buono per essere una macchina col sensore da 1", sino a ISO 6400 si può fotografare senza una evidente perdita di qualità, tuttavia soprattutto sulle superfici uniformi già a ISO 3200 si evidenzia una granulosità legata al rumore. Alcune macchine con sensore da 1" fanno leggermente meglio grazie ad una differente algoritmo di gestione del rumore.

Il software prevede la possibilità di variare l'entità della riduzione del rumore agli alti ISO:

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ISO alta NR. Da sinistra: disattivato, basso, normale

Autofocus

L'autofocus utilizzato nella Mark VI è il medesimo già visto sulla Mark V, cioè un sistema ibrido con 315 punti a rilevamento di fase e 25 a contrasto, sul piano focale, per una copertura pari al 65% dell'inquadratura.

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Rispetto a quest'ultimo ha prestazioni migliorate, con una velocità di acquisizione che passa da 0,5 a 0,3 s, cosa che lo rende l'AF più rapido al mondo nel segmento delle fotocamere con sensore da 1". Le aree di MAF selezionabili sono ampia, al centro, spot flessibile, spot flessibile espanso e tracking sul soggetto, mentre i modi singolo, automatico, continuo, DMF e manuale con eventuale ausilio del focus peaking. Ovviamente c'è il Face Detector (con registrazione fino a 8 volti).

In aggiunta, l'RX100 VI include, per la prima volta nella serie di fotocamere RX100, anche l'avanzata tecnologia AF con tracking ad alta densità, che concentra i punti dell'AF attorno al soggetto, per migliorare la precisione di messa a fuoco e il tracking.

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È inoltre dotata della tecnologia Eye AF con prestazioni doppie rispetto al modello RX100 V e vanta anche un monitor LCD con touch focus e il controllo dei punti di messa a fuoco con touch pad, per gli utenti che desiderano selezionare manualmente gli stessi. Durante l'uso è capitato però di passare inavvertitamente dalla messa a fuoco touch a quella automatica.

Nel corso dei nostri test, l'AF della piccola Sony non ha mai evidenziato punti deboli, al contrario si è sempre dimostrato affidabile e, soprattutto, veloce. Date per scontate le prestazioni della MAF automatica in modalità scatto singolo, anche in condizioni di precaria illuminazione, è invece in modalità continua, su soggetti in movimento a velocità modesta, che offre un sensibile miglioramento rispetto al sistema utilizzato nella Mark IV. Laddove quest'ultimo faceva fatica a seguire il soggetto, soprattutto nei movimenti a zig zag, con tendenza a sganciare, il sistema ibrido risulta più affidabile.

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Questa immagine è stata estratta da una sequenza di 32 scatti di modelle che si muovevano avanti e indietro sul palco durante una sfilata di moda. Lo zoom era impostato sulla lunghezza focale massima di 200 mm eq. L'autofocus era continuo in modalità tracking del soggetto e malgrado le condizioni di illuminazioni sfavorevoli è stato in grado in mettere a fuoco correttamente oltre il 70% dei frame, salvo errori del fotografo

Accanto al sistema AF, l'RX100 VI offre lo scatto continuo ad alta velocità fino a 24 fps con tracking AF/AE completo e impressionante buffer fino a 233 fotogrammi. Rispetto ai modelli precedenti, il ritardo del display del mirino elettronico è stato notevolmente ridotto, per scattare nel momento cruciale con il massimo della precisione. Le immagini riprese con scatto continuo possono essere riprodotte insieme anziché singolarmente, per una più pratica gestione.

Ridottissimo il ritardo dell'otturatore (shutter lag). Il tempo necessario a catturare l'immagine, con punto di MAF centrale, da quanto si preme completamente il pulsante di scatto varia dai 0,11 ai 0,14 s con zoom impostato su grandangolo e da 0,15 a 0,17 s su tele, una prestazione degna delle migliori reflex pensate per un utilizzo sportivo. Se l'obiettivo è in pre-fuoco, quindi escludendo la latenza dell'AF, lo shutter lag si riduce a 0,01 s, cioè 10 ms.

Questo rende l'uso piacevole e reattivo, senza quei fastidiosi ritardi dal momento in cui si preme il pulsante di scatto a quando l'immagine viene effettivamente registrata nella memoria che ancora si verificano su qualche compatta, non certo di questo livello. Il tempo di start-up si attesta sui 2 sec, necessari per far uscire l'obiettivo dalla sua posizione di riposo.

Il sistema esposimetrico prevede la lettura multipla, media pesata al centro, spot standard, media schermo intero e highlight.

Ecco come si comportano detti sistemi nel caso di ripresa di un paesaggio in controluce:

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Da sinistra: lettura multipla, media pesata al centro, spot standard

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Da sinistra: media schermo intero, highlight

Le differenze fra i tre sistemi sono piuttosto sensibili, i risultati migliori si ottengono con la lettura multipla, dove la macchina ha sempre restituito risultati più che affidabili in ogni situazione.

I tempi di scatto vanno da 30 s a 1/2000 s con otturatore meccanico. 

Per il controllo della gamma dinamica, troviamo il DRO (Dynamic Range Optimizer) settabile su 5 posizioni che agisce dividendo l'immagine in piccole aree analizzando il contrasto tra il soggetto e lo sfondo e crea un'immagine con la luminosità e la gradazione ottimali.

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L'HDR può essere impostato su AUTO oppure 5 diversi livelli d'intervento. Nelle foto, in ordine orario, dall'alto a sinistra: DRO OFF, Livello 1, Livello 5, Livello 3. Notare come si aprono le ombre.

Ottima l'implementazione dell'HDR, come in tutte le Sony, settabile su 6 differenti EV incluso il modo Auto, che però a volte non è sufficiente per ottenere il risultato voluto.

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HDR off

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HDR on

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